il Fatto Quotidiano, 2 giugno 2024
Eredi di Mandela finiti sotto il 50% per la prima volta dopo l’Apartheid
Per la prima volta dalla fine dell’Apartheid, L’African National Congress ha perso la maggioranza dei seggi nel Parlamento del Sudafrica. Nelle elezioni chiuse ieri, il partito che fu di Nelson Mandela ha ottenuto poco più del 40% delle preferenze (i risultati ufficiali saranno comunicati oggi, la consultazione è cominciata venerdì e ha portato ai seggi il 60% dei 28 milioni di sudafricani iscritti nelle liste elettorali). Per formare un nuovo governo, quindi, dovrà cercare un accordo di coalizione con i partiti rivali e fare una scelta di orientamento politico.
Le alternative sono tra il partito liberale Democratic Alliance (Da), guidato da un bianco e considerato vicino agli imprenditori, che ha preso il 21% delle preferenze, il partito (di sinistra) dell’ex presidente ed ex Anc Jacob Zuma, l’Mk (sigla che riprende il nome dell’ala armata dell’Anc) che ha preso il 14% e la formazione marxista Economic Freedom Fighters (Epp), fondato da un leader della federazione giovanile dell’Anc, che ha superato il 9,5%. L’Mk ha posto come condizioni per qualsiasi trattativa le dimissioni dell’attuale leader dell’Anc Cyril Ramaphosa, che con Zuma ha ingaggiato una feroce battaglia politica, avendolo sostituito alla presidenza del Paese dopo che era stato travolto da uno scandalo di corruzione nel 2018. Gli analisti ritengono molto difficile che Ramaphosa accetti di fare un passo indietro, per questo si guarda agli altri due maggiori partiti usciti dalle elezioni.
Secondo gli analisti, una coalizione che includesse il Da sarebbe più gradita agli investitori stranieri, ma i centristi non condividono la politica estera pro-Russia e pro-Cina del governo uscente. All’opposto, un accordo con i marxisti comporterebbe una radicalizzazione delle politiche economiche e sociali del governo sudafricano che preoccupa gli occidentali. Il leader centrista ha già definito un’eventuale accordo Anc-Mk-Eff “una coalizione apocalittica”.
Negli ultimi 20 anni l’African national congress ha registrato un calo costante dei consensi di circa 5 punti percentuali a ogni elezione. Questa volta invece ha perso 17 punti, rispetto al 57,5% che aveva ottenuto nel 2019. Le liste candidate erano più di 50. I partiti hanno adesso 14 giorni di tempo per le trattative, dopo di che il Parlamento dovrà eleggere il presidente.