il Fatto Quotidiano, 4 giugno 2024
Borgonzoni finanzia la sfilata di Ferretti e ha vestiti in prestito
Rivendicano di aver tagliato gli sprechi della “casta dei radical chic di sinistra” ai film e agli eventi di nicchia per gli amici degli amici. I paladini della destra del rigore però non batton ciglio se mezzo milione di fondi pubblici vengono usati per l’evento privato di una stilista amica loro. Anche se veste da capo a piedi chi sta in cima ai ministeri che lo finanziano, magari con la formula furbetta dei “capi in prestito”. Basta non si sappia in giro, che non sta bene. Infatti, questa storia esce giusto dal fango.
La sera del 26 maggio 2023 l’Emilia-Romagna affonda ancora nell’abisso portato dalla pioggia, ma nel centro di Rimini si accendono i riflettori e dalla porta di Castel Sismondo, come nulla fosse, escono modelle avvolte in abiti leggeri, trame di seta e veli di chiffon: va in scena “Ferretti Resort24”, la sfilata-evento con cui la stilista romagnola Alberta Ferretti, fondatrice del gruppo quotato Aeffe, svela la sua nuova collezione. In prima fila spiccano il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, e la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni.
Il Fatto scopre poi che quel ministero aveva contribuito all’evento con 90 mila euro. Solo ora da altre fonti si scopre che i ministeri generosi in realtà erano due, che rispondono alle due donne della politica ben in vista alla sfilata. Il secondo è un contributo per “servizi” di 305 mila euro erogato dal ministero della Cultura e pagato da Cinecittà il 4 aprile scorso. La causale: “Realizzazione sfilata-evento Rimini”. Cinecittà precisa però di aver svolto “solo un ruolo di supporto amministrativo”, giacché progetto e fondi sono della dg Cinema e Audiovisivo, dove la Borgonzoni è di casa, avendo le deleghe per cinema e moda.
Da lì è uscito un “progetto speciale” che unisce Fellini alla sfilata: “Il comune genius loci tra Alberta Ferretti e il Maestro Fellini, entrambi nati a Rimini, e il connubio moda/cinema, molto ricercato per questa collezione…”, è la giustificazione all’ulteriore contributo. Contando i 90 mila euro dell’Azienda Turistica dell’Emilia-Romagna, la sfilata è costata mezzo milione di fondi pubblici. Altre cifre sono imbarazzanti.
Nonostante la tragedia in corso, il Gruppo Ferretti e le istituzioni patrocinanti avevano scelto di non cancellare l’evento per “dimostrare la resilienza” del popolo romagnolo, annunciando una raccolta fondi per l’emergenza e la vendita di felpe disegnate ad hoc dalla Ferretti con la scritta “Io ci sono”, che naturalmente Santanchè e Borgonzoni indossano a favor di telecamere.
Aeffe comunicò poi al Fatto che le felpe fruttarono 57 mila euro soltanto, mentre nulla finora si sapeva sul conto ministeriale “Emergenza alluvione” aperto da Cinecittà. Cinque mesi dopo da via Tuscolana partirono due bonifici ai Comuni di Villafranca e Sant’Agata sul Santerno per 300 mila euro destinati al ripristino di due palazzine. Per il “popolo degli alluvionati” furono dunque raccolti meno fondi di quanti lo Stato ne avesse versati al Gruppo Ferretti che fattura 350 milioni l’anno.
Tornando a quella serata, l’occhio cade sul vestito: la Santanchè, amica della stilista, si presentò con un completo Ferretti. Solo i pantaloni adornati di paillette e pietre costano quasi 4 mila euro. Magari lei li paga, diversamente da quelli che la Borgonzoni, amica e conterranea della stilista, sfoggia nelle occasioni istituzionali e di gala cui è chiamata a partecipare in virtù della sua carica: ad esempio quello arancione in seta ricamata sul red carpet della Mostra del Cinema, e quello turchese indossato l’indomani.
Mandiamo le foto delle politiche-indossatrici a Francesco Francavilla, capo comunicazione di Aeffe Spa: “I capi indossati da personaggi sui tappeti rossi fanno parte di un guardaroba dell’ufficio stampa che li mette a disposizione per gli indossi e poi li recupera”. Però chi li recupera, come e quando non lo dice. L’ultimo messaggio è: “Lo facciamo come tutte le case di moda”. Le foto le giriamo alla Borgonzoni. “Non mi è stato regalato! – risponde piccata – Spero un giorno di essere contattata da lei per qualcuno dei tanti provvedimenti che seguo come sottosegretario. Buon lavoro”. Il suo entourage si precipita a parare il colpo d’immagine del sottosegretario con delega alla moda che si fa “prestare” i vestiti dalle case di moda, compresa quella che il suo ministero finanzia. “Così fan tutti” è il refrain, ma lei non lo farà più per evitare “fraintendimenti”.