Corriere della Sera, 9 giugno 2024
Scegliete il meno peggio
Se la passione politica fosse benzina, l’auto europea arriverebbe da Milano a Rivolta d’Adda (forse). È sconfortante la mancanza di entusiasmo che accompagna il rinnovo dell’Europarlamento. Si eccitano soltanto i candidati, e nemmeno tutti. Sostanzialmente, quelli che hanno un ideale e quelli che sognano un buon stipendio.
Il rinnovo della più grande assemblea democratica del mondo, dopo il parlamento indiano, provoca sbadigli. L’astensione, facile prevederlo, sarà alta. E non sarà un’astensione di protesta (sbagliata, ma almeno motivata). Sarà un’astensione menefreghista, la peggiore.
La colpa è certamente dei leader, che hanno trasformato il voto europeo in un sondaggio nazionale: vedere le loro faccette sorridenti in televisione, sapendo che non andranno a Bruxelles e Strasburgo, è irritante. I partiti ci hanno messo del loro. Alleanze frettolose, personaggi improbabili o incartapecoriti, discussioni e litigi su quasi tutto. L’Europa? Se n’è parlato poco, quasi per dovere. Evito, a fatica, nomi e cognomi. A urne aperte non sarebbe elegante.
Se aspettate adesso un elenco delle prossime sfide europee, lo farò: malvolentieri, però. Sul Corriere abbiamo provato a spiegarle in tutti modi, e chi non ha capito è perché non vuol capire: la sicurezza comune, le frontiere e l’immigrazione, la politica industriale e quella ambientale, il rapporto con l’America e la Cina, i diritti individuali e le regole per l’intelligenza artificiale. Il Parlamento europeo conta, in queste materie. E sarà decisivo per scegliere la presidenza della Commissione, il motore del sistema.
Cosa aggiungere oggi, secondo e ultimo giorno di voto? Be’: votate! È importante. Se non sapete chi è meglio, votate il meno peggio. Non c’è nulla di male (c’è chi ha sposato il meno peggio!). Scegliete i partiti che vi hanno irritato poco e mostrano almeno un vago interesse per l’Europa. Scegliete candidati non velleitari. Persone che conoscano i confini della Polonia, la popolazione della Germania e il ruolo di Jacques Delors (no, non è un centrocampista francese convocato per gli Europei). Se poi hanno qualche possibilità di essere elette, e impegnarsi a Bruxelles, tanto meglio.