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 2024  giugno 01 Sabato calendario

A maggio inflazione stabile in Italia, nell’Eurozona risale al 2,6%


L’inflazione in Italia si mantiene bassa e la crescita del primo trimestre, trainata dai consumi, è sia pure di un soffio superiore alle attese. Tra gennaio a marzo il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’Istat ha confermato le stime congiunturali fatte un mese fa e ha rivisto un po’ al rialzo quelle tendenziali che indicavano una crescita dello 0,6%.
Buone notizie anche sul fronte dei prezzi con l’Italia in controtendenza rispetto al resto dell’Eurozona. Le stime preliminari, relative al mese di maggio, indicano un aumento annuo dello 0,8% e mensile dello 0,2%. La variazione dell’indice Ipca, che misura l’inflazione armonizzata secondo i parametri Ue, è anch’essa ferma allo 0,8%, in leggero rallentamento rispetto al mese precedente, quando era dello 0,9%. Tra i venti Paesi dell’Eurozona, l’Ipca è stato più basso soltanto in Lettonia (0,2%) e Finlandia (0,5%). In Germania l’inflazione è risalita al 2,8%, rispetto al 2,4% rilevato ad aprile. Il tasso medio secondo la stima flash dell’Eurostat dovrebbe attestarsi al 2,6%, in aumento rispetto al 2,4% registrato ad aprile, quando era rimasto stabile. In aumento soprattutto i prezzi dei servizi (4,1%, rispetto al 3,7% di aprile), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,6%, rispetto al 2,8% del mese scorso), beni industriali non-energetici (0,8%, rispetto al 0,9%). In risalita i prezzi energetici: 0,3%, rispetto al -0,6% registrato ad aprile.
La stabilità dell’inflazione in Italia è il risultato di tendenze contrapposte. Sono venute meno le tensioni sui prezzi dei beni alimentari lavorati (+2,1% da +2,5% di aprile) e di alcune tipologie di servizi (di trasporto e relativi all’abitazione), i cui effetti compensano l’affievolirsi delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore energetico, con i prezzi in netta risalita sia pure su valori ampiamente negativi (-11,7% da -12,1% del mese precedente). La dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” continua la sua discesa (2% rispetto al 2,3% del 2023 ), come l’inflazione di fondo, che si attesta al 2% (dal 2,1%).
Per Confcommercio l’inflazione sotto controllo è un buon segnale. La stabilizzazione su valori attorno all’1% rappresenta, sottolinea una nota dell’Ufficio studi, «la chiave per una nuova fase di crescita dei consumi, indispensabile per il raggiungimento dell’obiettivo di crescita per l’anno in corso all’1%». Questa dimensione “virtuosa” potrebbe costituire, però, un rischio per il nostro Paese perché «a fronte di tassi di riferimento uguali nell’eurozona (4,5%), un’inflazione sotto l’1% implica tassi d’interesse reali non coerenti con le necessità di investimento privato a sostegno e completamento delle ingenti risorse pubbliche del Pnrr. Si amplia, infatti, la forbice tra inflazione core in Italia (2,2%) e nel resto dell’Europa (2,9%)».
Il rallentamento dell’inflazione ha avuto un effetto positivo sulla crescita. Quella acquisita per il 2024 è stata rivista allo 0,6%. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna sono in crescita, con un aumento dello 0,2% dei consumi finali nazionali e dello 0,5% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni sono diminuite dell’1,7% e le esportazioni sono cresciute dello 0,6%. Andamenti congiunturali positivi per tutti i principali comparti produttivi, con l’agricoltura cresciuta del 3,3% e l’industria e i servizi entrambe dello 0,3%. Per Confesercenti dai consumi arriva un aiuto all’economia. «Nel primo trimestre dell’anno, il rallentamento dell’inflazione, il taglio del cuneo e l’avvio della riforma fiscale hanno spinto la crescita della spesa delle famiglie, la voce che ha fornito il principale contribuito all’aumento del Pil. Si tratta però di un avanzamento modesto, che non permette di recuperare pienamente la spesa delle famiglie persa nell’ultima parte dello scorso anno». A preoccupare in particolare “lo stop, speriamo momentaneo” della discesa dei prezzi dei beni energetici.