La Stampa, 30 maggio 2024
Altri insulti tra politici
A proposito di quella stronza della Meloni – cito dalla premier medesima in saluto al presidente De Luca – ricordo di aver sentito Bossi dare dello stronzo a Casini e a Fini, La Russa dare dello stronzo ad Amendola (l’attore), Rosi Bindi dare dello stronzo che galleggia a Pannella, di recente Biden dare dello stronzo a Netanyahu, Kamala Harris dare dello stronzo malato a Trump, Lehner dare dello stronzo a Bocchino, però in russo, “gavno”, e Sgarbi dare dello stronzo a chiunque, compreso quello stronzo di Sgarbi: in difesa degli arrestati, disse alla Camera, certe parole le avete sentito solo da questo stronzo; il presidente Violante lo rincuorò: onorevole, non sia così severo con sé stesso. Torno per un momento a Rosi Bindi perché la citazione merita l’integrale: Pannella «è uno stronzo, nel senso di quella cosa che galleggia sul Tevere, e quando gli stronzi so’stronzi galleggiano senz’acqua». Davvero un piccolo capolavoro, in confronto De Luca è uno stagista. Però c’è sensibilità: nel millennio scorso, Pino Insegno inscenò una commedia dal titolo Babbo Natale è uno stronzo, e un sindacalista della Cisl pretese la rimozione dei manifesti poiché i suoi figli non sapevano più che pensare del vecchio sulla slitta. Ma il mio stronzo preferito è quello rivolto da Stefania Craxi a Rutelli – sempre nello scorso millennio – un giorno che lo incontrò a Sabaudia. Rutelli non la prese bene e sporse querela. Riuscì persino a vincerla e Craxi fu condannata a 150 mila lire di multa. Però ottenne di saldare il debito in trenta rate. Così, mi spiegò, per trenta volte posso scrivere nella causale che Rutelli è stronzo.