Corriere della Sera, 5 giugno 2024
Il mercato, i libri non sense in Rete
Che me ne importa, con rispetto parlando, di Gigi Graham e dei suoi tre obiettivi cioè di riuscire a qualificarsi per la nazionale femminile di hockey, vincere l’oro olimpico e uscire, finalmente, dall’ombra di suo padre Garrett cioè uno dei più grandi campioni di tutti i tempi? Niente. E proprio questa è la curiosità che ti lascia Amazon quando ti propone dei libri. Fateci caso: se vi è capitato di cercare sull’immenso ipermercato online un cavo elettrico vi arrivano per giorni, settimane, mesi piogge di proposte su cavi elettrici di ogni tipo e genere e misura e colore. Se avete cercato stuzzicadenti diluvieranno suggerimenti sugli stuzzicadenti di legno, di plastica, di bambù o titanio. E così se avete perlustrato il web per trovare un giubbino estivo (scrosci di giubbini estivi), un tostapane (alluvioni di tostapane), un trapano (esondazioni di trapani) e così via. Insomma, il cervellone dell’iper magazzino di Jeff Bezos si attacca come una zecca a quelle che, in base alle vostre ricerche, suppone siano le vostre esigenze: se ordini solo t-shirt o infradito non ti propone mammut doposci col pelo.
Sui libri no. Qualunque libro tu possa ordinare online, i consigli per l’acquisto continueranno imperterriti a sventagliarti davanti una serie di titoli del tutto slegati, indifferenti, eccentrici se non addirittura insensati rispetto ai «tuoi» acquisti precedenti quindi ai «tuoi» soliti interessi. Non si tratta di cultura più o meno «alta», né di elitarie graduatorie tra La Recherche di Proust e Le ricette di Zia Betta ma di buonsenso: se uno compra solo saggi che senso ha proporgli romanzi?
È come se un aspirante libraio (ci vogliono vent’anni per fare un libraio, diceva Umberto Eco...) si regolasse come si regolò la domestica di quello scrittore che, al ritorno da un ricovero, trovò i suoi libri diligentemente spolverati e riordinati per colore, con sfumature degradanti dall’acceso al tenue. E gli argomenti? Boh... «Così stanno meglio», gli fu detto. Una tesi adottata, spiegarono anni fa certi editori e rivenditori americani a Jura Koncius del Washington Post, da vari arredatori: «Avevamo blocchi di libri invenduti e con la nuova moda è tutto più facile». Alla grande il nero, bene il grigio. A scalare. Soprattutto per gli hotel deluxe. E se un cliente decide di portarsi via un libro? «Difficile: vengono incollati uno all’altro...».