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 2024  giugno 04 Martedì calendario

L’autovelox dei record all’ombra delle Dolomiti “Ora Salvini ci spieghi come evitare l’ecatombe”

COLLE SANTA LUCIA (BELLUNO) – Motociclisti che confondono le Dolomiti con il circuito del Mugello. Automobilisti che scambiano le strade tra i passi alpini con il tracciato di un rally. Si fa presto, a furor di social, a nominare Fleximan “eroe”. Poi arrivi qui, dove resiste impotente il rilevatore automatico di velocità più spietato d’Italia, e scopri che nei paesi reali d’alta quota la popolarità del giustiziere degli autovelox non raggiunge affatto le vette virtuali toccate in città. Questione di weekend e di ferie estive: due tornanti, rettilineo di trecento metri con pendenza al 12 per cento, limite di 50 all’ora, rombo assordante, velocità di punta registrata tra le case oltre 140 chilometri all’ora. Considerate esasperazione ed emergenza, a Colle Santa Lucia hanno scelto un sindaco con il cognome all’altezza della missione: Paolo Frena. «Altro che turisti tartassati per fare cassa – dice – io ho il dovere di arginare il dramma degli incidenti e di proteggere la popolazione. Decreto Salvini o no, in queste condizioni di pericolo le strade di montagna non possono affrontare la prossima estate: invito il governo a fare chiarezza subito».Un altro pasticcio all’italiana: migliaia di autovelox non omologati, ricorso-pilota di un avvocato trevigiano, inevitabile sentenza della Cassazione e prevedibile misura politica pre-elettorale. Risultato: stop alle colonnine e milioni di multe ferme, sospese in attesa di “indicazioni”.
Simbolo nazionale dell’allergia a regole e buon senso, l’odiato autovelox bellunese in località Piezza, poche curve sotto passo Giau a quota 2236 metri, il valico più spettacolare delle Dolomiti a mezz’ora da Cortina d’Ampezzo, sotto i Gruppi di Nuvolau e Averau. Proprio qui, a poche sgasate dal mitico ristorante Aurelio, ai primi di gennaio Fleximan ha dichiarato guerra alle automatiche contravvenzioni per velocità. L’autovelox piantato dal sindaco Frena nel 2019, durante la notte fu segato di netto e abbandonato nella neve. La sua colpa: dal primo istante, senza discussioni, è stato il misuratore più redditizio del Paese in rapporto agli abitanti del Comune. Numeri del paradosso nel 2023: abitanti di Colle Santa Lucia 346, valore delle multe elevate 747 mila euro, pari a 2.159 euro per residente. Due anni fa l’autovelox-incubo si era fermato a quota 623 mila, nel 2021 a 552.367: su 4.596 verbali, 3.132 erano stati inviati a viaggiatori stranieri e 1.464 a connazionali. Per i masochisti della statistica: nella capitale dolomitica delle contravvenzioni, causa piede pigiato sull’acceleratore, il valore delle sanzioni è stato di 83 volte più alto della media italiana. Oltre 1,9 milioni di euro in tre anni. «Chi ritiene che viaggiare a velocità folle anche in montagna sia un diritto – dice Frena – ci odia perché siamo quattro gatti di paese e così il nostro autovelox sembra una trappola tesa per finanziarci le sagre. In realtà altri misuratori, nelle città, fruttano cifre ben più elevate. Il problema resta la sicurezza: invito chi mi insulta a salire qui e a verificare l’insostenibilità sociale e ambientale della situazione».
Nei fine settimana i 29 tornanti che in 9,8 chilometri conducono a passo Giau, con una pendenza media del 9,5%, sono presi d’assalto da moto e auto. Sette su dieci, tra gli appassionati del “giro dei passi” sulle Dolomiti, sono stranieri. La strada icona del ciclistico Giro d’Italia, stretta e a strapiombo tra rocce e pascoli come lo Stelvio, spesso ghiacciata, a volte innevata, si trasforma in un tacito percorso di gara tra sconosciuti impegnati nell’internazionale Gran Tour motorizzato sulle Alpi. Velleitario, per Colle Santa Lucia e Selva di Cadore, implorare pietà e tentare di resistere. Colpa della spending review: nei due paesi tagliati da chi brucia l’asfalto e nemmeno sbircia le distese fiorite, opera part-time un solo vigile condiviso. Sei ore alla settimana da luglio a settembre, concentrate tra sabato e domenica: giusto il tempo di segnalare alla polizia stradale i mezzi-razzo che sfrecciano sotto la velocità della luce. Risultato: in un anno zero multe agli abitanti, oltre 4.500 ai turisti e delega totale all’inflessibile autovelox solitario.
«Il suo abbattimento non ci ha spaventato – dice il sindaco Frena – e l’abbiamo rimesso in funzione. Dal 19 aprile però, a causa dello scoppio del caso non-omologazione e le sentenze della magistratura, rileviamo i superamenti del limite dei 50 all’ora, ma sospendiamo la notifica delle multe per evitare nuovi ricorsi. Una beffa: i piloti-bolide aumentano, sanno che siamo impotenti e ne approfittano per violare ogni limite. Ora, assieme agli altri sindaci delle Dolomiti, ho chiesto un incontro al prefetto di Belluno: chiarisca lui cosa possiamo fare per salvare la vita della nostra gente». Complicata anche la cosa più semplice, come piazzare una pattuglia nei tratti a velocità limitata. Per omologare gli autovelox, a prova di ricorso da parte dell’associazione nazionale Altvelox, c’è un anno di tempo. Nel frattempo anche i limiti, causa decreto-Salvini, vanno ridefiniti. Tra le Dolomiti però, fuori dai centri abitati, la quantificazione della velocità massima lungo i singoli tratti non compete ai Comuni, ma a chi gestisce le strade. Nel caso del Bellunese tocca ora pronunciarsi a Veneto Strade Spa. «Le Alpi sono ridotte all’autodromo d’Europa – dice Frena – perché lo Stato non ha i fondi per controllare con le forze dell’ordine il rispetto dei limiti indispensabili per prevenire una strage. Il governo però, invece che premiare la prudenza, non trova soluzione migliore che sconfessare gli autovelox e mettere di fatto sotto accusa le stesse misure di pubblica sicurezza. Come sindaco pretendo che il ministero dei Trasporti, che non ha sciolto il problema cruciale dei rilevatori automatici, dica subito con chiarezza cosa devo fare per permettere a chi abita qui di non vivere con i tappi nelle orecchie e di uscire di casa senza rischiare la vita». Qui qualcuno azzarda: per salvare le Dolomiti, tassa d’ingresso come a Venezia e passi senz’auto in estate. Miraggio verde. Sul disperso Colle Santa Lucia c’era un solo autovelox. Prima è stato abbattuto. Poi criminalizzato quale pe ggior vessatore d’Italia. Infine costretto a funzionare per niente: pur di non disturbare chi vive per correre.