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 2024  giugno 03 Lunedì calendario

A Pescara la sinistra a caccia di rivincita

PESCARA – Davanti agli spritz di corso Manthonè più che del prossimo sindaco, si discute del nuovo allenatore del Delfino, il Pescara calcio. La gara per il Comune è vissuta con la solita (solita, in questi tempi di affluenza tendenzialmente fiacca) apatia. Più cinismo alla Flaiano che epica dannunziana. Però il centrosinistra ci crede. Dice Michele Fina, tesoriere nazionale del Pd, abruzzese doc e braccio destro di Elly Schlein al Nazareno: «Se andiamo al ballottaggio ce la giochiamo. E sarà il secondo tempo delle Regionali». Le Regionali, grande rimpianto del campo largo. Si erano messi insieme tutti, in Abruzzo: da Italia Viva a Fratoianni. Schlein e Conte hanno macinato comizi. Ma l’ha spuntata il “Lungo”, Marco Marsilio, luogotenente del melonismo. E nemmeno al fotofinish, come pronosticava il grosso dei sondaggisti, ma con uno scarto largo: sette punti. A sinistra ancora si leccano le ferite. Però se Marsilio ha conquistato il bis da governatore è stato soprattutto grazie al fortino aquilano. Mentre a Pescara – ed erano solo due mesi fa – il candidato di questo centrosinistra formato maxi, Luciano D’Amico,prevalse 52 a 48.
Certo, la sfida per Palazzo di Città – palazzone razionalista, tipico stile del Ventennio – non sarà una corsa a due. Perché oltre al sindaco uscente, Carlo Masci, avvocato 65enne, forzista appoggiato dal centrodestra a ranghi completi, l’opposizione si presenta un po’ sfilacciata. Con 3 sfidanti. Pd e 5Stelle comunque sono riusciti a trovare la famosa quadra. E coi rossoverdi appoggiano Carlo Costantini, pure lui avvocato, classe ‘62, deputato due volte nei primi Duemila con Antonio Di Pietro. Poi passato ad Azione di Carlo Calenda, per due anni scarsi. Ora è in pista coi giallorossi. «Con Di Pietro mi sento ancora, i rapporti sono ottimi. Anche coi 5S, molti di loro venivano dall’Italia dei valori. E nel 2008 assoldammo Gianroberto Casaleggio come consulente per le Regionali», racconta Costantini da uno dei bar storici della città, il caffè Settebello, subito dopo avere concluso una riunione (piuttosto animata) coi sindacalisti della Cgil che si occupano di trasporti. La mobilità è uno dei temi forti della sua campagna: «Bus gratis per tutti gli studenti», promette. E poi «una metropolitana di superficie».Le colpe dell’azzurro Masci, sostiene Costantini, sono quelle di non avere dialogato con la città. Di avere proceduto a strappi, come sul progetto che qui è conosciutissimo, quasi famigerato, di viale Marconi: due corsie dei bus piazzate tra i negozi, parcheggi tagliati, polemiche à gogo. Alla fine Masci ha dovuto far marcia indietro. Altro tarlo, per cui il sindaco è stato molto contestato: «Ha sistemato le telecamere agli incroci. E oggi – dice sempre lo sfidante di centrosinistra – Pescara è la capitale delle multe: più di tutta Italia, per chilometro quadrato». Masci questa accusa la mal sopporta: «Ma quale multificio! I dati sono altri. E poi il 70% dei verbali riguardava automobilisti di fuori Pescara», si difende dallo stabilimento Niki Beach. Comunque diverse telecamere, da qualche mese, sono state disattivate.
C’è anche un grillino vecchio stile, in corsa. Anzi: ex grillino. Domenico Pettinari, ex dirigente del Codici, l’associazione dei consumatori, due volte consigliere regionale (votatissimo) con il M5S. «E infatti è uscito dal Movimento tre mesi fa, quando non si è potuto ricandidare, per il tetto dei due mandati», dicono i detrattori. Lui non la pensa così: «Avrei avuto ancora il mandato zero. Ho lasciato perché io dico ancora: né destra né sinistra», racconta accanto ai casermoni delle case popolari di via Aldo Moro, durante un comizio vecchio stile alla fermata del bus, col microfono e la cassa sistemati sul marciapiede. Pettinari lo temono sia a destra che a sinistra. Perché promette: «Non faremo apparentamenti». C’è anche un quarto candidato: il renziano (ex deputato Pd) Gianluca Fusilli. «Ma il nostro è quasi un campo largo», riprende Costantini. Anche se Conte, fino ad oggi, «non si è fatto vedere», a differenza di Schlein. E il suo ex leader Calenda? «Spero che farà votare per me».