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 2024  giugno 04 Martedì calendario

Germania, il latino più studiato dell’italiano

Gli studenti tedeschi studiano il latino più dell’italiano. Ma non è una cattiva notizia. Lo scopro in un articolo della Frankfurter Allgemeine per la verità dedicato al francese.

L’Unione europea si basa sempre sull’asse Parigi-Berlino, ma i rapporti tra i due paesi negli ultimi tempi sono in crisi. Un cattivo segno, secondo il quotidiano, è che i giovani in Germania studiano sempre meno il francese: su 8,7 milioni di studenti al ginnasio e liceo, l’anno scorso appena un milione e duecentomila, il 14,6%, nel ‘23 erano il 15,3%.
Un calo inarrestabile. Come prevedibile, al primo posto troviamo l’inglese studiato da 6,8 milioni.
Una superiorità schiacciante e prevedibile, una sorta di esperanto che permetterebbe a tutti di capirsi ovunque. Ma un buon inglese, diciamo internazionale, é lontano dall’inglese autentico. È una lingua ricca e molto più difficile di quanto si voglia credere.
La scomparsa delle altre lingue è un danno culturale, una perdita irrecuperabile.
Un altro dato preoccupante: in Germania appena il 15% studia la sua lingua madre. Non basta ascoltare i genitori, che spesso poi parlano un dialetto, o sono analfabeti. La Muttersprache, la lingua madre, dovrebbe rimanere la base su cui imparare bene le altre lingue.
Al secondo posto, ed è ancora scontato, lo spagnolo, con il 17%. Viene parlato in quasi tutto il Sud America, ed è richiesto da molte imprese per gli scambi commerciali.

A sorpresa, fuori dal podio, ma al quarto posto troviamo il latino studiato da 532mila giovani tedeschi, una scelta non obbligatoria. Mancano ricerche, ma si presume che lo scelgano quanti vogliono studiare letteratura all’università, o compiere studi teologici (diventare pastore luterano non equivale a essere prete cattolico, non si prendono voti, è una professione, non solo una missione, che viene scelta sempre più dalle donne).

Studiano il latino come una lingua viva e non morta, come facciamo noi.
Appena arrivato in Germania, un giovane che durante le vacanze lavorava come cameriere, appena scoprì che ero italiano tentò di iniziare una conversazione in latino. Feci una pessima figura.
Ai miei tempi, a scuola studiai anche il francese come una lingua morta. In classe non tentammo mai di parlarlo. Probabilmente, anche il professore si sarebbe trovato in difficoltà.

Infine arriva la lingua italiana, con meno di mezzo milione, ma i dati sono incerti, perché sono molti i tedeschi che lo vogliano imparare da adulti nelle scuole private.

A fine maggio, in visita nella scomparsa Ddr, il presidente francese Emmanuel Macron a Dresda ha pronunciato un discorso da leader europeo in un fluente tedesco.

È in forte calo a casa, secondo i sondaggi Madame Le Pen arriverebbe alle prossime elezioni presidenziali al 30% il doppio. Ma i francesei all’ultimo momento si spaventano di votare per l’estrema destra.
Nonostante tutto, in cuor suo, Macron spera di essere il primo presidente dell’Europa Unita eletto dal popolo. E parla in tedesco. Ma anche in Francia sono sempre meno quelli che parlano la lingua di Frau Merkel (che parlava russo con Putin, ma in inglese con i partner occidentali).

Per la nostra lingua all’estero, dovremmo fare di più. Una nostra amica che ha aperto una piccola scuola privata ha i corsi sempre al completo. Lo studiano anche gli anziani, ci dice, l’italiano si impara per amore, di qualcuno o di qualcuna, o per la cultura.

L’italiano è indispensabile nel modo dello sport e dell’alta moda, e nell’arte. Il 7% delle parole tedesche derivano dal latino o dall’italiano, e altrettante sono quelle tedesche che noi usiamo, a volte senza saperlo.
È un peccato che le nostre autorità non facciano molto. Temo che impegnarsi per la nostra lingua, per qualcuno sia un peccato nazionalista. I francesi hanno proibito di usare i termini inglesi quando non siano assolutamente indispensabili. Noi troppo sovente usiamo l’inglese male e a sproposito.
All’ultimo salone del libro ho sentito un giovane oratore parlare dell’intelligenza artificiale, è una challenge, disse, quale altro termine potrei usare?
Sfida, stavo per gridargli, ma ho lasciato perdere.