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 2024  giugno 05 Mercoledì calendario

Intervista ad Annalisa e a Tananai

«È un duetto». Annalisa usa proprio quella parola. Un termine sparito dal gergo discografico, una definizione fuori dall’hype, sorpassata dall’internazionale «feat» o dal più freddo «collaborazione». È uscita oggi «Storie brevi», una canzone con Tananai. Sono la coppia reale del pop italiano, 67 dischi di platino in due, arrivano lei dal tormentone sanremese «Sinceramente» e lui da «Veleno», hit radiofonica degli ultimi mesi. Il brano è il racconto dell’inizio di una relazione travolgente, una passione lontana da cuori di plastica e storielle toccate e fuga. Continua Annalisa: «È un vero duetto cantato, una canzone vera e non, con tutto il rispetto visto che le abbiamo fatte anche noi, quelle classiche collaborazioni con spazi divisi a metà».
Vista l’atmosfera retro del pezzo verrebbe da dire Mina e Celentano...
A: «All’inizio non ci avevo pensato... Appena abbiamo spoilerato qualche secondo sui social, la gente ha iniziato a fare il paragone. Se ambivamo al duetto, quello lo era veramente».
T: «Perfetto. Sono un fan del Celentano romantico, e Mina è grandissima».
A: «Quando ho sentito il brano la prima volta ho pensato a “Somethin’ Stupid” nella versione di Robbie Williams e Nicole Kidman, o a Nick Cave e Kylie Minogue e altri momenti di storia in cui ci siamo inseriti a modo nostro. Fuori dalla musica il riferimento sono amori maledetti e complicità oscene alla Bonnie e Clyde, Lupin e Margot».
T: «Nella produzione mi sono ispirato al french touch, soprattutto ai Daft Punk, ma anche al rock degli Strokes. Mi sembravano mondi adatti alla voce di Annalisa, potente, raffinata ed elegante».
Non si parla di sabbia, costume, mojito... Non c’è un ritmo latino... Vi candidate ad anti-tormentone?
T: «Visto che siamo in ballo, spero che lo faremo comunque (ride)... Quello che mi piace di questa canzone è che non è solo estiva, io la ascolterei anche a novembre. Sarebbe stato un peccato unirsi per fare una cosa circoscritta. È sbagliato pensare alla musica per il tormentone o per Sanremo: io voglio fare belle canzoni».
A: «Quelle sono il punto da cui parte tutto, non si possono pensare in funzione del mese in cui le pubblichi».
Fate pop senza rinunciare all’impegno. Tananai, lei e Ghali siete stati gli unici a esprimere solidarietà al rapper iraniano Toomaj Salehi condannato a morte dal regime per la sua musica...
T: «Non è obbligatorio ma per chi ha un seguito trovo necessario e giusto sentirsi anche un po’ di responsabilità ed esprimere la propria visione del mondo. Io lo faccio cercando di non scadere mai nel maestrino o nel giudice immacolato».
Annalisa, invece, sarà la madrina del Pride...
A: «Se mi sento toccata da un tema ho la coscienza che si attiva e mi espongo. Credo si possa fare anche con la musica leggera perché la velocità delle canzoni pop fa viaggiare con sé delle pillole di sensibilizzazione importanti».
Tormentone
Non pensiamo al tormentone estivo ma visto che siamo in ballo
ci speriamo lo stesso
Le prime parole: «Sembra l’agosto del ’96», Annalisa aveva 11 anni...
A: «Evoca una sensazione, un’atmosfera. Ero piccolina ma ricordo le atmosfere musicali di meta anni Novanta tipo Vento d’estate di Gazzè e Fabi... Con la testa sono andata a quel periodo, mi ricorda momenti rilassati».
Tananai gattonava nel 96...
T: «Eh sì, avevo un anno e non ricordo nulla. Però mi piace l’idea della rilassatezza. In passato coi con i pezzi estivi mi veniva voglia di fare bordello, qui c’è spensieratezza».
«Tutti sono al mare noi no» si dicono i due... La vostra vacanza ideale?
A: «Il mare resta l’ideale, ma ho una sola pretesa per la prossima vacanza: non fare nulla, poi viene il posto».
T: «Preferisco il mare alla montagna, ma meglio ancora un festival, che sia di musica elettronica o come lo Sziget di Budapest di cui ricordo ancora una performance dei Foo Fighters. Sono situazioni in cui oltre alla musica conosci persone di posti diversi».
«Gli altri tutte storie brevi»: le vostre estati sentimentali?
A: «Sono una sottona, non ci sono mai riuscita ad avere storie brevi».
T: «Anche io sono un sottone... È vero che quando si parla di relazioni estive si pensa al divertimento e alla lussuria, ma ci restano nella memoria proprio per la spensieratezza e la rilassatezza del godersi l’attimo».
Spensieratezza e relax sembrano estranei alla musica pop di oggi che vive di corsa e sempre sotto pressione...
A: «Tutto è più complicato e veloce, ma il segreto è pensare a lungo termine. Non penso alla prossima canzone, ma ai prossimi due anni. E va trovato un equilibrio fra l’esserci sempre e lo sparire, che una volta era necessario».
T: «Non è facile trovare l’equilibrio, ma credo di dover rendere conto solo a me e ai miei fan, non alle logiche delle classifiche».