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 2024  maggio 30 Giovedì calendario

Caccia a 276 mila lavoratori che non si trovano

Roma
È il vero problema delle imprese italiane. In particolare quelle del lusso. Manca il personale con le competenze richieste: il cosiddetto mismatch, ossia il disallineamento tra domanda e offerta. In Italia saranno 276mila le persone ricercate tra il 2024 e il 2028 nelle filiere dell’alto di gamma nei settori Motori, Alimentare, Ospitalità, Moda e Design. È quanto emerge dai dati elaborati dalla Fondazione Altagamma con Unioncamere, relativi alla previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine, presentati ieri durante la Giornata Altagamma.
Si stima che le imprese in circa il 50% dei casi avranno difficoltà a reperire le figure professionali di cui hanno bisogno, pur in un contesto di disoccupazione giovanile che si attesta intorno al 20%. Il fabbisogno stimato è in crescita rispetto alla prima stima elaborata nel 2019, quando si prevedevano per i successivi cinque anni 236mila unità, evidenziando una crescita sul medio periodo. Una crescita dovuta all’espansione economica del comparto, all’impatto positivo atteso delle risorse del Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza e che tiene conto delle necessità di turnover. Più nel dettaglio, per le filiere caratteristiche dell’alto di gamma serviranno nel settore dei motori 80mila unità. La stima di occupati nel 2028 è di 752mila unità; settore alimentare 60mila unità. La stima di occupati nel 2028 è di 495mila unità; settore ospitalità 32mila unità. La stima di occupati nel 2028 è di 230mila unità; settore moda 75mila unità. La stima di occupati nel 2028 è di 483mila unità; infine settore design 29mila unità. Per raggiungere uno stock occupazionale nel 2028 di 240mila unità. A fronte di questi fabbisogni, le imprese mostrano difficoltà nel reperire il personale ricercato nel 45% dei casi, soprattutto per la mancanza di candidati. Nel 2023 i settori che hanno denunciato le maggiori difficoltà sono stati quello del Design (57%) e dei Motori (55.9%), seguono Ospitalità (47,7%) e Moda (47,5%) e Alimentare(38,9%).
«Alla luce del fabbisogno occupazionale, la formazione di nuovi talenti dev’essere la priorità per tutto il comparto manifatturiero italiano, un patrimonio di cultura imprenditoriale, saper fare artigianale e tecnologico, bellezza e italianità che vogliamo preservare – spiega Matteo Lunelli, presidente di Altagamma –. L’obiettivo comune di imprese, associazioni e istituzioni deve essere quello di costruire un ecosistema virtuoso in cui il lavoro manifatturiero diventi un’ambizione per i giovani e in cui il sistema formativo sia in grado di assicurare le corrette competenze e le soft skill ».
Con 144 miliardi di euro e il 7,5% del Pil, le eccellenze del
made in Italy – dal 1992 Altagamma riunisce 119 brand dei settori della moda, del design, della gioielleria, dell’alimentare, dell’ospitalità, dei motori e della nautica, coinvolge 1.922.000 occupati, diretti e indiretti, pari all’8,2% dell’occupazione italiana – continuano a trainare l’export anche in momenti difficili, come puntualizza il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso: «Siamo l’unico Paese del G7 che negli anni di crisi della globalizzazione, dalla pandemia alla guerra sia cresciuto di più sui mercati globali, il 48% in più». Successi che non bastano a convincere i giovani a scegliere questo settore. Anzi. La soluzione di Urso è il liceo del Made in Italy. Lo stesso che ha raggiunto appena 506 iscritti al primo anno. «Può contribuire a formare le competenze che servono alle imprese dell’alta gamma», dichiara. I giovani, per il ministro, devono «capire che il diploma nel made in Italy è una buona scelta per la loro formazione».
Intanto, però, le aziende del lusso si sono già attivate. È alla sua terza edizione il progetto di Altagamma Adotta una scuola, sviluppato insieme al Mim, che vede le imprese collaborare con gli istituti scolastici del territorio per la realizzazione di percorsi scuola-lavoro in grado di trasformare i ragazzi nei professionisti dell’alta manifattura del futuro. il programma fino a oggi ha coinvolto 33 imprese Altagamma, 39 scuole, 120 classi e 2.500 studenti