la Repubblica, 31 maggio 2024
Intervista a Keir Starmer
WORCESTER (INGHILTERRA) – Eccolo, il molto probabile nuovo primo ministro britannico, 27 anni dopo il trionfo di Tony Blair. Mentre i conservatori sprofondano nei sondaggi. Cartucce esaurite, dopo 14 estenuanti anni al potere. E visto che il premier Sunak ne ha 44 di anni, ai tory non resta che accusare il leader Labour di essere vecchio: “Sir Sleepy!”,come Trump fa con Biden. Invece, Sir Keir Starmer ha soltanto 61 anni ed è in gran forma. Giacca elegante, capelli impeccabili, occhiali spessi e intellettuali, calcetto ogni settimana, l’ex procuratore generale della Corona pare felice e rilassato. Manca un mese alle elezioni anticipate da Sunak al 4 luglio, il Labour sta volando nelle intenzioni di voto (+27 punti) e i primi giorni di campagna tory sono stati un disastro. Tra gaffe, spaccature e mosse disperate.
In genere poco carismatico, non abbiamo mai visto Starmer così affabile e sicuro di sé come in queste settimane. Sente che Downing Street è incredibilmente vicina. E pensare che solo quattro anni fa il Labour aveva subito una disfatta epocale con Jeremy Corbyn leader, ora espulso dal partito per accuse di antisemitismo. Nel 2021 Starmer era addirittura sul punto di dimettersi, dopo l’ennesima batosta elettorale inflitta da Boris Johnson. E invece.
Repubblica ha viaggiato con Starmer attraverso l’Inghilterra, insieme ad alcuni giornalisti inglesi lo abbiamo intervistato tra un evento e l’altro, dal Sussex a Stevenage, fino alla bucolica Worcester, per capire cosa farà e come cambierà il “suo” Regno Unito, una volta al potere. Ecco che cosa ci ha detto.
Keir Starmer, la guerra infuria in Ucraina. Dopo l’annuncio del ministro degli Esteri Cameron, anche il segretario generale Nato ha sdoganato l’uso di missili contro obiettivi militari in Russia. Macron ha accennato a un ombrello nucleare sull’Europa. Lei come si comporterebbe da primo ministro?
«Continuerò senza esitazioni quanto sinora fatto dal governo conservatore in carica. Difatti, è l’unico argomento su cui non ci siamo mai scontrati con Sunak e i suoi predecessori. Putin gioca sulle nostre divisioni, dunque non dobbiamo dividerci. Di recente sono stato in Ucraina per incontrare il presidente Zelensky e ribadirgli proprio questo concetto, a lui e al suo straordinario popolo: anche se ci sarà un cambio di governo a Londra, il sostegno britannico a Kiev non cambierà. Per il resto, lavoreremo strettamente con la Nato. Perché credo che qualsiasi cosa accada, andrà fatta in maniera collettiva».
Sunak ha annunciato che, se vincerà, imporrà il servizio militare (o civile) a tutti i 18enni britannici.
«È un’idea ridicola, da commedia tv, che sprecherebbe milioni di cui avrebbe bisogno la sanità pubblica che i tory ci lasceranno in condizioni pessime e con liste di attesa enormi».
Su Gaza, il ministro degli Esteri “ombra” David Lammy ha già detto che «il Labour rispetta le decisioni della Corte internazionale dell’Aia», anche sui mandati contro i leader di Israele. Intanto a Rafah c’è stato un massacro di civili. Lei cosa farà a Downing Street?
«Le scene che arrivano da Rafah sono orripilanti. Tutto questo deve finire. Serve un cessate il fuoco immediato, che però deve includere il ritorno degli ostaggi israeliani: ho incontrato le famiglie di alcuni e anche per loro è durissima. Ma la situazione di molte migliaia dipalestinesi è intollerabile. È una catastrofe assoluta. Dobbiamo trovare lo spazio per una soluzione politica. Lo Stato palestinese dovrà essere ovviamente riconosciuto. Ma è parte di un processo che deve includere uno Stato di Israele protetto e al sicuro. Al momento, non abbiamo nessuno dei due».
La Brexit e fine della libera circolazione stanno creando problemi agli imprenditori e aziende dove lei è appena stato, come Airbus, come le hanno fatto notare gli stessi dipendenti. Lei era contro l’uscita dall’Ue. Adesso?
«Voglio essere molto chiaro: non torneremo in Ue e tantomeno nel mercato unico o nell’unione doganale, perché bisogna accettare il risultato del referendum del 2016.
Ma mi batterò per un accordo migliore con l’Europa di quello pessimo firmato da Boris Johnson e per relazioni più strette con gli europei. Non solo a livello commerciale, ma anche su difesa, sicurezza, istruzione. Oppure, per facilitare gli spostamenti tra Regno Unito e Ue se un progetto di lavoro ha bisogno di dipendenti per un periodo limitato. Tutti aspetti oggi inutilmente complicati e che possiamo migliorare con l’Europa».
I conservatori la accusano di essere “il solito socialista” e di voler alzare le tasse nel Regno Unito, appena arriverà al potere.
«A differenza dei tories, il Labour non prometterà mai tagli alle tasse senza coperture. Allo stesso tempo, recupereremo i soldi necessari dallo stop agli sgravi per le scuole private e soprattutto da coloro che eludono le tasse, come le aziende che approfittano dei cavilli del nostro sistema fiscale. Non a caso, sempre più imprese e business si fidano di noi: ve lo sareste immaginati con il Labour di qualche anno fa?
Rimetteremo a posto l’economia devastata dai conservatori e aiuteremo i cittadini alle prese con il costo della vita. So cosa significa sopravvivere quando non si hanno soldi. Mio padre era un attrezzista, mia madre infermiera. Sono stato il primo della famiglia ad andare all’università. A un certo punto non avevamo soldi per pagare le bollettee dovemmo scegliere: rinunciammo al telefono di casa».
Oggi però c’è ribellione nella sinistra del suo partito. Diane Abbott, prima deputata nera della storia di Westminster e accusata in passato di un articolo offensivo verso Israele, dice di essere stata esclusa dalle candidature e parla di purga dei laburisti “corbyniani”.
Lei come risponde?
«Abbott è stata giudicata da un’inchiesta interna, i cui risultati non sono stati ancora resi noti. Diane fa parte del partito e non è stata ancora presa una decisione.
Nessuno vuole escluderla».