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 2024  giugno 04 Martedì calendario

Periscopio


 

Una gabbia andò a cercare un uccello. Franz Kafka, scomparso il 3 giugno 1924 (da Aforismi di Zürau, Adelphi 2016).
Solo noi che voliamo sappiamo perché gli uccelli cantano. Philippe Leroy, attore e paracadutista, scomparso il 2 giugno 2024.
Deportazioni. Zelensky accusa Putin: «Ha rapito 20mila bambini ucraini».Repubblica.
Le utopie sono ormai tecnicamente realizzabili e, di conseguenza, il problema di come evitarne la realizzazione è diventato un problema serio. George Orwell, I socialisti possono essere felici? (in Noi e la bomba atomica, Piano B 2024).

L’ultima bambina ucraina uccisa da una bomba russa si chiama Maria Mironenko. Aveva 12 anni, faceva la sesta classe del liceo numero 132 di Kharkiv, adorava i cavalli e suonare la bandura, il liuto ucraino. Insieme ai genitori faceva la volontaria per i rifugiati fuggiti dai territori occupati nella parrocchia greco-cattolica di san Nicola. È morta sabato 25 maggio, durante un pomeriggio di shopping con i genitori, sotto le rovine dell’ipermercato di materiali edili Epizentr, colpito in pieno da due bombe pilotate lanciate dall’esercito di Mosca. (…) A Kharkiv un ragazzo e una ragazza, entrambi dodicenni, sono rimasti feriti il 31 maggio nell’attacco di un missile contro un palazzo residenziale di cinque piani nel quartiere Novobavarsky. Poche ore prima, un altro missile aveva provocato un incendio in una casa di Balakleya, sempre a Kharkiv: 12 feriti, tra cui 8 bambini. Sono statistiche d’un solo giorno, che per assurda coincidenza era la vigilia del Giorno della tutela dei bambini, un nome altisonante per una ricorrenza ereditata dall’Unione Sovietica, che si vantava che l’infanzia più felice era quella che si viveva nel socialismo reale. Anna Zafesova, La Stampa.

Il piano Biden per la fine della guerra a Gaza è una bandiera bianca dissimulata. (…) Da «free Gaza from Hamas» si passerebbe a «free Israel from Bibi», con le congratulazioni di Hamas, Khamenei, Erdogan e Putin. (…) Un conto è una tregua umanitaria, un conto è uno scambio, un altro conto è la richiesta a fanfara della fine della guerra negoziata, suonata dall’Onu e da molti capi di stato occidentali (…) con i Sinwar e i Mohammed Deif rintanati nei tunnel con gli ostaggi, forti dell’appoggio di molti fronti, dagli Ayatollah agli Houti agli Hezbollah fino ai campus in rivolta per una Palestina «libera dal fiume al mare». Se il problema è che il mondo si è rivoltato contro Israele in guerra d’autodifesa, e che la sfida elettorale americana ne deve tenere conto, non si può pretendere che Israele si pieghi a questo schema disfattista. Giuliano Ferrara, il Foglio.
In attesa di capire dove andranno a finire le accuse contro lo Stato ebraico, ci sono rimaste poche verità di cui essere sicuri: i giudizi di parte delle Corti internazionali, l’uso spregiudicato del termine genocidio e l’indulgenza verso i crimini di Hamas. Iuri Maria Prado, Linkiesta.

Sono stati gli ebrei a finire bruciati nei forni crematori e a essere dichiarati [in Russia] medici-assassini. Ancor oggi ci sono baracche ad attenderli in qualche sperduto luogo paludoso, dove solo per un incredibile caso non sono stati spediti. È ancora troppo presto per negare l’esistenza di queste baracche. Hanno cominciato a marcire, ma possono essere riparate dalle loro mani. Per quanto riguarda i soldi delle riparazioni sarà facile tirarli fuori dalle tasche delle giacche dal taglio democratico che hanno preso il posto delle redingote. In questo genere di cose l’esperienza non ci manca. Nadeda Mandel’tam, Speranza abbandonata, Settecolori 2024.
Rischio carcere per Trump. E lui avverte: sarà sommossa. Repubblica.
È il 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana. Oggi si consacra la sovranità della nostra nazione. Se il presidente pensa che la sovranità sia dell’Unione europea invece che dell’Italia, per coerenza [si dimetta]. Claudio Borghi, senatore leghista, un tweet.
Attacco a Mattarella. Borghi ne chiede le dimissioni e Salvini lo segue. Meloni gl’impone lo stop: «Se no, devo sconfessarti». La Stampa.

Salvini: «Nessuna polemica». [Ah, nessuna!]. Libero.
Molti hanno ricordato il tweet del 2 giugno 2013 in cui il segretario della Lega così si congedava dai suoi follower: «Notte serena amici, oggi non c’è un cazzo da festeggiare». La linea di Francesco Cundari.
Figurarsi se Mattarella può darsi pensiero per le boutade leghiste. E però non c’è dubbio che tra la destra (di cui la Lega rappresenta la faccia più feroce ma in un certo senso più sincera) e il Colle la tensione sta venendo allo scoperto, complici anche le differenze sulla politica estera. Sull’Europa, ma anche sulla guerra scatenata dalla Russia, sulla quale Mattarella aveva detto che bisogna rifiutare «baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione». Cioè parole molto diverse da quelle del governo sulle recenti scelte sulla difesa dell’Ucraina con cui l’Italia ha detto no all’uso delle armi per colpire i siti russi da cui partono gli attacchi di Mosca. Mario Lavia, Linkiesta.

Roberto Saviano escluso dall’Italia dalla Fiera del libro di Francoforte? [Scurati:] «Assonanze [dell’affare Matteotti] con il presente: addomesticare il fascismo è una sciagurata illusione». Erica Manna, Repubblica.
Troppa fascistaggine. Altan, Repubblica.
A furia di prendersi così sul serio si rischia di scivolare nel mimetismo storico-ideologico. Ci si immagina nei panni di altri in un’epoca diversa da quella nella quale effettivamente si vive. Un po’ come quei signori che si vestono da gladiatori romani dalle parti del Colosseo, ma loro almeno lo fanno per sbarcare il lunario e con una buona dose di autoironia. Alessandro Campi, il Messaggero.
«Noi siamo diventati di sinistra perché avevamo professori di destra», diceva Antonio Ricci. «Fazio è di sinistra perché aveva professori di sinistra». Andrea Minuz, il Foglio.
Borrelli teorizzò in un’intervista (…) che se l’Ottocento era stato il secolo dei Parlamenti e il Novecento quello degli esecutivi, non escludeva che il secolo seguente avrebbe potuto essere il secolo della giurisdizione. Giovanni Pellegrino (Francesco Verderami, Repubblica).
Volete capirlo che questi di Milano stanno facendo una rivoluzione? E le rivoluzioni si sono sempre fatte con le ghigliottine e i plotoni d’esecuzione. Massimo D’alema, 1993 (ibid.).
Il moralista, prima di giudicare, condanna. Roberto Gervaso.