La Stampa, 1 giugno 2024
L’ultima musa dei Kennedy
Era bellissima. Occhi di un azzurro quasi alieno, pelle diafana. Qualcosa di magnetico spingeva le ragazze a vestirsi come lei, a portare il messy bun (tutte da Calvin Klein dove lavorava) a pretendere dall’hair stylist proprio quel colore di capelli. Per Michael Kors, Carolyn Bessette Kennedy era «l’immagine della perfetta ragazza americana». Per Anna Wintour, «nella moda ha avuto lo steso effetto rivoluzionario di lady Diana». Per Edward Enniful, di Vogue Uk, possedeva il fattore it, «quella cosa che hai o non hai». E fa la differenza. Questo può spiegare l’ossessione, l’eterno ritorno sulle passerelle, il mito, i libri. CBK: Carolyn Bessette Kennedy: A Life in Fashion, di Sunita Kumar Nair, uscito l’anno scorso, alimenta lo stupore per la sua eleganza senza tempo. Ma John Kennedy Jr &Carolyn Bessette. Due icone immortali di Ursula Beretta e Maria Vittoria Melchioni (Minerva) arriva al cuore della leggenda in una biografia doppia, che, volendo, contiene anche la parte gossip: le ex di lui e gli ex di lei, i party, le fughe dai paparazzi, le litigate epiche in Central Park, le cene tra amici in una New York al massimo del glamour Anni ’90.
Così affascinante da conquistare e sposare John jr, figlio di JFK, l’unico principe azzurro degli States (i Kennedy sono per gli americani la cosa più simile a una dinastia di sangue blu) oggi Carolyn sarebbe un’influencer, e lo è stata a tutti gli effetti. «Ghost influencer» l’ha definita Vanessa Friedman sul New York Times. Milioni di ragazze hanno imitato lo stile «throwaway chic», una forma di minimalismo casual, prima che il Piper pilotato dal marito si inabissasse nell’Atlantico mentre volava verso Martha’s Vineyard, il 16 luglio 1999, 25 anni fa. Le biografie hanno smontato senza pietà lo scenario fiabesco: la coppia non funzionava, avrebbero divorziato. Ma il mito resiste, soprattutto quello di lei. Del suo stile. I golf a collo alto, le gonne a matita, i jeans, le camicie bianche. Il pezzo vintage e la camicia sofisticata di Yohji Yamamoto. La crocchia trattenuta dal cappellino rubato a lui o, nella versione più chic, da cerchietto tartarugato e foulard. I cappotti maschili e le sneakers. Lo street style prima che diventasse di moda. La maglietta di Gap e la giacca costosa. «Aveva un approccio disinvolto e rilassato, elegante oggi come allora», sentenzia Tory Burch. Così lo spirito di Carolyn aleggia ovunque, e vedremo chi questo mese comprerà l’abito-trench in seta nera di Yohji Yamamoto donato alla casa d’aste Bonhams da Sasha Chermayeff, amica di lunga data dei Kennedy. Si parte da 1800 dollari.
Wes Gordon, direttore creativo di Carolina Herrera, che non l’ha mai conosciuta, l’ha resa fonte di ispirazione ("Ho guardato tutte le foto possibili e immaginabili") e per quest’estate propone gonna a matita e camicia bianca. Claire Waight Kelller, complice il revival degli anni ’90, ha cercato di trasformare Meghan Markle in una simil Carolyn. L’americano Sporty & Rich ha pescato tra le immagini della royal couple d’America per la campagna dello scorso autunno: lui con baseball cap al contrario, felpa e joggers e immancabile bici da corsa portata a mano, lei in jeans e cappotto, occhialini minimal e cerchietto, quotidiano sottobraccio. O in blazer e foulard annodato come la leggendaria suocera Jackie. Lo slip dress color perla in crêpe di seta con taglio di sbieco, l’abito da sposa prima criticato, poi copiatissimo che ha fatto la fortuna di Narciso Rodriguez, è sempre cool. Il brand londinese Refine lo propone midi, in nero, bianco e cioccolato. Si chiama, non a caso, The Carolyn. Prada ha reintrodotto il cerchietto-fascia in satin di seta, ma a farlo uscire dall’area dell’infanzia bon ton abbinandolo con occhiali da sole ovali e T-shirt bianca è stata proprio Carolyn. Per le molte versioni proposte da Simone Rocha, Alexandre de Paris e Lele Sadoughi, dovrebbe esserle concesso il dritto d’autore. L’ex assistente Rosemarie Terenzio confessa: Mi chiedo ogni giorno: «Cosa farebbe Carolyn adesso?».