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 2024  giugno 07 Venerdì calendario

Ancora su Turing


A volte per comprendere meglio è necessario partire dalla fine. 7 giugno 1954, Wilmslow, contea del Cheshire, Inghilterra nord-occidentale: Alan Turing, una delle menti logico-matematiche più eccelse del XX secolo, si toglie la vita pochi giorni prima di compiere 42 anni mangiando una mela avvelenata nella quale probabilmente lui stesso aveva iniettato del cianuro. Non c’è la certezza assoluta perché il medico legale certificò il decesso per avvelenamento da cianuro, ma nella rapidissima indagine condotta dalla polizia la mela non venne mai analizzata. 
D’altronde, chi mai potrebbe pensare di suicidarsi morsicando una mela avvelenata? Forse uno che si identifica in Biancaneve, perseguitata dalla regina cattiva trasformata in strega malvagia. Oppure in Socrate che beve la coppa di cicuta. Meglio dimenticare. Per non dover assegnare le parti di chi chiedeva allo specchio magico chi era la più bella del reame e di chi preparò la pozione mortale. 
Ottobre 1938, Cambridge: Turing vede il film Biancaneve e i sette nani «restando molto impressionato dalla scena in cui la strega malvagia, tenendo una mela appesa a un filo sopra un calderone in cui ribolle la sua velenosa mistura, borbotta: “Metti, metti la mela nell’intruglio/Che s’imbeva del sonno di morte”. Alan continuò per giorni a canticchiare quell’incantesimo, quasi fosse una profezia». Lo racconta Andrew Hodges nella nuova edizione ampliata e aggiornata di Alan Turing. Storia di un enigma, il libro oggi in edicola con il  «Corriere della Sera» dal quale fu tratta la sceneggiatura (Oscar nel 2015) del film The Imitation Game. 
Un anno cruciale il 1938 per Alan, che viene assunto a Bletchley Park dal Gccs (Government Code and Cypher School), dipartimento del ministero degli Esteri istituito per «studiare i metodi di comunicazione in cifra usati dalle potenze straniere», e inizia il suo rapporto di lavoro con il governo. Scrive Hodges: «Per Turing significava per la prima volta cedere ad altri una parte della sua mente, promettendo di non rivelare i segreti dello Stato». Un passaggio fondamentale, perché la segretezza avrà una parte devastante nella vita successiva di Turing: l’impossibilità di comunicare i metodi nella decifrazione dei codici segreti nazisti che costituiscono la base della moderna informatica, in pratica dei successivi computer e dell’attuale Intelligenza artificiale. 
L’ammissione 
Nel 2009 il governo chiese scusa per il trattamento omofobo 
subito da Turing 
In Turing si accresce la sensazione di essere un uomo scisso in due: ciò che è, un grande scienziato che non può comunicare e ricevere i giusti riconoscimenti che meriterebbe e che non può vivere alla luce del sole la propria omosessualità, e ciò che deve dimostrare all’esterno, un fedele e silenzioso servitore dello Stato. 
Al Gccs Turing entra in contatto diretto con Enigma, lo strumento utilizzato dalla Marina militare tedesca per comunicare con le proprie unità, specialmente gli U-Boot che falcidiavano le navi che attraversavano l’Atlantico per portare aiuti al Regno Unito in guerra. Enigma era una macchina conosciuta da anni, ma che i nazisti avevano modificato generando un codice con miliardi di varianti, ritenuta perciò non decifrabile dagli stessi inglesi. A Bletchley Park Turing mise a punto uno strumento chiamato Bomba, basato sui suoi precedenti studi teorici della «macchina universale», uno sviluppo più sofisticato di un meccanismo creato dai servizi segreti polacchi e passato poi agli inglesi per decodificare Enigma. 
Con Bomba, Turing e la squadra del Gccs, nella quale le donne ebbero una parte importante ma quasi dimenticata, riuscirono a decifrare i messaggi della Marina tedesca. Solo che impiegavano settimane per comprendere il significato: in pratica non serviva a niente. La svolta avvenne il 7 maggio 1941, quando fu catturata una nave tedesca sulla quale vennero trovati le combinazioni dei rotori di Enigma. In questo modo la decrittazione dei messaggi nazisti intercettati poteva avvenire giorno per giorno, al massimo in 36 ore. I tedeschi si accorsero però che gli inglesi erano in grado di anticipare le loro mosse, ma pensarono all’opera di spie. Erano infatti convinti che Enigma non poteva essere decrittato. Però, per evitare problemi, lo resero ancora più complicato. Come in una partita di scacchi, a ogni mossa corrisponde una contromossa. A Bletchley Park si ripartì da zero, si attrezzarono e grazie all’intuito di Turing – ma anche allo sviluppo del radar e al lavoro delle navi di scorta e delle pattuglie aeree – riuscirono a venirne a capo e nel dicembre 1943 viene costruito Colossus, molto più potente di Bomba e concettualmente differente. «In tre anni era stato percorso mezzo secolo di progresso tecnologico», scrive Hodges. 
Il contributo 
In un articolo famoso sviluppò l’ipotesi 
di creare una macchina capace di pensare 
Poi la guerra finisce, Turing torna a insegnare all’università, ma senza poter raccontare tutto ciò che era avvenuto a Bletchley Park. Ma è qui che sviluppa le sue idee di macchina intelligente e quello che chiamerà Il gioco dell’imitazion e, conosciuto come Test di Turing, cioè distinguere in base a una serie di domande se chi risponde è un essere umano o una macchina. Un concetto che sarà alla base di film e romanzi di fantascienza (per esempio Blade Runner) e che oggi è posto in discussione dall’Intelligenza artificiale. 
23 gennaio 1952: Turing denuncia un furto in casa sua, la polizia identifica il colpevole, un 19enne, il quale però dice che si trovava da lui per «fare un certo affare». Lo stesso Turing ingenuamente confessa di «aver una relazione con lui», cioè in pratica ammette di essere un fuorilegge perché all’epoca in Gran Bretagna l’omosessualità era un reato che Turing pensava, erroneamente, che sarebbe stato presto depenalizzato. Al processo il verdetto è libertà condizionata per un anno con l’obbligo di sottoporsi a una terapia ormonale: la castrazione chimica. È l’inizio della fine che si conclude con il suicidio. Nel 2009 il premier Gordon Brown porge le scuse postume del governo per il trattamento ormonale che definisce «spaventoso e omofobo». Il 24 dicembre 2013 la regina Elisabetta firma il «perdono reale». Ma per Alan Turing il bacio del Principe azzurro è arrivato troppo tardi.