la Repubblica, 30 maggio 2024
La Royal mail diventa straniera
LONDRA – Un miliardario di un Paese che acquista per 5,2 miliardi di sterline (quasi 6 miliardi di euro) il servizio postale di un altro Paese è una notizia. Se il miliardario è Daniel Kretinsky, uno degli uomini d’affari più ricchi della Repubblica Ceca, proprietario di due squadre di calcio (lo Sparta Praga e il West Ham di Londra), di un celebre quotidiano francese (Le Monde ), di un atollo alle Maldive e di un conglomerato energetico che trasporta tra l’altro il gas russo, la notizia è eccezionale. Se infine il servizio postale è quello nazionale britannico, la notizia diventa addirittura di sapore storico: perché con più di 500 anni di esistenza, 1 miliardo di lettere consegnate l’anno (solitamente con puntualità) e le sue caratteristiche buchette della posta rosse, la Royal Mail è uno dei simboli del Regno Unito. Se non è come comprarsi il Big Ben, poco ci manca.
Il take-over annunciato ieri sembra anche l’ultima tentazione del thatcherismo: infatti non è ancora detto che vada in porto. L’assemblea degli azionisti dell’International Distribution Service dovrà approvare la vendita in settembre. Prima ancora dovrà approvarla il governo conservatore britannico di Rishi Sunak. E poiché il 4 luglio il Regno Unito andrà alle urne, fra sondaggi di una vittoria a valanga del Partito laburista, sarà quasi certamente quest’ultimo a dire l’ultima parola. Il Labour ha già fatto sapere che intende ri-nazionalizzare le ferrovie, una delle privatizzazioni dell’era di Margaret Thatcher rivelatesi un disastro. Nel suo primo commento sulla cessione della Royal Mail, il partito dice che «vigilerà affinché siano garantite» tutte le promesse con cui Kretinsky ha concluso l’operazione.
Non sono poche: il miliardario ceco si è impegnato a mantenere «un prezzo per qualunque destinazione», la regola per spedire lettere nel territorio nazionale, a conservare nome, quartier generale e sede fiscale, a rispettare le richieste dei sindacati di non ridurre il numero dei dipendenti. «Le dimensioni degli impegni che abbiamo preso riflettono quanto seriamente prendiamo questa responsabilità», afferma il nuovo proprietario. Alcune delle promesse, tuttavia, sono limitate nel tempo, con una revisione nel giro di tre o cinque anni (un governo laburista potrebbe esigere patti a più lungo termine). Rimane inoltre il fatto che la Royal Mail è in crisi. Il numero del suo staff, 150 mila persone, è immutato, ma il volume di lettere spedite si è dimezzato dal 2011 a oggi, perché la gente comunica sempre meno per posta; questo, senza considerare la concorrenza di Amazon e altri per la spedizione di pacchi postali. Problemi che nel 2012 spinsero un altro governo conservatore, quello di DavidCameron, a privatizzarla.
Come modernizzare la Royal Mail senza scatenare scioperi dei postini è il rebus a cui Kretinksy deve trovare soluzione. Difficile prevederne le intenzioni: non per nulla è soprannominato “la Sfinge”. Di certo c’è che questo avvocato 48enne, figlio di un professore di informatica e di una giudice della Corte costituzionale, con un patrimonio di 7 miliardi di euro, fidanzato con la figlia di un businessman ancora più ricco di lui, raramente sbaglia unamossa. A Londra era già noto per avere acquistato per 65 milioni di sterline (73 milioni di euro) una magione su Bishop Avenue, “la via dei miliardari”, e averla poi affittata per un po’ al cantante Justine Bieber per 25 mila sterline a settimana.
Adesso si è messo in tasca la Posta Reale, fondata nel 1516 da Enrico VIII e con il marchio dei suoi successori su ognuna delle 115 mila cassette postali, considerate alla stregua di monumenti nazionali.