la Repubblica, 10 giugno 2024
La scommessa finale di Macron
PARIGI – Un azzardo preso in solitudine. «No, non lo sapevamo» ammette Clément Beaune, già consigliere all’Eliseo. «È un rischio politico, ma l’altro rischio era restare incastrati senza una maggioranza per tre anni, facendo ulteriormente crescere l’estrema destra» prosegue Beaune. Ha spiazzato tutti, a cominciare dai suoi. Emmanuel Macron, umiliato dal trionfo dell’estrema destra alle europee, ha deciso di uscire dall’angolo in cui era finito. E di lanciare una pericolosa sfida di cui nessuno conosce l’esito, neanche lui. «È una decisione grave, pesante, ma è anche un atto di fiducia nel popolo francese», dice in tv annunciando lo scioglimento dell’Assemblée Nationale. «L’estrema destra è l’impoverimento dei francesi e il declassamento del nostro Paese» spiega, abbozzando la nuova battaglia in vista del voto tra appena venti giorni.Fino a qualche giorno fa, Macron ripeteva che le Europee non avrebbero avuto «conseguenze politiche nazionali». E invece, dietro le quinte, la riflessione era già in corso, condivisa con pochi fedelissimi. Qualcuno lo sussurrava nei corridoi della politica, ma subito l’ipotesi veniva scartata come un suicidio. Il capo dello Stato, spiegano nel suo entourage, vuole provare a riparare una Francia lacerata, rabbiosa, dilaniata, dove l’estrema destra era ieri quasi al 40%, sommando i voti a Rassemblement National e Reconquête.In questa serata mozzafiato, raccontano che qualche giorno fa, nel tour in Normandia in occasione delle celebrazioni per il D-Day, Macron sia rimasto colpito da tanti francesi che gli hanno confidato la paura per una violenza politica che monta e sembra inarrestabile, con estremisti a destra e a sinistra. Una violenza che si concentra anche sulla sua persona, ma questo – dicono i suoi – non lo preoccupa. «È l’unico dirigente che non può ricandidarsi nel 2027» osservano i consiglieri, alludendo al limite di due mandati all’Eliseo. Un modo di sottolineare che l’azzardo delle elezioni anticipate sarebbe un gesto «disinteressato» dal punto di vista della sua traiettoria. E che il vero motore è rispondere alla gravità della situazione. Il capo dello Stato, dicono, ha meditato negli ultimi giorni su una frase di Raymond Aron: «La Storia è tragica, ed è tragica per chi non sa misurarla».Macron è stato sì rieletto nel 2022, ma contro Le Pen, con la promessa di contenere l’estrema destra. Non ci è riuscito e il suo secondo mandato è stato azzoppato dalla mancanza di maggioranza assoluta all’Assemblée Nationale. E quindi, spiegano i suoi, è il momento di un «chiarimento». Alla ricerca di una via d’uscita nell’impasse politica in cui si trova la Francia. «Quando si chiede la parola agli elettori non si sbaglia mai», dicono i macronisti.«Giocatore di poker», «Pompierepiromane», urlano alcuni commentatori. Altri dicono: è un gesto gollista. I suoi consiglieri preferiscono lodare l’«audacia» del leader. La scommessa è scoprire il gioco di Le Pen e i suoi. Metterli alle strette con un blitz: solo tre settimane per conquistare il potere. E se proprio andranno a governare, dovranno scontrarsi con la realtà del potere, un Paese indebitato, le regole Ue difficili da aggirare come ha sperimentato Giorgia Meloni. Un calcolo machiavellico e inconfessabile. «Partiamo per vincere» ribattono i macronisti, che ufficialmente dicono di non prevedere una coabitazione con l’estrema destra. Già ma come? Il capo di Stato lancia segnali a potenziali alleati. La maggioranza ha annunciato – attraverso il ministro degli Esteri, Stéphane Séjourné – non presenterà propri candidati contro i Républicains uscenti nelle loro circoscrizioni. Un primo abbozzo di “front Républicain”, l’antica alleanza contro l’estrema destra che ha funzionato per decenni in Francia ma che sembra difficile ricostruire in pochi giorni. Il rischio insomma c’è, e Macron ha deciso di correrlo. Ma dal suo punto di vista forse è inferiore a una morte lenta fino al 2027, e l’ipotesi di lasciare le chiavi dell’Eliseo a Le Pen. «Non farò la fine di Obama» ha confidato Macron ai suoi qualche mese fa, ricordando quando la seducente parabola del presidente democratico è stata spazzata via dal trumpismo alla Casa Bianca.