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 2024  giugno 05 Mercoledì calendario

Periscopio

In una storiella la nostra situazione è paragonata a quella d’una nave: tutt’intorno l’abisso del mare, e nessun posto dove fuggire. Nadeda Mandel’tam, Speranza abbandonata, Settecolori 2024.
Nonostante la devastazione [del 7 ottobre, Hamas] è riuscito a trascinare Israele in un pantano d’accuse internazionali, a ricucire la causa palestinese e, davanti alla possibilità d’indebolire ancora di più lo stato ebraico, potrebbe volere altra guerra, altri morti a Gaza, altre proteste in Israele. La proposta d’accordo è di fatto dettata da Hamas, l’aggressore, che non è detto sia disposto ad accettarla. La pressione internazionale unilaterale diretta contro Israele ha reso Sinwar padrone d’ogni mediazione e maestro d’una lezione pericolosa. Micol Flammini, il Foglio.

Gli ucraini hanno cominciato a usare le armi ricevute dagli americani per colpire obiettivi militari in territorio russo, in una fascia che arriva a cinquanta chilometri di profondità dal confine. Tra i primi bersagli colpiti ci sono un ponte, una base militare e un sistema missilistico S-300/S-400, che può servire sia per abbattere aerei e missili ucraini sia per puntare e lanciare missili contro Kharkiv. Daniele Raineri, Repubblica.
«Hanno dato carta bianca a Kiev» e «non stanno facendo niente per fermare le pericolose azioni provocatorie dei loro servi», ma «per gli Usa ci sarà sicuramente un prezzo da pagare», ha attaccato il viceministro [degli esteri russo Sergei Ryabkov]. Giuseppe Agliastro, La Stampa.
Alla Torre Eiffel le finte bare dei «soldati francesi morti a Kiev». Sospetti sui servizi di Mosca. Repubblica.
L’accusa più sbalorditiva rivolta alle democrazie occidentali è di considerarsi migliori di altri paesi, dove la democrazia non c’è. Mattia Feltri, La Stampa.
Tajani può essere la sorpresa per mitigare Meloni. Dario Franceschini.

[Secondo] Tajani, il consenso a Kiev d’utilizzare le armi occidentali in territorio russo aprirebbe a scenari d’escalation e avvicinerebbe la Terza guerra mondiale. Questo tizio, passato da un ruolo ombra ai tempi di Berlusconi alla ribalta nazionale, all’evidenza non conosce la storia e la dottrina – vincente – della deterrenza. Il crollo dell’Unione sovietica è stato determinato dalla permanente deterrenza occidentale, accentuatasi con l’installazione in Occidente e anche in Italia dei missili Cruise capaci di colpire il territorio russo. A quei tempi, anni ’80, i movimenti pacifisti dell’orbita Pci, finanziati da Mosca, usavano il medesimo argomento fallace cui ricorre oggi Tajani. Domenico Cacopardo, ItaliaOggi.
Il furbo Guido Crosetto ha deciso di dare a Zelensky i Samp-t e gli Storm Shadows, missili in grado di colpire il territorio russo, dopo il voto. [Sotto elezioni] finge d’essere moderato. In realtà, i soldati italiani partecipano alle esercitazioni militari della Nato per prepararsi a sparare sui soldati russi in Ucraina. (…) Crosetto dovrà assumersi grandi responsabilità se l’Italia si ritroverà in guerra con la Russia o se l’Ucraina sarà colpita dalle testate nucleari. Alessandro Orsini, il Fattosky quotidiano.

Bellicisti giù. Macron, Scholz & C. a picco nei sondaggi.il Fattoide quotidiano.
È vero che i Borghi di sinistra chiedono l’uscita dalla Nato e vorrebbero spostare l’asse della politica estera, nel pieno di una guerra, a favore della Russia. Anche il Pd, a tratti, e ancor di più i 5S tendono a rendere più radicali le loro posizioni, sconcertando gli elettori non ideologici. Ma almeno lasciano in pace il presidente della Repubblica perché sanno che non ne verrebbe nulla di buono per chicchessia. Stefano Folli, Repubblica.
Claudio Borghi, in calzoni corti, un moccioso: «Posso dire un’altra cazzata?» Una voce: «Hai già detto quella su Mattarella, amore... riposati». Borghi, frignando: «No, un’altra!» Voce: «Fa così da quando in famiglia è arrivato Vannacci. [È geloso]». Makkox, il Foglio.
Salvini frena: nessuna critica a Mattarella. Corriere della Sera.
Ho detto una banalità che straconfermo. Claudio Borghi.
II Colle provoca e i cronisti fanno i pompieri. Davanti alle critiche al presidente, che aveva definito il voto voto «la consacrazione della sovranità europea», i giornali si travestono da corazzieri. La Verità.

Giovanni Toti ha deciso di combattere sul piano politico e su quello giudiziario per uscire vincente da una vicenda, ha detto, «destinata a fissare nuovi paletti tra politica e magistratura». (…) La procura s’aspettava che, una volta arrestato, si dimettesse, come hanno fatto altri prima di lui, per poi finire assolti ma con la carriera politica distrutta. È proprio su questo che la decisione di Toti di resistere, resistere, resistere è particolarmente apprezzabile. La magistratura può e deve indagare su reati, non dettare l’agenda politica alle istituzioni democratiche. il Foglio.
[Condannato anche in secondo grado,] Davigo ha fatto sapere che ricorrerà in Cassazione. Un cambio di passo importante in quanto l’ex magistrato è sempre stato contrario agli appelli. In Italia, era solito affermare, ci sono «troppi procedimenti perché ci sono troppi appelli e ricorsi in Cassazione fatti in attesa del colpo di spugna». Aveva proposto che «chi fa appello deve rischiare una pena più alta». Giovanni M. Jacobazzi, Libero.

[Mani pulite]. Pellegrino aveva già raccontato tutto o parecchio in questi decenni. Stavolta la sua intervista al Corriere è un po’ più esplicita (tutti i partiti prendevano soldi, anche Pci-Pds e Msi). [Ma] il punto è sempre lo stesso: (…) il nervo ancora scoperto [della sinistra] è quello della nozione di giustizia in riferimento ai diritti del cittadino e in relazione ai problemi che la politica ha con il codice penale. Mario Lavia, Linkiesta.
Chi omaggia la Decima non cerchi alibi. Invoca il fascismo contro la Repubblica. Michele Serra, Repubblica.
Fra fascisti, neofascisti, paleofascisti, filofascisti, criptofascisti, fascisti di complemento, fascisti in borghese eccetera, non c’è più nessuno che possa sentirsi al riparo dall’infamante accusa. Se un radioamatore di qualche altro pianeta riesce a captare le voci della terra, tutto questo sciacquio di fascio, fascismo, fascisti che si leva dall’Italia deve fargli pensare che il nostro Paese sia tutto una Tivoli o un immenso lavatoio dove le massaie battono i panni. Indro Montanelli, il Giornale, 4 settembre 1984 (da Come un vascello pirata, Rizzoli 2024).
Non è vero che tutto passa: il peggio resta. Roberto Gervaso.