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 2024  maggio 31 Venerdì calendario

Pagelle agli eurodeputati. Bocciati i sovranisti italiani Ininfluenti e improduttivi ma molto attivi sui social


Il voto ai sovranisti è un voto sprecato? Non è una cattiveria: a dirlo sono i dati e le analisi di due diverse classifiche europee sull’attività dei deputati a Strasburgo. Con i leghisti (e il centrodestra in generale) in fondo, e una manciata di esponenti del Pd a tenere alto l’onore dell’Italia in una legislatura che ha visto crollare l’influenza del nostro Paese a causa della valanga di europarlamentari del Carroccio arrivati dopo il trionfo salviniano del 2019. Secondo i due studi a fare la differenza per l’Italia, rispetto alla legislatura 2014-2019, è stata proprio l’irrilevanza politica e la scarsa produttività dei leghisti, oltre che l’isolamento del M5S, partito che in questi giorni tratta l’ingresso in un gruppo rossobruno anch’esso però minoritario.
A indagare un po’, a pochi giorni dalle elezioni dell’8-9 giugno, si scopre che chi lavora di meno è proprio chi strilla in tv contro la burocrazia di Bruxelles. Prendiamo ad esempio l’Influence Index della Bcw, un’agenzia di comunicazione globale che ha stilato la classifica analizzando per un anno intero, dal luglio 2022 allo scorso giugno 2023, i dati di tutti gli europarlamentari. L’influenza parlamentare, secondo Bcw, misura «la capacità di avere un impatto sulla legislazione, determinare l’agenda politica, vincere votazioni e ottenere posizioni di potere». Misura insomma la differenza tra chi va in Europa per fare la differenza e chi no.
Ebbene, i migliori 6 deputati italiani sono tutti del Pd: Irene Tinagli (numero 17), Alessandra Moretti (52), Brando Benifei (60, e ha vinto il premio ai Mep Awards), Patrizia Toia (93), Pina Picierno (108) e Pietro Bartolo (154). Degli ultimi 30 ben 27 sono invece del centrodestra. E visto che gli ultimi tre appaiono come fanalini di coda solo perché sono subentrati proprio durante il periodo preso in esame, il premio del peggiore va a Massimo Casanova, leghista, il titolare della discoteca Papeete di Milano Marittima, che tutti ricordiamo soprattutto per una foto in spiaggia con un Matteo Salvini a torso nudo: nella classifica generale è numero 689 su 705. Mentre Tinagli, prima della classe, presiedeva la Commissione per i problemi economici e monetari e si distingueva per un totaledi 83 di quelle che l’Europarlamento definisce “attività principali”, il “pierino” Casanova – come è impresso nella sua scheda – ne vantava appena 7: due relazioni da relatore ombra, tre proposte di risoluzioni, due interrogazioni orali. Appena meno peggio di lui hanno fatto la cuffariana Francesca Donato (numero 686, è la deputata il cui marito pochi giorni fa è stato trovato morto) e un altro leghista, Valentino Grant (685).
Conferma le valutazioni di Bcw anche un’altra classifica, stilata a fine febbraio da EuMatrix. Tra i 100più influenti ci sono, anche qui, solo 4 italiani: Nicola Danti di Italia Viva in 44esima posizione, e poi tre del Pd, ovvero Pina Picierno (48), Benifei (60) ed Elisabetta Gualmini (74).
Il disastro del centrodestra viene attenuato dall’altra classifica di Bcw, quella che misura l’influenza pubblica, «la capaci tà di coltivare la visibilità presso i cittadini europei, raggiungere le audience online e sui media e determinare le conversazioni pubbliche». Qui il centrodestra occupa addirittura tutto il podio italiano e sei dei primi 10 posti: prima è infatti la forzista Alessandra Mussolini, che è quinta a livello europeo ed è seguita proprio da Donato e da Caterina Chinnici.
Quali lezioni si traggono? Così rispondono da Bcw: «Gli eurodeputati dei partiti moderati hanno un impatto più profondo sulla legislazione, mentre quelli agli estremi hanno una visibilità mediatica più alta (il numero uno è il lepenista Jordan Bardella, ndr ).E poi le donne hanno un’influenza maggiore sulle leggi, mentre gli uomini sono più mediatici. Inoltre i Paesi con forti delegazioni dei gruppi Id ed Ecr tendono ad avere meno rilevanza». Quest’ultimo è proprio il caso dell’Italia, perché la Lega – in Id – nel 2019 prese il 34% e conquistò 28 seggi.
Tuttavia il problema è più ampio: in entrambe le classifiche ci sono solo 4 italiani nei primi 100. Considerando che gli eurodeputati italiani sono più del 10% (76 su 705) te ne aspetteresti almeno 10 nei primi 100: Paesi con meno eletti come Romania, Olanda, Portogallo e Spagna ne registrano 7, 7, 8 e 11, mentre la Germania ne ha addirittura 18.
Alla fine della legislatura precedente, nel 2019, la classifica di VoteWatch raccontava un’altra storia: addirittura due dei primi tre erano italiani (Antonio Tajani primo, Roberto Gualtieri terzo), e nei top 100 ce ne erano addirittura il doppio di ora, 8 (6 del Pd, 1 del M5S e 1 di Fi).
Lo dice chiaramente anche EuMatrix: «L’influenza generale degli italiani è tra i livelli più bassi. Poiché una quota sostanziale appartiene a gruppi marginali, il Paese è sottorappresentato in termini di posizioni di leadership». Vale sicuramente per la Lega, ma potrebbe valere anche per FdI, se anche questa volta non entrerà nei giochi politici: tutto dipenderà da se riuscirà o meno a trovare un’intesa con il Ppe. E se anche la mancata affiliazione europea del M5S è citata per spiegare la scarsa influenza italiana, la possibile affermazione del Pd come più ampia delegazione del gruppo S&D potrebbe essere cruciale – è scritto – in senso positivo. In questa legislatura, intanto, l’Italia è stata tra i Paesi più “underperforming”.