Corriere della Sera, 5 giugno 2024
Palingenia, una nuova casa editrice con i maestri del 900
La palingenia è un insetto acquatico, una sorta di piccola libellula che compare anche in una celebre incisione di Albrecht Dürer raffigurante la Sacra Famiglia. La parola, però ne evoca anche un’altra: palingenesi, cioè rinascita, rigenerazione. E proprio a questa duplice suggestione fa riferimento il nome scelto per una casa editrice che arriverà in libreria il 28 giugno, fondata sulla comune passione di un gruppo di amici – scrittori, docenti universitari, storici, economisti, tra cui il presidente Giorgio La Malfa e l’amministratore delegato Pierangelo Dacrema – sostenuti da imprenditori italiani guidati da Luca Garavoglia, azionista di controllo di Campari Group.
A raccontare al «Corriere» la nuova realtà, nella redazione milanese condivisa con uno studio di architettura (la sede legale è a Venezia), è il direttore editoriale Giancarlo Maggiulli, per 37 anni editor di Adelphi dove, negli ultimi anni, è stato responsabile della germanistica. Sei mesi fa si è gettato in questa impresa inseguendo un sogno che lo accompagna fin da quando era ragazzo. «Da tempo ne parlavamo con Pierangelo Dacrema, caro amico, anche lui grande appassionato di libri. Un giorno, a Venezia, siamo passati di fronte a quella che fu la casa di Aldo Manuzio e siamo tornati a parlarne. Io ero ospite di Renata Segre, storica, vedova di Marino Berengo, a sua volta grande studioso. Donna di vastissima cultura storica, mi ha ricordato che Venezia, per almeno due secoli, è stata in assoluto la capitale dell’editoria italiana. Lì, nel Cinquecento, vennero stampati il primo Talmud a caratteri ebraici e il primo Corano in caratteri arabi».
Con questo incoraggiamento, e con ambizioni commisurate all’entusiasmo, l’operazione si è messa in moto. Nel catalogo arriveranno libri raffinati, curatissimi in ogni dettaglio, dalla grafica alla scelta della carta al carattere tipografico, che tuttavia vogliono stare sul mercato. «Il nostro proposito è di contribuire, come piccola casa editrice indipendente, al rinnovamento dell’editoria di catalogo, nel solco della grande editoria italiana del passato. È un progetto editoriale che coincide con un progetto culturale. Secondo l’interpretazione classica, la libellula di Dürer a cui è ispirato il nostro logo realizzato da Enrico Delitala, rappresenta il legame tra cielo e terra, tra microcosmo e macrocosmo, tra sacro e profano. Anche la casa editrice si propone di volare liberamente tra il passato e il presente, tra la letteratura e la saggistica, tra autori italiani e autori stranieri».
Uno dei cardini del progetto è la riscoperta dei classici, in una collana che, come le altre, prende il nome dalla topografia di Venezia: I ponti. Classici a volte poco noti o addirittura introvabili, «dimenticati tesori della letteratura e della saggistica del Novecento e, in parte, dell’Ottocento» li definisce Maggiulli: «A questo proposito mi piace citare Giuseppe Pontiggia che definiva i classici “i contemporanei del futuro”. Il Peppo, che ho conosciuto quando avevo 23 anni, è stato un caro amico e, visto che ci separava una certa differenza di età, anche un maestro. Tra i primissimi libri che pubblicheremo, tra l’altro, ce n’è uno suo».
Dare nuova vita ai classici per Palingenia significa offrirli in nuove traduzioni, con prefazioni o postfazioni ad hoc, il testo originale a fronte e spesso una nota del traduttore che, aggiunge Maggiulli, «avrà modo di raccontare il suo confronto, in certi casi il corpo a corpo, con il testo». Nel centenario della morte di Franz Kafka si comincia con Contemplazione, uno dei tre testi dell’autore praghese pubblicati quando era ancora in vita, in passato spesso uscito come Meditazione. «È tradotto da Margherita Belardetti – spiega Maggiulli – e corredato da una nota al testo di Roland Reuss, tra i massimi studiosi di Kafka, che ricostruisce puntualmente la storia della pubblicazione di questo suo primo libro, diciotto prose poetiche spesso impropriamente definite racconti, in cui c’è già tutto Kafka, ma un Kafka sorprendente rispetto a quello più conosciuto dei romanzi». Sul grande scrittore il progetto è ambizioso: pubblicarlo tutto, in ordine cronologico, con testo a fronte.
I saggi saranno ordinati nella collana I campi (o I campielli), con allusione simbolica alle piazze veneziane e ai campi del sapere. «Anche in questo caso si tratta di riannodare un dialogo approfondito con i giganti del passato, attraverso la riscoperta di titoli fondamentali di grandi maestri: spesso non sono più disponibili, mentre magari sono abbondanti quelli degli allievi». Maggiulli tiene a sottolineare che il lavoro editoriale è fatto internamente: «Editing, revisione, tutto quel meticoloso, certosino, lavoro di verifica, di riscontro, di controllo che è indispensabile. Per ora siamo una struttura molto snella (oltre a Maggiulli ci sono Paola Basso e Sarita Segre ndr), perché i titoli in programma, da giugno alla fine dell’anno sono soltanto 8. Il proposito è di arrivare a 15 nel 2025, e, una volta a regime, a una ventina all’anno».
Palingenia non vuole, però, guardare soltanto al passato: «Abbiamo in programma una collana di narrativa contemporanea, I canali, con uno sguardo particolare al mondo mitteleuropeo e tedesco con cui ho una certa familiarità – continua Maggiulli —. E poi Il Fondaco d’Oriente, dedicata a mondi letterari da noi poco esplorati, come la Cina». Entro la fine dell’anno uscirà Fondali profondi di una giovane autrice cinese, nata nel 1990, Dong Lai: «Siamo rimasti tutti conquistati dalla sua scrittura, al punto che abbiamo acquisito i diritti anche per il secondo romanzo».
Ma prima, il 5 luglio, arriverà il Peppo. Un libro che divorerei, secondo titolo di Palingenia, raccoglie una selezione dei pareri di lettura che Pontiggia scrisse tra gli anni Settanta e Novanta in veste di consulente per Mondadori e Adelphi: «Un regime quasi di bigamia alla luce del sole – scherza Maggiulli – ma lui, da lettore magistrale quale era, sapeva perfettamente quali testi potevano andare bene per l’uno e quali per l’altro. Questi scritti, selezionati tra gli oltre 4 mila acquisiti dalla Fondazione Beic di Milano, sono gioielli di scrittura che mostrano un sapere enciclopedico sbalorditivo, perché sono pareri di lettura di narrativa, saggistica, poesia in tre lingue, inglese, francese, spagnolo, oltre che italiano».
Palingenia avrà una collana pronta ad accogliere ogni genere di libro. Nella serie Le isole troveranno posto quei testi ibridi che si sottraggono a qualsiasi classificazione; ne Le fondamenta confluiranno invece carteggi, biografie, autobiografie, memorie. Tra i primi titoli in programma c’è In esilio anche il mio cuore di Hertha Pauli, «un memoir di grandissima intensità – lo definisce Maggiulli –, uno dei più bei libri della letteratura dell’emigrazione, di una scrittrice e giornalista viennese che, come molti altri ebrei e non, con l’Anschluss, l’annessione dell’Austria al Reich tedesco, dovette fuggire in fretta e furia dal suo Paese. E poi la collana Le maschere, dedicata a testi di teatro, in particolare quello contemporaneo italiano, e ancora L’altana, per gli albi illustrati, «libri crossover» li definisce Sarita Segre che se ne occupa, scelti in continuità con la produzione per gli adulti. Albi dal sapore un po’ vintage, come quelli di Tomi Ungerer che infatti li definiva «non libri per bambini, ma libri fatti bene».