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 2024  giugno 08 Sabato calendario

La politica social vista al microscopio


La campagna per le elezioni europee 2024 è, in Italia, un iceberg, con tv, talk show e interviste ai leader ben visibili in superficie, mentre il dibattito online infuria nel tempestoso Oceano Web. I video di TikTok fungono, per la prima volta, da ribalta e l’arena formidabile di disinformazione, rabbia, rancore, recluta consensi. Candidati minori si fanno largo via social media e il dibattito futuro, per governo e opposizioni, si delinea con precisione. Una ricerca Luiss Datalab, coordinata con l’Italian Digital Media Observatory dell’UE, Reset.Tech di Ben Scott e PerspectiveAPI, ha rintracciato, ora per ora, le conversazioni digitali, individuando nella premier Giorgia Meloni la fonte di maggior attività, mentre la comunità della destra estrema si ramifica nei movimenti no-vax, no-greenpass, ostili all’Ucraina e filorussi, echeggiati da cattolici conservatori e sinistre estreme. Social più usati restano Facebook, Instagram, X, con TikTok a innescare i giovanissimi.
Le candidate leghiste Silvia Sardone e Isabella Tovaglieri, per esempio, pur senza l’apparato mediatico che sostiene i ministri, risultano protagoniste in rete, con video di provocazione, capaci – nella sentiment analysis, studio della semantica dei sentimenti politici – di scatenare tweet e post negativi che rimbalzano con favore nella propria barricata. Fra i leader, in testa la presidente Meloni, record di 151.538 visualizzazioni per post; secondo, a sorpresa, l’ex premier Matteo Renzi, davanti al leghista Matteo Salvini e all’ex premier Giuseppe Conte dei 5 Stelle, con la segretaria Pd Elly Schlein ottava. I 5Stelle, pionieri online con Gianroberto Casaleggio, mantengono un buon presidio, boom per Alleanza Verdi e sinistra di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, che doppiano il Pd.
Schlein punta la campagna nei quartieri non TikTok, lanciando messaggi personalizzati, vedi il silenzio sulla candidatura del generale leghista Roberto Vannacci, con l’obiettivo di non scatenare dissensi in rete, parlando ai militanti. Forza Italia di Antonio Tajani sceglie toni istituzionali, Fdi oscilla tra comunicati e spallate sarcastiche di Atreju contro i senatori a vita, Lega e sinistra radicale rovesciano il tavolo con post che la ricerca classifica di “rabbia”, critica e denuncia. Il 16% totale dei post viene riconosciuto “tossico”, vale a dire razzista, sessista, violento: non sottovalutate la percentuale di odio del 16%, capace di scatenare doom scrolling,la sfiducia e depressionepsicologica che seguono l’ossessivo bombardamento di commenti apocalittici. La propaganda filorussa e la disinformazione, riverberata dai media in editoriali, interviste, appelli, recluta la Corte dei Miracoli digitale, dove l’Europa è matrigna, imponendoci farina di insetti, fabbriche di armi, emigranti stupratori, atenei violenti, servilismo verso gli Stati Uniti del “demente Biden”. Siti come Paragone, Imola Oggi, Byoblu, Antidiplomatico attraggono utenti suscettibili al populismo su Covid, Ucraina, Gaza, Ue.
È un’Italia che tanti si illudono di aizzare e blandire ma che, in autunno, si rivelerà irriducibile, soprattutto ove Donald Trump tornasse alla Casa Bianca. L’estrema violenza e le calunnie dei post non sono qui riproducibili nella loro crudezza, sgomentando per efficacia e capillarità. Jigsaw, algoritmo di machine learning AIdisegnato da Google, permette di intravedere le evoluzioni della nostra politica, con un grafo delle relazioni, dove la comunità di Schlein è contigua a Verdi- Sinistra e 5 Stelle, che Conte mantiene isolati in attesa delle alleanze. Il presidente Stefano Bonaccini difende la sua identità, nuove figure Pd, fra cui i riformisti Lia Quartapelle e Filippo Sensi, orientano l’area limitrofa al centro di Renzi e Carlo Calenda che, online, hanno una forza che sperano di confermare alle urne: online il Congresso Pd è già vivace.
Originale la condotta web del ministro della Difesa Guido Crosetto, FdI, che con critica a Vannacci, atlantismo e dura scorza nelle repliche ai critici, si smarca dal mainstream, dialogando con avversari e indipendenti. Difficile, infine, il pronostico sul risultato del generale Vannacci stesso: studiando le mosse del suo team online, non si notano valanghe di apprezzamenti, malgrado l’entusiasmo di fonti “tossiche”, perché la divisione aperta nella Lega dalla sua personalità ne frena audience e interazioni.
L’Italia 2024 appare in rete incerta, con il governo Meloni a far convivere alleanze internazionali, umore dei mercati e tradizionali pulsioni populiste, l’opposizione alla vigilia di un profondo mutamento di pelle e il Partito dell’Odio, fomentato all’estero e sottovalutato in patria, sempre più motivato e infido.