la Repubblica, 4 giugno 2024
“Da qualche parte tra gli zero e gli uno: è lì che ho trovato il mio regno…”. Il verso di The code, la canzone di Nemo vincitrice all’Eurovision Song Contest, compare nel post con cui, sabato scorso, il Festival europeo ha augurato dal suo profilo Instagram un Happy pride month alla comunità arcobaleno per l’inizio dei festeggiamenti del mese dell’orgoglio Lgbtqia+
“Da qualche parte tra gli zero e gli uno: è lì che ho trovato il mio regno…”. Il verso di The code, la canzone di Nemo vincitrice all’Eurovision Song Contest, compare nel post con cui, sabato scorso, il Festival europeo ha augurato dal suo profilo Instagram un Happy pride month alla comunità arcobaleno per l’inizio dei festeggiamenti del mese dell’orgoglio Lgbtqia+. Una vittoria significativa, quella dell’artista di Bienne, nel cantone di Berna, che non è però piaciuta a qualche telespettatore: vedendo sul palco la sua performance con la gonna e la blouse rosa, il generale dell’esercito, l’ex Folgore Roberto Vannacci, è esploso: «Il mondo al contrario è sempre più nauseante». Quasi un mese dopo, ascoltando quella frase, Nemo commenta con sorpresa: «Mi chiedo come possa un pezzo di stoffa far paura o nauseare qualcuno».
Nemo, com’è cambiata la sua vita dopo la vittoria all’Eurovision?
«Per un verso è molto cambiata, perché non passa giorno che io non riceva richieste di incontri, interviste, concerti. Non mi fermo mai. Il mio team di lavoro è aumentato e anche il progetto si è molto evoluto. Per altri versi, invece, sono il Nemo di sempre, sto passando un bellissimo momento qui a Berlino, anche se faccio avanti e indietro con Zurigo».
Ha deciso di vivere a Berlino?
«No, vorrei andare a Londra ma è presto per dirlo: per il momento non ha molto senso dire dove vorrei stare anche perché sto viaggiando in tutta Europa, tra pochi giorni devo andare a Parigi. Sono ovunque e in nessun posto, mi sembra di vivere in una valigia».
Con il brano “The code” ha voluto raccontare la sua scelta di persona non binaria e di come, rompendo le regole imposte dalla società, lei abbia cominciato a vivere davvero.
«Per me è stato molto importante, desidero sempre l’autenticità in tutto ciò che faccio ma stavolta stavo parlando di me e della mia vita. Cerco la libertà di comportami come voglio e di non dover seguire una regola solo per compiacere gli altri. Aver creato uno spazio in cui potermi esprimere è stato molto importante e credo che lo sia stato a un livello molto ampio anche per chi ha potuto seguire la mia performance all’Eurovision. In quel momento credo di aver dimostrato che essere se stessi non è soltanto qualcosa di giusto ma di necessario. Spero di aver spinto le persone non binarie a realizzarlo. E, agli altri, l’idea che nessuno può permettersi di metterlo in discussione. Aver potuto utilizzare quel palcoscenico per affermare questo diritto è stato un grande onore».
Ha ballato in equilibrio su una trottola gigantesca.
«Abbiamo pensato a lungo al modo giusto per trasferire il significato di questa canzone in una coreografia che fosse giusta per il palcoscenico dell’Eurovision. Avevamo l’esempio del video del brano, un treno nel quale passando da un vagone all’altro interpreto i diversi capitoli della canzone, ma ci avrebbe obbligato a cambi di costume impossibili sul palco. L’idea della trottola ci è sembrata corretta, un modo semplice per realizzare i diversi momenti solo inclinandosi e scivolando o ruotando insieme a essa. Volevamo creare sul palco un mondo instabile, non confortevole, pauroso, a momenti pieno di luce e in altri invece completamente all’oscuro, così come con la rotazione un continuo scambio tra alto e basso e tra destra e sinistra. Insomma, un mondo in qualche modo non binario. Eccola la metafora: come trovare il tuo posto in un ambiente ostile».
C’è chi si è chiesto come lei riuscisse a tenersi in equilibrio, qualcuno ha creduto che indossasse scarpe speciali, magari magnetiche.
«Nulla di tutto questo, ma la cosa divertente è che abbiamo provato molti tipi diversi di scarpe per scegliere la suola perfetta, né troppo sottile né troppo spessa, che mi consentisse di avere la giusta aderenza. Alla fine nessuna ha funzionato meglio delle scarpe che indossavo arrivando alle prove, e così ho usato le mie».
In Italia un generale dell’esercito, ora candidato della Lega, vedendola con la gonna sul palco ha esclamato: “Nauseante”.
«Non so davvero cosa pensare di un giudizio come questo. Mi verrebbe di fare a mia volta una domanda a questa persona e di chiedergli come possa un pezzo di stoffa, un certo modo di vestirsi o di decorarsi le unghie, disturbarlo così tanto. È difficile per me capire come tutto questo possa far paura o nauseare qualcuno».
Il mondo potrà cambiare e smetterla di giudicare il prossimo?
«Io sono per la libertà: vuoi fumare un sigaro perché ti fa sentire più macho? Puoi farlo. Credo che un mondo più rispettoso della libertà del prossimo sarebbe un mondo migliore in cui vivere. Ci arriveremo, grazie alla comprensione, ma ci vorrà del tempo. Parlarne è importante e aver vinto l’Eurovision da persona non binaria mi offre l’opportunità di una platea enorme».
È in arrivo un album?
«Sì, dopo tanti ep e singoli e dopo aver lavorato per tanto tempo anche per altri, è il momento di raccogliere le mie canzoni. Ho cominciato a fare musica a 16 anni, all’inizio cantavo solo in svizzero tedesco, poi l’inglese mi ha imposto un nuovo inizio: devo scegliere bene cosa dire, i miei propositi nella musica, e anche il contributo che voglio dare agli altri e al mondo attraverso la mia musica. E questo è l’aspetto migliore di essere artista».