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 2024  giugno 09 Domenica calendario

Perseguitata dalle donne del clan «Devi sposare il nipote del boss»

Napoli Privata di tutto. Anche dei sentimenti. «O stai con me o con nessun altro». Per sempre. Prima da fidanzati a 13 anni, poi da sposi. Il nipote del capoclan aveva deciso: quella ragazza che mai lo aveva amato sarebbe stata sua. La vittima era però determinata a ribellarsi e quando, per l’ennesima volta ha provato a troncare il rapporto, la zia dell’ex si è fatta avanti: «Riconciliatevi entro tre giorni o dovrai assumertene le responsabilità e prendere le conseguenze». Il panico l’assale. Di lì in avanti altri due anni di inferno, puntellati da un tentativo di suicidio, fino alla svolta: la denuncia alla polizia.
È una storia di camorra «tribale», quella che arriva dal centro storico di Napoli, dove una ragazzina appena tredicenne incontra nel 2016 Davide Buonocore, nipote del capozona del clan Contini, Roberto Murano. I due conversano per qualche giorno su WhatsApp e subito scatta il pressing del rampollo: regali costosi e corteggiamento asfissiante. Stefania Palumbo, zia del giovane e moglie del boss, decide di intervenire e convince la ragazzina: «È un bravo ragazzo, puoi fidarti». Invece è una trappola e inizia un incubo lungo quasi otto anni e spezzato soltanto giovedì scorso dalle indagini della Squadra mobile, che ha arrestato l’ex fidanzato aguzzino, lo zio boss e la moglie, ma anche la figlia di questi ultimi, Anna, e altre due donne, cognate di Murano. Tutti sono accusati di atti persecutori aggravati dal metodo mafioso. I primi tre, difesi dall’avvocato Domenico Dello Iacono, hanno respinto gli addebiti, non convincendo però il gip ad attenuare la misura cautelare.
La ragazza, proveniente da una famiglia di onesti lavoratori, l’8 maggio scorso chiede aiuto allo Stato: «Davide – ha raccontato – è sempre stato violento. Mi aggrediva almeno dieci volte a settimana». Dopo alcuni mesi la ragazzina trova la forza di allontanarsi, per poi essere costretta a tornare sui suoi passi dopo il lockdown. I ricatti proseguono nel 2022. La vittima stavolta tronca per sempre il rapporto. È decisa. L’ex allora le installa, a sua insaputa, un Gps nell’auto: «Mi disse che avrebbe seguito ogni mio passo». Ma Buonocore pensa anche alla sua «carriera» da aspirante boss e nel maggio 2023 anni partecipa a una faida tra cosche, con tanto di sparatoria, per la quale viene subito arrestato. Il problema si riversa sulla ex, costretta dai parenti di lui ad avere rapporti telefonici con il detenuto. La situazione precipita ad aprile, quando l’ex ottiene i domiciliari. La giovane donna viene perseguitata con dei profili falsi su TikTok: «Mi scriveva di aprire la porta e nel frattempo lo sentivo gridare dal balcone». L’ultimo atto del dramma va in scena la notte tra il 7 e l’8 maggio, quando Buonocore, dopo aver appreso che la ex aveva una nuova relazione, si presenta sotto casa: «Ha inveito contro di me, umiliandomi come donna». A quel punto il rampollo si dilegua e pochi istanti dopo un commando di giovani in sella a degli scooter circonda il palazzo. Il giorno dopo è il capoclan a intervenire a suo modo: minacciando i parenti della ragazza. Un tentativo disperato, neutralizzato dalla querela che la ragazza aveva già firmato.