Corriere della Sera, 31 maggio 2024
«Un 15enne su 10 in Italia è povero»
A quindici-sedici anni le più scoraggiate sono le ragazze, a prescindere dal contesto economico in cui crescono. Vanno meglio a scuola dei loro coetanei e il 69,4% pensa che frequenterà sicuramente l’università (contro il 40,7% dei maschi), ma poi il 46,1% ha paura di non trovare un lavoro dignitoso, rispetto al 30,5% dei ragazzi, e una su tre (29,4%) afferma che non riuscirà a fare ciò che desidera, a fronte del 24,3% dei ragazzi.
È un quadro terribile quello che emerge dai dati della ricerca «Domani (Im)possibili» di Save the Children, presentata ieri all’Acquario Romano durante l’apertura di «Impossibile 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora», una due giorni pensata dall’ong per indagare nell’animo delle nuove generazioni.
In Italia vivono in condizioni di povertà più di 100 mila ragazze e ragazzi tra i 15 e i 16 anni, quasi uno su 10 (9,4%), e il 67,4% di loro teme che il futuro lavoro non gli permetterà di uscirne contro il 25,9% degli adolescenti che invece vive in contesti economici migliori, mentre più di uno su quattro pensa che non concluderà la scuola a fronte dell’8,9% dei coetanei. Il 17,9% di questi giovani «poveri» afferma che i genitori hanno difficoltà nel sostenere le spese per cibo, vestiti e bollette e l’11,6% ammette di non poter comprare un paio di scarpe nuove anche se ne ha bisogno. Quasi uno su quattro (23,9%) inizia l’anno scolastico senza avere tutti i libri e il materiale necessario e il 24% ha difficoltà a partecipare alle gite scolastiche per motivi economici. Molti di loro, il 43,7% del campione, cercano di risparmiare e, tra questi, il 18,6% svolge qualche attività lavorativa (uno su due ha meno di 16 anni). E sempre pensando al proprio futuro, nonostante quasi la metà degli adolescenti intervistati provi sentimenti positivi, più del 40% vive l’ansia (24,8%), la sfiducia (5,8%) o la paura (12,1%), mentre il 10,5% non ci pensa proprio.
Ma non sono solo gli adolescenti a stare male. Nella ricerca un capitolo, a cura della Caritas, è dedicato alle famiglie con bambini nella fascia 0-3 anni che registrano l’incidenza più alta di povertà assoluta pari al 14,7% (a fronte del 9,7% della popolazione complessiva).
«È un allarme che non deve rimanere inascoltato» ha detto ieri il presidente di Save the Children, Claudio Tesauro, parlando di «una grave ingiustizia generazionale» che chiude «le aspettative per il futuro» di questi e queste giovani. Tesauro ha esortato il mondo della politica, dell’economia, della cultura e del terzo settore a investire «nel più importante capitale che abbiamo: l’infanzia e i giovani». Un appello raccolto dalla viceministra alle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci che ha ricordato come il governo abbia stanziato 250 milioni di euro per l’infanzia utilizzando il programma europeo Child Guarantee. Per il commissario europeo per l’Economia Paolo Gentiloni, intervenuto con un video da remoto, il Pnrr e la Next Generation Eu sono due opportunità per costruire «una nuova stagione di politiche per i giovani e per l’infanzia che è fondamentale per invertire il declino di natalità, una questione europea, globale, che in Italia è ancora più pronunciata».