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 2024  giugno 01 Sabato calendario

Periscopio


Non so se gli studenti americani conoscono la storia del pifferaio di Hamelin, ne dubito perché a oggi non hanno mai saputo una cosa che fosse una, ma insomma c’è questo pifferaio che prima attira tutti i topi della città e li fa morire, poi siccome non viene pagato per la disinfestazione attira tutti i bambini della città e muoiono pure loro. Chiedo scusa per lo spoiler, ma almeno sapete [come girano le cose]. Quindi: ieri l’ayatollah Khamenei ha pubblicato una lettera di solidarietà e gratitudine per gli studenti americani: «As the page of history is turning, you are standing on the right side of it», mentre la pagina della storia sta girando, voi siete dalla parte giusta. [Adesso i topi, i bambini poi]. Assia Neumann Dayan, Linkiesta.

Anche Al Qaeda applaude gli studenti pro-Gaza. Dal web.
Donald Trump colpevole per tutti i 34 capi d’accusa nel processo Stormy Daniels. Il tycoon: «Il giudice è corrotto». HuffPost.
Se avesse via libera, come volerebbe il messaggero dell’imperatore! Invece come si stanca inutilmente. Ancora cerca di farsi strada nelle stanze del palazzo più interno; non riuscirà mai a superarle; e anche se gli riuscisse dovrebbe aprirsi un varco scendendo tutte le scale; e anche se gli riuscisse ci sarebbe ancora da traversare tutti i cortili; e dietro a loro il secondo palazzo e così via per millenni, e anche se riuscisse a precipitarsi fuori dell’ultima porta (mai e poi mai potrà avvenire) c’è tutta la città imperiale davanti a lui, centro del mondo. Franz Kafka, scomparso il 3 giugno 1924 (da Il messaggio dell’imperatore, Adelphi 2024).
Mentre i camion sfilano l’uno dietro l’altro, rombando forte, cigolando sotto il peso dei loro scatoloni, di là si combatte, c’è Rafah, l’ultimo avamposto di quattro battaglioni di Hamas. Alcuni ostaggi sono lì, a una manciata di chilometri di distanza e per questo la famiglia d’uno di loro ha raggiunto questo punto nel nulla. Hanno portato una torta, come alla festa d’un bambino, sopra ci sono due candeline: 2 e 4, Eitan Mor, preso in ostaggio il 7 ottobre compie gli anni. (…) I suoi parenti vengono al valico quasi ogni giorno. (…) Il padre porta un fucile e una cesta con dentro un vasetto di Nutella, dentifricio, spazzolino, una mela, una busta di caffè, carta igienica: «Noi ai palestinesi mandiamo gli aiuti, mio figlio non ha nulla, questo è quello che dovrebbe avere». (…) Ogni tanto gridano «Eitan!» con una «a» lamentosa, allungata per mandarla fino al di là del valico. Micol Flammini, il Foglio.

Per quanto affetto dalla «demenza» diagnosticatagli a distanza da Putin con la vecchia competenza del Cremlino in fatto di dissidenti, e condivisa in Italia da Matteo Salvini, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg non demorde. Anzi, sta facendo breccia tra americani, canadesi, francesi, inglesi, tedeschi, polacchi, baltici. I graffi di Francesco Damato.
Biden da il via libera a Kiev. Repubblica.
[Ma indovinate un po’:] l’Italia si dissocia. Tajani: «Mai nostre armi anti-Russia».il Fattosky quotidiano.
Escalation Nato. Vaticano: «È un errore».il Fattosky quotidiano.
[A proposito d’escalation:] Russia, giochi atomici. I consiglieri di Putin propongono un’esplosione dimostrativa. Lavrov: «Possiamo aumentare la nostra credibilità nucleare». Repubblica.
Qualcuno [mica Putin, ma l’Occidente, Biden, la Nato] vuole avvicinarci alla terza guerra mondiale... questa volta nucleare? Criminali! Matteo Salvini (Tommaso Cerno, il Tempo).
[Stoccolma]. «Stiamo aumentando le esercitazioni, sono sempre più intense. La gente che vive qua attorno si lamenta, ma ne faremo sempre di più», racconta Paula Levänen, portavoce della Livgardet, la Guardia Reale svedese di stanza a Kungsängen, nei boschi a 30 chilometri da Stoccolma, che in caso d’attacco nemico ha il compito di difendere la capitale. (…) Attorno a noi, fra urla e raffiche di spari a salve, 110 uomini sono impegnati in un’esercitazione: devono liberare un palazzo occupato da quelli che chiamano «omini verdi», un nemico anonimo quanto i soldati vestiti dello stesso colore che nel 2014 annetterono la Crimea alla Russia, il pericolo per cui si preparano i soldati del re. Andrea Marinelli, Corriere della Sera.

Stefano Fassina: «Alleanza europea tra M5s e rossobruni per negoziare con Putin e non piegarci agli Usa». Repubblica.
Heil Putin! Dal Web.
Il partito globale della guerra – cioè noi e non la Russia con i suoi alleati, la Cina, l’Iran, la Corea del nord, i paesi neutrali silenti – è la formula recente che riassume il messaggio putiniano: l’occidente provoca, Mosca si difende. Per molto tempo, i putinisti iniziavano le loro elucubrazioni dicendo: «La Russia aggredisce, l’Ucraina è aggredita, ma». Ora la premessa è saltata, si va dritti al punto: l’occidente costringe gli ucraini a una guerra «senza senso» per imporre il proprio dominio sulla Russia. Paola Peduzzi, il Foglio.
[Tallin]. L’Estonia è piccola. Ma non ha paura. Non l’ha avuta nel 1918, quando combatté [e vinse] la sua prima guerra d’indipendenza contro la neonata Unione Sovietica. (…) Non ha tremato nel 1940, di fronte alle armate di Stalin, cui si piegò senza combattere perché rimasta sola, senza alleati. Non ha paura adesso, nonostante i venti di guerra che spirano dalla vicina Ucraina e le minacce che s’addensano intorno ai propri confini. Tornati indipendenti da Mosca nel 1991, gli estoni [sono] ancora memori di cosa significhi vivere fianco a fianco con un vicino immenso e vorace. «La minaccia è sempre lì», ci dice il ministro della Difesa Hanno Pevkur e, anzi, «negli ultimi due anni è cresciuta. Perché la Russia non è cambiata. O meglio, mi correggo: è cambiata, ma in peggio. Ciò significa che la minaccia c’era nel passato, è qui nel presente e ci sarà anche in futuro». Paolo Salom, Corriere della Sera.

Elkann: «I nonni mi hanno protetto da mia madre». Repubblica.
Mamma, mammina, sei senza pietà. Se mi [bastoni] di me che sarà? I gufi, Il neonato (Mamma mammina).
Meloni su Matteotti rompe il tabù fascista, ma molti atti del suo governo restano fascisti. l’Unità (non un reprint del 1956 o del 1970, ma l’Unità di venerdì 31 maggio 2024).
Meloni omette Mussolini. Repubblica (non un reprint del 1975, ma Repubblica di venerdì 31 maggio 2024).
Chi cerca la luna nel pozzo meriterebbe di sprofondarvi. Roberto Gervaso.