La Stampa, 1 giugno 2024
L’estate, che tormentone
Ferragosto può far concorrenza al Festival di Sanremo? Visti i nomi in campo per assicurarsi il trofeo che premierà il tormentone dell’estate sembrerebbe di sì. L’industria discografica, che da qualche anno può contare su bilanci in attivo e un pubblico ansioso di divorare musica, ha capito che fuori dall’Ariston e dalle strenne natalizie c’è una gioventù italiana disposta a cliccare – e ballare – sulla «Italodisco» di turno.«Siamo alla continua ricerca di artisti e canzoni che soddisfino la voglia di musica dei ragazzi che in estate impazziscono per le hit», dice il presidente di Universal Music Italy Alessandro Massara e il risultato è sotto i nostri occhi. Sono quasi una trentina le canzoni pubblicate apposta per dare ritmo alle vacanze. Di Fedez ed Emis Killa con Sexy Shop si è già scritto ma a far la guerra ai due rapper c’è davvero un’armata di artisti. Elodie per la sua Black Nirvana si è tinta i capelli di rosa e già pensa all’estate prossima con due show negli stadi: l’8 giugno 2025 San Siro a Milano e il 12 giugno Maradona a Napoli.Tananai e Annalisa insieme con Storie brevi sono un’autentica sorpresa. Immaginavamo che Nali si concedesse un break di almeno qualche mese vista l’infilata di successi incassati fra la fine del 2023 e la prima metà di questo 2024 ma l’accoppiata con Alberto le deve aver fatto gola: la canzone racchiude alla perfezione l’anima pop e cantautorale di entrambi gli artisti, le cui voci si mescolano e si intrecciano senza fatica. Rimanendo sulle belle sorprese che potrebbero fissarsi in memoria c’è senz’altro Malavita dei Coma Cose che mostrano un volto nuovo, come La Rappresentante di lista con Paradiso mischiano le carte del loro modo di far musica e stupiscono.Godibile Frutta malinconia di Francesco Gabbani che cita refrain Anni ’50, campionando la voce di Giorgio Gaber da una versione live di Destra-sinistra e i mai dimenticati Watussi di Edoardo Vianello. Operazione nostalgia? Se così fosse è venuta bene. Meno bene l’accoppiata nostalgica di Fiorello e Orietta Berti con Una vespa in due, inutile sia per l’uno che per l’altra. Alessandra Amoroso e Big Mama in Mezzo rotto cantano di solidarietà femminile e delusioni mentre i Subsonica, Ensi e Willy Peyote propongono uno Scoppia la bolla rigorosamente «made in Torino».Altre strane coppie? Gli Art. 31 consegnano all’estate Peyote con Rocco Hunt e Fabri Fibra, giocando un campionato dove militano Ana Mena e Dargen D’Amico con Cinema spento, Sesso e samba di Gaia e Tony F, Clara e Icy Subzero con Ghetto love, Rhove e Capo Plaza insieme per Alè e Bestiale di Loredana Berté con Eiffel 65.Quando Morgan si ricorda di essere Morgan e si impegna musicalmente e intellettualmente il risultato è un voto alto in pagella. Rutti è la canzone con il titolo più respingente che esista ma quando la si ascolta l’effetto calamita è immediato. Profumi di De André e il suono di una filastrocca colta e ben suonata lasciano spazio a un testo che lancia strali su una discografia che per Marco Castoldi è il male assoluto. Un assaggio? «Si chiama musica, cosa magnifica che qui confondono con la classifica e non si accorgono, quasi del tutto, anzi, diciamo proprio di brutto, che il gergo è il campo di nobili costrutti ma qui si esagera, pubblicando i rutti».Sotto il sole d’agosto, naturalmente, anche molte delusioni: Rovazzi con la sua Maranza, Paola e Chiara di Festa totale Anna che ci prova con 30°C o Lucky Luciana di Me gusta. Non si sa che dire di Uomini di Alex Britti giocata sulla confusione fra i sessi anche se è facilissimo che il pubblico ne travisi l’intento scambiandolo per un messaggio superficiale. Speriamo di no. Mentre graffia poco Arisa di Baciami stupido i The Kolors provano a bissare il successo dell’anno scorso e con Karma fanno da colonna sonora al cornetto di stagione. Immancabili i Boomdabash, che dei tormentoni estivi hanno fatto una specializzazione, con Love U Hate U. Potevamo dimenticarci di Mietta con Bang! o RengaNek (ormai un nome solo) con Dolcevita o Rettore e Il senso del pericolo? Certo che no, ma qualche volta viene da dire: viva l’inverno. —