La Stampa, 5 giugno 2024
Intervista ad Antonio Tajani
In un mondo sempre più polarizzato, Antonio Tajani dice che si sono aperti grandi spazi in quell’area che in Italia va da Giorgia Meloni a Elly Schlein. «Uno spazio dove ci sono milioni di persone che non vanno a votare e che cercano una forza politica credibile, rassicurante e responsabile. È gente che cerca una dimora ideale dove sentirsi al sicuro».
Ministro Tajani, i suoi alleati al governo sembrano animati da spinte diverse. Salvini ha appena detto che non mollerà Le Pen, soprattutto ora che ha preso le distanze dai tedeschi dell’Afd.
«Era ora. Ci hanno messo mesi per mollare un partito che ha venature naziste neanche troppo nascoste».
In Europa, il premier ungherese Orban ha auspicato in un’intervista un supergruppo di tutte le destre che andranno a Bruxelles. Lei che cosa dice?
«La nostra strada è segnata da tempo. Noi siamo Forza Italia e siamo il partito popolare europeo, la prima forza politica in Europa, quella che esprimerà il presidente della Commissione, il presidente del Parlamento, la maggioranza dei vertici istituzionali. Le altre forze sono marginali. Possono sì essere alleate, ma non sono la chiave della politica in Europa».
Insomma, tra Le Pen e Macron lei sceglie Macron.
«Io non scelgo Le Pen perché ha una visione dell’Europa diversa dalla mia. Vuole uscire dall’organizzazione militare della Nato. È una sovranista che inevitabilmente porterà gli interessi della Francia a contrastare con quelli dell’Italia. Prenda l’immigrazione. Cosa farà se dovesse arrivare alla guida della Francia? Ci dirà “studiamo una soluzione comune” oppure “chiudiamo le frontiere e ve li rimandiamo tutti”? Questo è il rischio».
Sulla Nato Le Pen sostiene di avere la stessa posizione di Salvini.
«Non credo che Salvini voglia uscire dalla Nato».
Sceglie Macron?
«Di Macron non condivido l’idea di dire inviamo soldati europei a combattere contro i russi. L’Italia non lo farà mai. Difendiamo il diritto all’indipendenza dell’Ucraina ma non siamo in guerra contro la Russia. Bisogna essere molto prudenti perché quando si prendono delle posizioni intransigenti si mettono sul tavolo decine di migliaia di morti. Bisogna sempre pensare prima di agire».
Salvini la accusa, con toni a volte sprezzanti, di governare in Europa con i socialisti.
«Sono diventato presidente del Parlamento europeo con una coalizione popolari-liberali e conservatori e ho sconfitto il candidato dei socialisti senza il voto né di Salvini né di Le Pen. Come si sconfiggono i socialisti possono spiegarlo io agli altri, non credo di avere bisogno di lezioni da chi non ha sconfitto i socialisti mai in vita sua. Salvini è stato al governo con il Partito democratico e con il Movimento 5 Stelle».
Ma questi toni di Salvini non la infastidiscono?
«Io rispetto tutti, pure Salvini. E rispetto le sue idee, anche quando sono diverse dalle mie. Ma io ho toni diversi. Forza Italia è un’altra cosa rispetto alla Lega. Noi siamo una forza cristiana, liberale, riformista, garantista. Europeista e atlantista. Per noi i rapporti con l’Europa e con gli Stati Uniti sono due stelle polari».
Come si fa a governare in Italia con Meloni e Salvini che in Europa non appoggiano i popolari?
«Come abbiamo sempre fatto da 30 anni a questa parte. Non si governa in base a famiglie europee diverse. Le istituzioni si governano. Anche Salvini è stato al governo con i 5 Stelle. Anche Salvini è stato con il Partito democratico. Noi siamo sempre a difesa delle istituzioni. Per questo motivo siamo stati con la Lega e con il Pd nel governo guidato da Draghi».
Ursula von der Leyen, candidata a succedere a sé stessa, ultimamente sembra un po’ in difficoltà. Il Ppe ha un piano B?
«Il piano A è che deve essere un presidente di Commissione del Partito popolare europeo. Il congresso di Bucarest del Ppe ha votato lei come candidata. Ma di fatto è una proposta. L’altra volta il Ppe aveva indicato Weber, poi Macron e altri dissero che non andava bene e ci fu il tentativo di mettere Timmermans. Noi lo impedimmo e si arrivò, su proposta di Angela Merkel, alla candidatura von der Leyen. Siamo all’inizio di un percorso. Non so come andrà a finire».
Quando consegnerete all’Ucraina il sistema di difesa Samp/T?
«In tempi rapidi. Questioni di giorni, settimane. Rispetteremo gli impegni. Ma ci tengo a ribadire che l’Italia è una grande portatrice di pace. Anche in Medio Oriente».
Lei è favorevole al riconoscimento dello Stato palestinese?
«Sì, ma lo Stato palestinese deve riconoscere lo Stato di Israele e viceversa. E poi bisogna individuare quali sono i confini della Palestina. Noi siamo favorevoli all’ipotesi in circolazione che finita la guerra potrebbe esserci una missione delle Nazioni Unite a guida araba che prepari il terreno per la costituzione di uno Stato palestinese addestrando le forze di polizia e riunificando Gaza e la Cisgiordania».
Lei si è già espresso sul piano di pace per il Medio Oriente dell’amministrazione Biden.
«Siamo favorevoli...».
Ma adesso Biden accusa Netanyahu di volere continuare la guerra per un suo calcolo politico interno. Che cosa ne pensa?
«Alcuni partiti estremisti che sono al governo con Netanyahu dicono che se fa un accordo con Hamas loro fanno cadere l’esecutivo. Io ho molta fiducia nel presidente Herzog: un uomo di buon senso, molto equilibrato. Mi auguro che possa esercitare un’influenza positiva per raggiungere il cessate il fuoco che permetta la liberazione immediata di tutti gli ostaggi, a cominciare dalle donne che hanno subito violenze inaudite, e che permetta di portare aiuti a una popolazione palestinese che sta vivendo in condizioni drammatiche».
Molte Università continuano a essere occupate. Il governo le sgombererà?
«Quando ci sono azioni di violenza ha ragione la ministra Bernini: bisogna ripristinare l’ordine. La libertà di manifestare non può impedire la libertà di studiare ad altri giovani». —