il Fatto Quotidiano, 5 giugno 2024
Il flop degli Europei di Atletica
L’Olimpico addobbato a festa, che rischia di rimanere semideserto. Qualche cartellone pubblicitario fuori tempo massimo e sconti a tutto spiano, per mascherare il flop dei biglietti. I conti che torneranno solo grazie al solito intervento dello Stato, circa 13 milioni pubblici con ritorni risibili. Gli Europei di atletica leggera 2024 a Roma – da venerdì 7 giugno a mercoledì 12 – sono il manifesto dei grandi eventi sportivi in Italia: nascono male, vengono organizzati peggio e alla fine saranno pure celebrati come un successo da media e istituzioni, pronti a dimenticarsi tutto alla prima medaglia per ricominciare daccapo.
Parlare di grande evento stavolta è esagerato: gli Europei nell’atletica, disciplina mondiale se ce n’è una, non lo sono. Figuriamoci nell’anno olimpico, con i campioni concentrati sui Giochi, tranne forse gli azzurri costretti a ben figurare in patria. Ciò non ha impedito all’Italia di lanciarsi nella solita impresa sgangherata e costosa. Voluti nel 2020 dall’ex presidente dell’atletica Alfio Giomi, ma organizzati dal successore e nemico Stefano Mei, con tanto di doppio Comitato, perché il primo l’aveva creato a pochi giorni dalle elezioni, e il secondo ha voluto scioglierlo e ricostituirlo. Tutto tempo perso. Appoggiata dalla giunta Raggi ed ereditata da quella Gualtieri, con l’assessore Onorato che si è fatto pregare fino all’ultimo per stanziare i soldi promessi dal predecessore. Altri veti e ripicche incrociati. La manifestazione ha pagato i passaggi politici e le troppe voci presenti in Fondazione, un autentico condominio, per giunta rissoso.
L’impressione di un evento mal preparato è confermata dai numeri. Cifre ufficiali non ce ne sono, ma a quanto risulta al Fatto a poche ore dall’inaugurazione sono stati venduti appena 80 mila biglietti, su sei giorni di gare. Compresi quelli scontati, compresi anche quelli “regalati” a 1 euro a studenti e insegnanti per l’esordio di venerdì, nella speranza di mascherare il flop. Siamo fermi al 30-35 per cento della disponibilità. E parliamo di una capienza già ridotta dai 65 mila abituali dell’Olimpico a meno di 40 mila posti, per le necessità dell’atletica (pedana dei salti, maxi-schermi, zona tecnici e fotografi, ecc.). La media è di circa 15 mila spettatori al giorno, ma se consideriamo che la serata di sabato con i 100 metri di Jacobs sarà quasi sold-out, si rischiano sessioni da 4-5 mila presenti. È vero che i numeri dell’atletica non sono quelli del pallone, ma l’Olimpico deserto non sarebbe una bella cartolina d’Italia.
Non è col botteghino che l’evento poteva reggersi sulle sue gambe. Infatti il Comitato chiuderà in pareggio, ma solo grazie ai fondi pubblici: 8,8 milioni dal governo, 2 a testa da Comune e Regione, su 24 di budget totale. Poteva comunque andare peggio perché a un certo punto, quando ancora non erano stati definiti con precisione i contributi, si temeva una voragine da 7 milioni. Poi la partecipata governativa “Sport e Salute” ci ha messo una pezza con una sorta di commissariamento, rivedendo alcuni contratti al ribasso e facendo quadrare i conti. Alla fine gli Europei ci costeranno “solo” 13 milioni, cifra tutto sommato contenuta se paragonata ad altre manifestazioni. Ma per cosa?
La valenza sportiva è quella che è. Si aggiunge quella sociale: promozione dello sport, non proprio a buon mercato. La riqualificazione degli impianti, una nuova pista per l’Olimpico, lo stadio dei Marmi tirato a lucido, piccoli interventi sul Paolo Rosi e allo stadio della Farnesina. Saranno rifatti due campi di periferia, ma sono ancora da identificare. Poteva valerne persino la pena, se non fosse per lo spettacolo desolante dell’organizzazione. Ci guadagnerà solo l’atletica: si spera il movimento, di sicuro la Federazione, e non solo metaforicamente. Da carte federali risulta al Fatto che una parte dei fondi per gli Europei è finita nelle casse della Fidal, che si è fatta “pagare” dalla Fondazione per i suoi servizi: 220 mila euro nel 2022, per una serie di attività di promozione certificate dalla società Nielsen. Poi altri 400 mila nel 2023 per il personale che la Federazione ha prestato al Comitato, e che però ha lavorato per entrambi gli enti, autocertificando le ore su cui è stato quantificato il corrispettivo (da capire come finirà nel 2024). Una procedura che a un certo punto aveva sollevato qualche dubbio anche al Dipartimento Sport di Palazzo Chigi e in European Athletics (l’organizzazione continentale), ma intanto ha contribuito ad aggiustare i bilanci della Federazione. Non contenta, la Fidal voleva organizzare pure i Mondiali 2027, ma è stata stoppata dal ministro Abodi. Bastano e avanzano gli Europei.