la Repubblica, 30 maggio 2024
La guerra dei Maradonas per la maglia che il Napoli nega
NAPOLI – Come in un film: la guerra dei Maradonas. Epicentro della scena madre la città di Napoli, dove ieri sono volati gli stracci nel nome del più forte calciatore di tutti i tempi. Nella città che lo ha più amato e l’ama, con Buenos Aires, sono stati infatti presentati in contemporanea due eventi dedicati alla memoria del fuoriclasse argentino, scomparso per un collasso cardiaco il 25 novembre 2020. Giornata di celebrazioni in memoria del fupibe de oro ?Macché, s’è trattato dell’ennesima puntata della partita a scacchi sullo sfruttamento economico della sua immagine, contesa tra la variegata famiglia di Dieguito (5 figli, nati da tre relazioni diverse) e l’ex manager Stefano Ceci. Gli uni contro l’altro armati e viceversa, ma con il club azzurro coinvolto a sua volta nella bagarre e non per difendere il ricordo del capitano dei primi due scudetti. Gli affari sono affari ed è per questo che pure Aurelio De Laurentiis è sceso in campo, per tutelare isuoi diritti. I fatti. “Diego vive” è il nome della mostra itinerante organizzata nell’ex base Nato di Bagnoli dai parenti di Maradona: biglietti a 20 euro e accesso gratis per gli under 12, apertura fino a luglio, prossime tappe Buenos Aires e Barcellona. A fare gli onori di casa Diego jr (figlio napoletano del campione e di Cristiana Sinagra), raggiunto per il vernissage in città dalle sorelle Dalma, Giannina, Jana (le prime due nate pure loro a Posillipo e accompagnate dalla mamma, Claudia Villafane) e dal più piccolo dei fratelli, Diego Fernando, scortato a sua volta dalla madre Veronica Ojeda. Tutti insieme (quasi) appassionatamente. E arrabbiati per l’ostracismo di De Laurentiis, che ha vietato agli organizzatori l’utilizzo delle immagini del pibe de oro con la maglia azzurra, in mancanza di un accordo economico sulla ripartizione dei diritti di immagine. Il più forte calciatore della storia rivive nel parco tematico di Bagnoli con i colori della sua Argentina, del Boca Junior, del Barcellona, persino del Siviglia, ma non con quelli del suo Napoli. Solenne l’arrabbiatura dei familiari. «Abbiamo portato qui l’evento in anteprima per la gente e invece hanno cercato di boicottarci. Purtroppo il nostro presidente si interfaccia con una persona che non c’entra nulla».
Non nominati De Laurentiis e Ceci, che in contemporanea ha presentato al Comune l’altra iniziativa dedicata a Maradona: un torneo di calcetto sul lungomare. «Il Napoli interagisce con un millantatore, non abbiamo avuto nemmeno l’appoggio del sindaco», ha puntato il dito anche a nome dei suoi familiari Diego Jr. No comment invece dal club azzurro e pure l’ex manager del campione ha svicolato. «Andrò a visitare anche il parco tematico, se me lo consentiranno». La contrapposizione tra le parti è però netta e insanabile: toccherà al tribunale stabilire chi ha torto e chi ragione.
Nel nome del D10S, denaro. Da vivo era il re ribelle del calcio: ingestibile per i potenti, ma amatissimo da tifosi e compagni per la sua generosità. Poi Maradona è morto e gli hanno stracciato di dosso le vesti, nudo e impossibilitato a difendersi: proprio lui che in 60 anni di esistenza terrena non aveva consentito a chicchessia di calpestare la sua immagine, figurarsi di farne uso per il business. Piatto ricco mi ci ficco. Parenti e affini, docu-film, mostre, libri, statue, convegni, calchi di quel magico piede sinistro: venghino avanti, signore e signori. Non bastava la battaglia giudiziaria in corso sull’eredità del fuoriclasse argentino, il cui decesso è oltretutto al centro di un procedimento pieno di colpi di scena in un tribunale di Buenos Aires, per i tantissimi lati ancora non chiariti sulle ultime ore che avevano preceduto la sua scomparsa. Un malore se lo portò via, tra incuria e solitudine.
Il tempo di dirgli addio e sulle spoglie di Maradona è iniziata la contesta sui diritti di immagine. Ceci sostiene di avere un contratto, gli eredi lo accusano di millantare. Sarà anche in questo caso il Tribunale, come per l’eredità del Diez, a stabilire le ragioni e i torti. Intanto divampa la guerra dei Maradonas. Trattasi di affari, non di cuore.