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 2024  maggio 31 Venerdì calendario

Addio all’anzianità per gli scatti di stipendio

ROMA In gergo tecnico si chiamano progressioni orizzontali. Nei fatti sono degli scatti di stipendio per promuovere una parte dei dipendenti e che si affiancano a quelli “tabellari” uguali per tutti. Nel prossimo contratto per i ministeri e le Agenzie Fiscali, tra i criteri per assegnare questi aumenti dovrà essere eliminato quello dell’anzianità di servizio. A prevederlo è l’atto di indirizzo firmato ieri dal ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo che avvia le trattative per il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali. L’ultimo accordo con i sindacati, prevedeva che nel giudicare i dipendenti meritevoli degli “scatti” orizzontali, il 40 per cento della valutazione fosse legata «all’esperienza professionale».
Una indicazione interpretata dalle amministrazioni come “anzianità” di servizio. Non è l’unica novità del documento che Il Messaggero ha potuto leggere. Ci saranno meno paletti sullo smart working, con l’addio al criterio che obbliga attualmente i dipendenti dei ministeri a un lavoro in prevalenza in ufficio. Una stretta voluta dall’ex ministro Renato Brunetta dopo la fine dell’emergenza pandemica.
IL DETTAGLIO
L’atto di indirizzo specifica che a poter usufruire di regole più larghe per il lavoro da remoto, dovranno essere prima di tutto alcune categorie di lavoratori pubblici: genitori di under 14 e fragili. Il documento firmato ieri ha una valenza particolare. Di solito l’atto di indirizzo delle funzioni centrali è una sorta di “bussola” anche per gli altri contratti pubblici. La filosofia di fondo del documento riflette il pensiero di un ministro, Paolo Zangrillo, che viene dal privato a inizio carriera si è occupato delle risorse umane per la Magneti Marelli e poi dal 2011 al 2017 è stato il direttore del personale di Acea e che da quando si è insediato a Palazzo Vidoni spinge per dare più spazio al merito, inserendolo ad ogni passaggio tra i criteri di valutazione delle performance dei dipendenti pubblici.
Il rinnovo contrattuale 2022-2024 porterà aumenti medi delle retribuzioni del 5,78%. L’atto di indirizzo quantifica le risorse a disposizione. Si tratta do 555 milioni dei 5,5 miliardi stanziati per tutto il comparto dello Stato, e che corrispondono ad un aumento medio di 160 euro mensili. A beneficiare degli scatti saranno 193 mila dipendenti. I premi e le progressioni orizzontali, conferma il documento, dovranno andare ai dipendenti migliori. I dirigenti pubblici dunque, dovranno differenziare i giudizi. Non tutti i dipendenti potranno essere promossi a fine anno con il massimo dei voti. Così come, conferma sempre l’atto di indirizzo, bisognerà dare dei premi extra alle “eccellenze”, i dipendenti che si distinguono particolarmente per le loro capacità. Normalmente l’atto di indirizzo per le Funzioni centrali, proprio perché è quello che detta la linea a tutti gli altri rinnovi nel mondo del pubblico impiego, è il primo che viene firmato.
LA DECISIONE
Questa volta, invece, è stato posticipato per una ragione semplice. I ministeriali hanno già ricevuto un anticipo degli aumenti di stipendio collegati al rinnovo hanno incassato a dicembre i soldi dell’indennità di vacanza contrattuale maggiorata di 6,7 volte così il dipartimento della Funzione pubblica ha deciso di dare la precedenza agli altri statali che non hanno poruto beneficaire dell’anticipo. Per il ministro Zangrillo quella sul merito è una battaglia che ha la priorità e il nuovo atto di indirizzo lo testimonia. Non solo. Il numero uno della Funzione pubblica, in un’intervista al Messaggero, nei giorni scorsi ha annunciato la possibilità di demandare ai dirigenti le decisioni sulle promozioni nella Pa e non solo ai concorsi.
«La mia volontà aveva spiegato il ministro è quella di rendere più flessibili le possibilità di avanzamento del personale nella Pubblica amministrazione, assegnando ai nostri dirigenti un ruolo determinante nella crescita delle persone. Un opportunità che oggi non esiste». Intanto dopo Sanità e Forze armate è scattato il semaforo verde anche per la trattativa legata al rinnovo dei dipendenti di Regioni e Comuni. Anche in questo caso l’obiettivo manifestato dall’Aran, che rappresenta palazzo Chigi al negoziato, è di garantire un incremento salariale del 5,8 per cento per il triennio 2022-2024. Per quanto riguarda la Sanità, il rinnovo vale 158 euro di aumento in busta paga. Il negoziato riprenderà il prossimo 4 giugno e sul piatto ci sono 1 miliardo e 641 milioni.