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 2024  giugno 02 Domenica calendario

I programmi dei gruppi europei


PARTITO POPOLARE
Obiettivo difesa comune, politica estera condivisa e riforme oltre l’unanimità
«L’ Europa è la nostra casa»: così comincia il manifesto del Partito popolare europeo (di cui fa parte Forza Italia), in cui si fa riferimento a «dignità, sicurezza e libertà» come alle priorità per l’Europa oltre che all’«economia sociale di mercato» che il Ppe rivendica di avere «inventato». Un partito “moderato-conservatore”, ma con un Dna schiettamente europeista: «Noi crediamo nella nostra way of life europea», e «ci battiamo per una Europa forte», «competitiva», «democratica» ed in cui si fa riferimento alle «radici giudaico cristiane», si legge nel programma pubblicato solo in inglese. Con questa importanti premesse, al primo punto del manifesto del Ppe, molto significativamente viene indicata una «Europa che protegge i suoi cittadini». Una Europa, che «lotta per l’Ucraina» e che «deve proteggersi». La Difesa comune europea è dunque in questo momento storico il primo tema, ma i popolari vogliono anche un’Unione Europea che «deve diventare pronta ad agire in politica estera» superando il «principio dell’unanimità» nelle sanzioni contro i regimi totalitari. Il manifesto sottolinea pure la necessità di «proteggere i suoi confini contro l’immigrazione illegale». Sulla politica migratoria, dunque, da parte del Ppe una presa di distanza «dal rifiuto dell’estrema destra di impegnarsi in modo costruttivo nel ridurre l’immigrazione» come anche «dal rifiuto della sinistra di ridurre l’immigrazione illegale». L’economia sociale di mercato, dopo il Next Generation Eu creato per superare la pandemia, deve ora affrontare le nuove sfide poste dalle guerre in Ucraina e nel Sud del Mediterraneo. Un riferimento all’energia verde e alla protezione del pianeta arriva solo nella parte finale. Un passaggio è dedicato anche alla solidarietà fra le famiglie, in particolare per «quelle più a rischio» e a creare condizioni che favoriscano la natalità. Questa la conclusione: «Dobbiamo fare dell’Europa una casa buona e sicura per la popolazione».
PARTITO SOCIALISTA
I diritti messi al centro Un’agenda di sostenibilità e attenzione al lavoro
I l Partito socialista europeo (cui aderisce il Pd), nel manifesto approvato nel congresso svoltosi a Roma, propone un’Europa «sociale, democratica, sostenibile», una Europa che «è sempre stata un progetto di pace e di prosperità condivisa». Una Europa, afferma programma dei socialisti, capace di promuovere il «diritto internazionale e giuste relazioni internazionali», secondo un modello di integrazione europea apertamente federalista che protegga «sovranità», «Welfare state» e «lavoro green».
La prima parte del manifesto del Pes è dedicata all’Europa dei diritti sociali: si chiede la «messa in sicurezza della qualità del lavoro per tutti» con una Road map per giungere a un «lavoro di qualità e ben pagato», difendendo il potere di acquisto dei salari contro l’inflazione e il caro vita. Il Pes vuole pure attuare nella prossima legislatura un «patto verde e sociale» in cui giustizia sociale e giustizia climatica siano necessariamente interconnesse con la promozione di un «modello di mercato sociale economico» che assicuri il diritto ad abitazioni di qualità e a buon mercato e l’accesso alla sanità. È invece definito «cruciale» il ruolo della società civile nel favorire la democrazia, come pure «la difesa a tutti i livelli del principio di legalità». Il Partito socialista europeo vuole per i prossimi cinque anni un’Europa «femminista», libera «da ogni forma di discriminazione» e capace di gestire la migrazione con un «comune e coordinato sistema per la migrazione e l’asilo basato sulla solidarietà e su una solidarietà condivisa». Un punto del manifesto è dedicato al «controllo dell’intelligenza artificiale» e a rafforzare i diritti online dei cittadini. Infine, il programma indica l’obiettivo di una «forte politica di sicurezza e difesa europea complementare alla Nato», un sostegno alla pace basato sul multilateralismo, promuovendo una necessaria «riforma dell’Onu» e una rinnovata cooperazione internazionale.

RENEW EUROPE (LIBERALI)
«Mettere argine alle destre ostili alla casa comune» Spazio a donne (e aborto)
U n agile manifesto quello di Renew Europe, il gruppo centrista, liberale e democratico che raccoglie una quarantina di partiti riuniti attorno ad Alde, Partito democratico europeo e Renaissance (in cui confluiranno sia la lista Stati Uniti d’Europa sia Azione). Nonostante il “successo” di questa legislatura, afferma il programma, «gli artigiani della disunità europea sono in aumento. Sono gli amici di Putin» che hanno dubbi «sull’aiutare l’Ucraina» e che «hanno esultato per Brexit e per Trump». «Inequivocabilmente impenitentemente» europeisti, gli esponenti di Renew Europe si battono «per la liberà» che è il «cuore della nostra democrazia» e condizione di base «per la nostra prosperità condivisa».
Questa la premessa a 10 punti. Al primo posto, la Difesa: la pace tra gli europei è «la pietra angolare» della nostra prosperità e la Ue deve «essere preparata a proteggere la pace nel continente». Per questo è necessario «aumentare le nostre capacità di difesa» con legami rafforzati con la Nato e di sostegno all’industria della difesa. Riguadagnare competitività rispetto a Cina e Stati Uniti la seconda priorità per i liberali europei che auspicano che la prossima Commissione sia una «Commissione di investimento». La difesa dei diritti resta uno dei capisaldi dell’Europa: dato che «l’estrema destra è giunta vicina al potere, questi diritti sono finiti sotto attacco, specialmente i diritti delle donne», si legge nel documento, che chiede la tutela della «salute riproduttiva» incluso l’«aborto» (tema caro a Macron). La prossima legislatura dovrà essere dedicata pure all’implementazione delle «regole green» e delle «regole digitali». Sulle migrazioni, rispetto alla «retorica incendiaria» dei populisti, Renew Europe chiede di governare le migrazioni con un «corretto controllo» dei confini ed agendo «umanamente» verso i più deboli. Infine Renew Europe chiede di unificare il continente attraverso una «riforma dei Trattati» in modo da trasformare la Commissione in un vero governo democratico.

CONSERVATORI E RIFORMISTI
L’idea di sovranità davanti al progetto d’integrazione Più freni agli arrivi da Sud
Il gruppo dei Riformisti e conservatori europei (Ecr) – di cui fa parte Fratelli d’Italia – presenta un programma di 10 punti con, al primo posto, l’impegno a «preservare l’identità nazionale». La «libertà» e la «prosperità dell’Europa», si legge nelle prime righe del documento, si basano su «valori» e «culture nazionali» per cui i Riformisti e conservatori europei si impegnano a proteggere «tradizioni» e «valori» dell’Europa, rifiutando «qualsiasi inutile accentramento di potere a Bruxelles». Per Ecr, in un’ottica confederale ed euroscettica, il ruolo della Commissione europea «non deve essere scambiato per il governo di un super-Stato europeo». L’obiettivo del “Manifesto per un’Europa conservatrice” è, infatti, di «inaugurare una nuova era di sovranità rafforzata per gli Stati membri». Una Difesa forte è il secondo punto del programma, con il sostegno all’Ucraina «contro l’aggressione russa», rafforzando la cooperazione Ue-Nato e incrementando i bilanci per la difesa, mentre l’Alleanza atlantica è definita «attore primario della sicurezza». Ecr chiede inoltre una «strategia globale per la sicurezza delle frontiere», promette di «aumentare i rimpatri» e di collaborare «con i Paesi terzi per l’esternalizzazione della gestione della migrazione». Per «bloccare le partenze illegali», si prevedono «missioni navali comuni». In campo economico, i conservatori europei promettono la lotta alla burocrazia e investimenti in tecnologie d’avanguardia, mentre si vuole promuovere una politica energetica che assicuri «l’autonomia di ciascuno Stato membro nel determinare il proprio mix energetico», con il ritorno all’«energia nucleare» e alla «geotermia». Infine, Ecr prenderà in considerazione un ulteriore allargamento della Ue a «Paesi strategicamente importanti». Sarà data anche priorità alla «protezione dei cristiani perseguitati» e alla difesa della «libertà religiosa».
IDENTITÀ E DEMOCRAZIA
Il gruppo degli euroscettici si è spaccato. Corsa solitaria per chi preferisce le nazioni
N essun programma o manifesto comune per il gruppo Identità e democrazia (ID), che nella legislatura appena terminata riuniva, tra gli altri, la Lega di Salvini, il Rassemblement National di Marine Le Pen e Alternative für Deutschland (AfD). A spiegare questa assenza l’esplosione di fatto dell’alleanza tra le principali forze euroscettiche e sovraniste, le più decise nel contrastare i progetti di maggiore coesione comunitaria e uniti soprattutto dal contrasto a politiche che favoriscano l’immigrazione nella Ue (AfD si è spinto a parlare di “re-immigrazione” per chi già si è stabilito in Europa). In particolare, dopo gli scandali legati a dichiarazioni negazioniste sul nazismo di un leader di AfD e presunti legami con ambienti filorussi, il partito di estrema destra tedesco è stato espulso da ID. Da parte sua Le Pen ha manifestato un avvicinamento a Giorgia Meloni e questo potrebbe preludere a un’adesione del Rassemblement al gruppo dei Conservatori e riformisti. La posizione della Lega in campagna elettorale è stata molto chiara, a partire dallo slogan “meno Europa” che caratterizza i cartelloni nelle strade. Il gruppo ID potrebbe quindi non ricostituirsi nel nuovo Parlamento oppure ridursi per composizione, avendo una consistenza numerica inferiore all’attuale, anche se i voti alle forze sovraniste potrebbero essere in crescita.
Come la Lega, nemmeno il Movimento 5 Stelle, essendo parte del gruppo misto, ha nessun riferimento programmatico condiviso con un raggruppamento politico plurinazionale presente nel Parlamento europeo. Nel 2019, il partito di Conte votò a favore della conferma di Von der Leyen, ma oggi ha posizioni più lontane dal Ppe. In particolare, è contrario al sostegno militare massiccio all’Ucraina.
VERDI – SINISTRA EUROPEA
Ambiente al primo posto Impegno per lo sviluppo con democrazia e giustizia
A sinistra nell’Europarlamento, i Verdi Europei propongono un «Patto verde e sociale» che punti sulle «energie rinnovabili» e che combatta il costo della vita, investendo in «beni di prima necessità» e nei «servizi pubblici che tutti meritiamo». La transizione verde, si legge nel programma, «non è astratta, significa nuove linee ferroviarie, nuove fabbriche, nuove opportunità per voi e per la vostra comunità». Un «Green and social deal» che, nel manifesto degli ambientalisti, cammina assieme a «un’Europa inclusiva e democratica» e che «protegge i diritti di tutti». Una scelta di campo sociale e ovviamente sostenibile per «costruire un mondo più giusto» schierandosi al «fianco dell’Ucraina nella sua lotta per la libertà». I Verdi europei promettono di affrontare «le cause profonde dei conflitti e delle ingiustizie, utilizzando l’influenza e le risorse della Ue per avviare un Green deal globale».
Il manifesto della European Left, invece, afferma che «i nazionalisti estremisti e la destra neo-fascista che stanno già governando in alcuni Paesi o bussando alle porte del potere in altre, possono e devono essere fermati». Un programma che sottolinea un «ampio concetto di sicurezza» rispetto alle sfide di «cambiamento climatico, povertà e guerra». La «neutralità e il non allineamento» possono diventare modelli per una sicurezza europea pacifica. La Sinistra indica come necessario un «nuovo contratto sociale verde» nell’ottica di una ecologia integrale con un’azione per combattere la povertà con la sottolineatura di un piano casa e di accesso alla sanità, ai trasporti e alle telecomunicazioni. Attenzione è dedicata all’intelligenza artificiale, occasione di rinforzare la democrazia, mettendo al bando «la sorveglianza biometrica». La Sinistra europea «difende il diritto delle donne di prendere decisioni autonome rispetto alla maternità e al loro corpo». Alleanza Verdi-Sinistra dividerà i suoi deputati italiani tra i due gruppi, secondo l’appartenenza.