Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  giugno 09 Domenica calendario

Sgarbi insulta Conte via sms: “Cameriere, ti avvii al nulla”

“Facevi il cameriere di Salvini”, “ti avvii verso il nulla”. Firmato: Vittorio Sgarbi. Destinatario: Giuseppe Conte. Due sere fa il leader 5 Stelle in comizio ha accusato l’ex sottosegretario di tormentalo per telefono: “Sgarbi si è procurato il numero del mio cellulare e mi manda gli insulti per Whatsapp”. Una scena oggettivamente anomala che merita di essere capita meglio.
A quanto risulta al Fatto, a far infuriare Sgarbi è stato un intervento di Conte in cui l’avvocato contrapponeva le liste dei 5Stelle per le Europee, rappresentate in quel caso dal volto antimafia Giuseppe Antoci, alla classe dirigente di FdI, che ricandida Sgarbi nonostante alcune vicende giudiziarie ancora aperte nei suoi confronti.
A quel punto, Sgarbi invia a Conte alcuni messaggi, tra cui uno screenshot preso da Facebook che mostra diversi insulti all’ex premier sotto al video di un suo comizio a Gela: “Cafone tu eri al governo 3 anni hai fatto schifo”, si legge in uno dei post; “Tu sei l’indegnità della politica” e così via. Poi, Sgarbi invia un articolo del settimanale Centro Valle in cui si elogia la performance teatrale dell’ex sottosegretario, reduce da uno spettacolo su Michelangelo a Sondrio. A quel punto Conte ironizza in piazza e Sgarbi la prende male. Impugna di nuovo il telefono e scrive al leader 5 Stelle: “Non mi sono procurato il tuo infetto numero, me lo hai dato tu quando facevi il cameriere di Salvini. E non lo avrei usato se non avessi sentito le tue immondezze senza fondamento. Io non uso gli attentati degli altri (quello ad Antoci, ndr) per raccattare voti. Ma soprattutto, tu non sei un’istituzione pubblica, sei stato un distributore di soldi pubblici per tentare, invano, di sopravvivere. Ti avvii verso il nulla”. Il modo più affettuoso per chiudere la campagna elettorale.