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 2024  maggio 30 Giovedì calendario

Intervista a Lello Topo

Facciamo così: lei si confida.
Mi confesso?
Qualche bugia è ammessa. Lei parli come se fossi un suo amico.
Onoratissimo, ma lei non è mio amico.
Le tengo i fac-simile.
Ogni milione di questi qua costano cinquemila euro. Almeno tre milioni ce ne vogliono e poi due milioni di santini e poi i manifesti. Solo di tipografia stiamo sui ventimila euro. Settantamila euro, credo ottantamila è il conto totale. Più della metà ce la metto io. Nessun finanziatore importante, tutti piccirilli. La mille, la tremila euro. Io voglio fare il consigliere comunale in Europa.
Iniziamo dal cognome.
Chiamarsi Topo è stato un bel problema. Ho avuto momenti di debolezza, mi ero quasi convinto di cambiare all’anagrafe. Topo, diciamo la verità, è brutto assai come cognome. Per fortuna i miei amici lo hanno allungato attaccandoci il mio nome di battesimo. Mi chiamo Lello, e loro Topolello così da camuffarlo un po’. Poi però ha vinto l’orgoglio e sono qua davanti a lei. Senza falsa modestia sto dando al Partito democratico la mia vita, la mia passione e, senza eccedere, anche i miei voti. Ora ce ne andiamo ai Quartieri Spagnoli dal Sunia, il sindacato degli inquilini. Là sono 500 voti almeno. ‘Orlando (l’autista, ndr) vai piano e vedi dove c’è il divieto’. Qua sopra è un disastro, vicoli stretti rob e’ pazz. Però come si fa a non rispondere al Sunia? Mi accusano di essere l’uomo forte del Pd napoletano e non è vero. Sono l’incubatore di passione, io già alle medie veleggiavo con la fantasia, e alle superiori ero convintamente democristiano. Da Villaricca, dove sono nato e ho fatto il sindaco, fino a Montecitorio passando da consigliere regionale. Poi mi hanno un po’ fregato alle ultime Politiche e allora ho deciso di investire sull’Europa. Sto al numero 16 della lista mi pare, ma non conta. Finalmente con le preferenze arriva prima chi ha più fiato. Adesso ce ne andiamo a Fuorigrotta, ci aspetta il presidente del municipio, un caro amico e tanti altri cari amici. ‘Orlando, vir e nu’ sbaglià strada, siamo in ritardo. Dobbiamo andare a via Consolo, dritto sopra e non dritto sotto’. Ho tre amici che mi fanno da autista e tre auto diverse se dobbiamo andare vicino o lontano. Dicevo della giovinezza: la politica mi ha preso qua, al collo. Oggi che ho superato i 50 mi riempie le giornate, mi fa stare sveglio quando ho sonno, mi fa vivere davvero con quel fuoco dentro. Voi pensate al clientelismo? E quali clientele? Guardate qua, guardate quanta gente. Lui è Carmine Sangiovanni, il presidente della municipalità di Fuorigrotta (Carmine: Abbiamo la passione, guardate quanta gente, entriamo in pizzeria. Lello, una pizza?). La pizza alle cinque del pomeriggio no. Il mio comizio si divide in tre parti e dura poco. La gente non ha voglia di ascoltare molto. Meno della metà degli elettori andrà a votare. Primo nella circoscrizione Sud sarà Decaro nel Partito democratico. È veramente una forza della natura, in Puglia non ci si può avvicinare, è tutto chiuso per lui. Primo sarà Decaro, poi Annunziata, terza credo Pina Picierno e quarto, sperabilmente il sottoscritto (ma c’è Sandro Ruotolo che pure è pericoloso). Dottore, una confidenza in grande sincerità: i miei conti dicono che vado a Bruxelles con 80 mila voti, diciamo per prudenza 90 mila. Dovrei avere come bacino mio personalissimo, per via delle cose fatte (e non c’è clientelismo ma solo tanto lavoro con gli amici) circa 40 mila voti (e mi tengo basso). Dovrei avere l’aiuto del presidente De Luca (fa votare me, Lucia Annunziata e Decaro), poi Speranza in Basilicata una mano me la dà. Il problema sa qual è? Che le accoppiate funzionano così così. Mi spiego. Si possono dare tre preferenze, vero. (‘Orlando per favore nun fuje, per Cardito bisogna imboccare la tangenziale in senso contrario, stamm jenn a Pozzuoli Orlando’), scusi dottore, questo è il problema degli autisti volontari. Sono sì volontari, ma poco pratici. Dicevamo delle accoppiate. Tre preferenze. A me conviene darla a Decaro perché sarà primo e non mi dà fastidio, anzi. Più voti a lui meno voti ai miei concorrenti interni. Dicevo però che la gente va in cabina e vuole fare presto. Si scoccia, si scorda di segnare il secondo cognome, figurarsi il terzo. È un po’ un problema. Con amici abbiamo anche immaginato di aiutare Jasmine Cristallo, perché ha una bella presenza, parla bene, è il futuro. Gliel’ho detto: il suo è un investimento che varrà alle Politiche. Andrai a Montecitorio.
Non voglio esagerare, ma adesso che passiamo per Cardito troveremo tanta bella gente e i sindaci di Arzano, Mugnano, forse Afragola. L’area nord è con me. Io arrivo quarto, forse. Se siamo quattro io sono a Bruxelles (corna facendo). Pina Picierno è un osso duro perché è divenuta molto pratica, si è fatta uno staff (con 22 mila euro al mese per la segreteria vorrei vedere!). In Salento prende cinquemila voti perché ha una collaboratrice, immagino segnalata dal bravissimo sindaco di Gallipoli che è pure presidente della provincia di Lecce. Ecco fatto: io ti risolvo un problema a te tu a me. A Napoli Sarracino (il deputato Marco Sarracino, nda) la fa votare per lo stesso motivo. E così via. È insidiosa. Ma la Cristallo è tanto più forte. Certo c’è Lucia Annunziata, ma è un nome per l’élite. Cristallo ha la parola pronta, chiara, è nuova. Farà strada (purtroppo la possiamo aiutare poco, troppo tardi). Guardi che bello qui a Cardito, che bella Loredana (Loredana Raio, consigliere regionale, nda), u’ maronn quanta gente. Amici sono veramente desolato per il ritardo ma abbiamo avuto una bellissima cosa a Fuorigrotta. Siete stupendi. ‘Orlando dov’è la macchina?’, ora dobbiamo andare un attimo a San Giorgio a Cremano a salutare quell’amico, aspetta che mi faccio dire (‘Peppe, mandami la posizione e arriviamo tra 5 minuti’). Dottore a San Giorgio non c’è il comizio ma solo un rapido saluto, poi ai Pini la pizza e poi un rapidissimo passaggio ad Agnano e poi a casa, a Villaricca. Quando c’è la campagna elettorale mi trasformo, divengo indistruttibile. Potremmo dire che è come un fuoco. ‘Orlando, la tangenziale prendiamola per il verso giusto, e che maronna!’.