la Repubblica, 2 giugno 2024
Il 2 giugno al Quirinale
Al Quirinale pienone di Fratelli d’Italia al tradizionale brindisi per la festa della Repubblica, una delle poche ricorrenze storiche nazionali che non crea imbarazzi e mal di pancia al partito di Giorgia Meloni. In fondo, una Repubblica l’aveva creata già Lui, Repubblica sociale italiana, Rsi, e bastò cambiare una lettera per avere il nome del partito madre, o padre, di FdI. La curiosità, semmai, è un’altra: la coincidenza tra la celebrazione del 2 giugno e il comizio elettorale di Giorgia Meloni a Piazza del popolo. Ha reso necessario un cambio d’abito per la presidente del Consiglio e per tutta la sua nomenclatura, passata in fretta dalle urla della piazza agli eleganti brindisi nei Giardini del Colle. Prima il manganello, solo dialettico, ci mancherebbe, poi il doppiopetto.Meloni arriva quando i Giardini sono già traboccanti di ospiti, ascolta l’inno di Mameli insieme a Sergio Mattarella e dopo finisce subito assediata da amici, colleghi, curiosi, clienti, in senso latino, e aspiranti clienti. Non meno di lei la sorella Arianna, riveritissima, che arriva al Colle separata dal marito ministro Francesco Lollobrigida, salvo unirsi a lui all’inizio del tappeto azzurro che dall’ingresso del Quirinale conduce ai Giardini. Gli inchini ad Arianna parlano: dì soltanto una parola e io sarò salvato. Arianna stringe mani e si schermisce, giurando che non è lei a salvare anime. Nel giorno in cui ha diffuso una smentita sulla sua amicizia con il conduttore Stefano De Martino, sempre più lanciato in Rai, al Quirinale le si presenta l’occasione di smentire dal vivo un altro patronage a lei attribuito. Le si avvicina Giuseppina Di Foggia, nominata amministratore delegato di Terna dall’attuale governo, Arianna le stringe la mano e si gira verso i giornalisti: «Dicono che siamo amiche, ma è la seconda volta che ci vediamo».Per fortuna il protagonista è sempre lui: Sergio Mattarella. Nel giro di benvenuto,accompagnato dalla figlia Laura, saluta personalmente un numero altissimo di invitati. Quasi tutti gli dicono una parola: «Grazie». Qualcuno, forse pensando al premierato, lo invita a tenere duro. Sorcino per Mattarella è Renato Zero, uno dei molti artisti e intellettuali presenti: «Lei è una gran persona, un grazie grandissimo per come ci rappresenta. Le voglio bene». Con Marco Tardelli, ai Giardini insieme alla compagna Myrta Merlino, si verifica uno dei pochi casi in cui è il capo dello Stato ad avvicinarsi e parlare: «L’altra sera ho visto uno spezzone di quel momento magico», dice a Tardelli citando il leggendario urlo dopo il gol in finale alla Germania ai Mondiali di Spagna‘82. Il ballerino Roberto Bolle ricorda al presidente un recente incontro a New York, il cantante e youtuber Fabio Rovazzi un evento per la Costituzione. Mattarella passa dal fisico Giorgio Parisi a Lino Banfi, che poi si va a sedere a un tavolino con Antonio Angelucci, deputato della Lega e super editore della stampa vicina al governo. Mattarella resta toccato dalle parole dell’ambasciatore ucraino Yaroslav Melnyk: «Grazie per il suo sostegno e la forte dichiarazione che ha fatto». Meloni conferma che al G7 sarà presente il presidente ucraino Zelensky. Non sappiamo se l’argomento è stato trattato anche nel fitto e cordiale colloquio tra l’atlantista Antonio Tajani e il meno atlantista Paolo Scaroni, ex presidente Eni.Mattarella si sposta sulla terrazza con vista spettacolare sulla città per un altro momento abituale, il brindisi riservato alle alte cariche dello Stato. In terrazza incontra pure Claudio Baglioni, che intonerà l’inno alla parata del 2 giugno ai Fori Imperiali. Il presidente della Camera Lorenzo Fontana è per l’occasione anche il leghista più alto in grado, visto che Matteo Salvini non si è presentato.Per essere un evento a pochi minuti di distanza dal comizio finale di Meloni prima delle Europee del 9 giugno non si può dire che l’umore dei Fratelli sia altissimo. Meloni non mette asticelle: «Alle Europee vorrei confermare il dato delle politiche. Una percentuale? Non lo dico neanche sotto tortura, sono scaramantica». Circolano in più capannelli sondaggi di ogni genere e pronostico, irriferibili per legge. Valga solo come indizio il fatto che si smette di parlarne appena compare all’orizzonte un Fratello, come quando in pieno pettegolezzo sopraggiunge lo spettegolato. Per fortuna c’è chi rincuora la presidente, come il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, appassionato come quando Tony Brando/ De Sica blandiva il sottosegretario Massimo Ghini inCompagni di scuola («Lasciati che dire che il tuo discorso al congresso di Bari è stato di una lucidità...»). Prandini la complimenta per il comizio di Roma: «Sei stata splendida». Si avvicina un dirigente Rai che chiede alla presidente del Consiglio la cortesia di scattare un selfie con suo figlio. Il ragazzo è molto alto. «Che figura mi fai fare», scherza Meloni con lui. Missione compiuta. Poco lontano, a un tavolo circolare più appartato, è radunata una succursale di viale Mazzini. C’è l’ad Roberto Sergio, c’è il dg e futuro ad Giampaolo Rossi, c’è il direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci.Meloni regala la battuta migliore a Francesco Rutelli, che le chiede se si diverte: «Mi diverto? No. Però non mi annoio». Ci si accontenta. Il sottosegretario Andrea Delmastro, forse ormai guardingo quando si festeggia qualcosa, è meno pimpante del solito. Più allegro di lui è il collega e convivente romano Giovanni Donzelli, che non raccoglie la provocazione del cronista – «state prendendo le misure al Qurinale?» – ma scruta l’ampiezza e l’armonia dei Giardini e dice: «Qui si potrebbe fare una grande festa di Atreju». Ma subito precisa ridendo: «Era una battuta eh, non la scriva». Era una battuta davvero, ma essendo Donzelli l’organizzatore ufficiale degli eventi meloniani un’idea su dove piazzare il palco potrebbe essersela fatta. Deformazione professionale.Assente Elly Schlein, che l’anno scorso si era presentata ai Giardini fresca di elezione alla segretria del Pd, impegnata in campagna elettorale. Giuseppe Conte, a fianco la compagna Olivia Palladino, intrattiene un po’ di ospiti magnificando la qualità delle trattorie tradizionali rispetto ai ristoranti stellati: «Il patto di coalizione lo faremo in osteria», dice e chissà se scherza comeDonzelli. Quando il leader di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha l’occasione di salutare Mattarella lo ringrazia per il suo ruolo nella vicenda Salis. Carlo Calenda assicura a tutti che raggiungerà il quorum del 4 per cento. Deluso per ragioni non politiche è Matteo Renzi. Racconta: «Avevo preparato tutto per la finale della Fiorentina ad Atene. Pochi giorni prima mia moglie mi fa: guarda che il 29 maggio è il venticinquesimo anniversario di matrimonio di tua sorella. E io: c’è la finale, e poi che t’importa? La sorella è mia. Niente, ho dovuto disdire il volo e addio finale». C’è anche Massimo D’Alema. L’ex ministro degli Esteri chiede al presidente della Repubblica: «Ti posso rompere le scatole una mezz’ora?». Mattarella non si nega: «Con piacere, per te sempre volentieri». La delegazione degli altri ritirati dalla politica è guidata dall’ex pluriministro ed ex delfino senza quid del Cavaliere, Angelino Alfano, e da Luigi Di Maio. L’ex capo del Movimento M5S è accompagnato dalla compagna Alessia D’Alessandro, incinta. I malati di campagne elettorali la ricorderanno candidata del Movimento alle Politiche del 2018 quando era presentata, con una invenzione e degna del press agent dei divi Enrico Lucherini, «economista della Cdu strappa a Merkel». Poi si scoprì che D’Alessandro non lavorava per la Cdu e non era economista: «Leggo l’Economist», disse lei per spiegare l’equivoco.