la Repubblica, 2 giugno 2024
Sul capra tour di Sgarbi
NAPOLI – È il primo ad arrivare nella sede di Fratelli d’Italia in corso Umberto I. Ad accoglierlo c’è il segretario cittadino del partito di Giorgia Meloni, Marco Nonno, nostalgico nemmeno tanto di nascosto: «Vittorio che piacere». Sgarbi sorride, poi si guarda intorno: «Ma perché siamo qui, in questo posto triste e vuoto, potevamo vederci all’hotel Vesuvio che c’era più movimento». Si siede dietro al tavolo che ha come quinta una grande bandiera della fiamma meloniana e in attesa dell’arrivo dei giornalisti scherza con Nonno: «Ma dico, Marco, come è che per queste Europee non c’è un candidato di Napoli? Dico, per fortuna che ci sono io che sono nato a Napoli (ride, lui è nato a Ferrara, ndr ),ma porca tr…come si fa?».Sgarbi da giorni gira come una trottola tra Calabria, Puglia e Campania senza fermarsi mai: nei giorni scorsi è stato a Salerno, Caserta, paesini vari, fino a tarda notte, con ragazzini che si fanno selfie, lui che urla “capra capra”, ma anche a comiziare senza sosta. Qui nella sede di FdI deve tenere una breve conferenza stampa prima di tornare in giro verso Caserta, Torre Annunziata, Torre Del Greco.Una agenda incredibile e fittissima e a 72 anni, tra polemiche e guai giudiziari per i suoi acquisti avventati di quadri, tiene botta. L’attesa per la conferenza si prolunga e lui inizia il solito show sgarbiano su donne, sessismo, grillini, «merda trasformata in voto da Beppe Grillo», Salvini che nel 2018 «ha avuto un legame erotico» con Di Maio «sodomizzandolo e togliendoli consensi» e così via: un repertorio noto per chi lo ha incrociato in questi anni. «Ho avuto molte fidanzate napoletane dovete sapere – dice tra le tante amenità ma vedete, per esempio la siciliana ti dà anche l’anima. La napoletana invece si tiene l’anima perché sa che tu sei uno stronzo. Io ieri sera ho provato ad avere un’anima ma non ci sono riuscito». In sala entrano due ragazze: «Ah ecco, un’anima era lei, vieni, vieni Benedetta, siediti qui».Benedetta Apicella è un’attivista politica di Bellizzi, paesino a duepassi da Salerno, conosciuta da Sgarbi la sera prima: «Sai chi sono i candidati di FdI? Ma certo che non lo sai, i giovani conoscono me. Lo sai, Benedetta, che Tony Effe ha voluto fare un video con me?». Inizia così una parentesi sul legame tra Sgarbi e il rapper “maledetto” tutto cuore e pistole dorate: «Nell’ultimo video della canzone “sesso e samba”, dove c’è lui con venti donne intorno che lo desiderano smitizzando il sessismo, perché quando la donna desidera un uomo non c’è sessismo, alla fine compaio io. Schlein sverrebbe al pensiero. Io piaccio a tutti dai 9 anni ai 90». Ad un tratto in sala un ragazzo urla: «Ti vogliamo presidente della Regione».Il ragazzo in questione è il nipote dell’ex generale dei carabinieri Roberto Conforti, che fece grandi operazioni alla guida del nucleo di tutela del patrimonio artistico: «Grazie caro – risponde Sgarbi – sono stato amico di tuo nonno. Sarei un ottimo candidato alla presidenza della Regione Campania. Probabilmente meglio del ministro Gennaro Sangiuliano, e di Cirielli e Martuscello». Allora interviene Nonno, che gli dice con il sorriso: «Ma davvero ti candideresti? Vittorio sarebbe stupendo». «Si certo», e aggiunge: «Vabbè mi pare che la conferenza può finire, abbiamo detto abbastanza. Anzi un’ultima cosa: io sono l’anti Vannacci nel senso che raccolgo consensi fuori dagli steccati e aiuterò FdI vedrete. Ah, e io sono per più Sud in Europa e meno Europa al Sud». Vabbè, si può chiudere così in effetti.Sono le 12 di una giornata bellissima a Napoli. Nel frattempo Sgarbi è stato raggiunto dalla sua “squadra” social, ragazzi svegli che lo seguono ovunque: grazie a loro i suoi video spopolano tra i giovani su Instagram e Tik-tok. Arriva un rapper di Salerno, tale Felix e inizia a fare rime con il nome di Sgarbi: «Sarai il mio cantastorie, bravo, seguimi». Lui vede il cielo limpido e soleggiato e dice: «Venite, andiamo a vedere cose che voi non vedreste mai».Inizia così un tour tra palazzi nobiliari, statue, dipinti, sale affrescate. Prima tappa la casa museo dell’antiquario Saverio Di Giaimo a Chiaia. Terrazzi che danno sul Vesuvio che sembra fumante, marmi campani e siciliani recuperati in depositi abbandonati e rimessi a nuovo con colori ormai introvabili. Sgarbi però chiede:«L’avete chiamato il dottore Generoso? Andiamo allora a vedere quel palazzo?». Generoso Di Meo è un mecenate amante dell’arte che conosce ogni anfratto della Napoli dorata. Arriva trafelato e dice: «Vittorio andiamo a Palazzo Carafa Di Maddaloni». Tagliando Spaccanapoli, si arriva a via Maddaloni. Sgarbi scende dall’auto e un nugolo di ragazzini si avvicina, gli chiede selfie, di urlare “capra capra”, cosa che lui fa con gran piacere. All’ingresso dell’ala abitata di Palazzo Carafa ci sono il conte e la signora Garzilli. «Prego entrate», dicono. Un collaboratore dà a Sgarbi una torcia elettrica e Vittorio inizia a girare per le stanze illuminando un San Sebastiano di Vaccaro, una grande tela di Luca Giordano, un quadro di Marullo.Ma Sgarbi vuole andare nell’ala dove c’è la Sala Maddaloni, che prima del San Carlo era la grande sala concertistica di Napoli: «Non possiamo, il proprietario non c’è, impossibile entrare». Sgarbi vorrebbe arrampicarsi su un ponteggio. Troppo rischioso. Si vola allora attraverso via Toledo per arrivare a Palazzo Doria d’Angri, dal quale balcone si affacciò un vittorioso Garibaldi: «Un traditore del sud, eroe per i piemontesi», ripete Sgarbi nei suoi comizi per solleticare l’orgoglio meridionale borbonico, se esiste ancora. Ad attenderlo c’è il proprietario dell’hotel creato all’interno, Riccardo Ruggiti: e via un altro giro per vedere gli affreschi di Fischetti, lo stesso che ha dipinto i soffitti della Reggia di Caserta, o una statua di Urbano Nono che appare girando un angolo: «È lo zio del compositore Luigi Nono, non lo conoscono in molti ma era un grande artista», dice Sgarbi.La campagna elettorale non dà tregua, l’autista lo richiama all’ordine, ha un appuntamento con il candidato sindaco di Torre Annunziata, poi deve andare a Torre Del Greco e di nuovo a Caserta. Vittorio, dì la verità, dopo le Europee ti vorresti candidare a presidente della Regione? Lo sai che vorrebbe farlo anche il ministro Sangiuliano? E lui prima di chiudere lo sportello dell’auto: «Eh, secondo voi perché l’ho detto? Io vincerei, Giorgia lo sa». Ecco, se qualcuno pensava di mandarlo in Europa per liberarsene, ha fatto male i conti. Soprattutto da queste par ti.