il Fatto Quotidiano, 30 maggio 2024
Bastano 20 minuti al Consiglio dei ministri per approvare il disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere, pallino non solo di Silvio Berlusconi e Bettino Craxi, ma pure della P2 di Licio Gelli
Bastano 20 minuti al Consiglio dei ministri per approvare il disegno di legge costituzionale per la separazione delle carriere, pallino non solo di Silvio Berlusconi e Bettino Craxi, ma pure della P2 di Licio Gelli. Ma non inganni la riunione lampo: l’ok al testo passa attraverso liti, mediazioni notturne e limature last minute. Il risultato finale fa esultare Giorgia Meloni, che se la prende con misteriose “forze della conservazione” contrarie al governo, e agita l’Associazione nazionale magistrati, al punto da ipotizzare uno sciopero: “Nella riforma si rintraccia una volontà punitiva”.
La riforma viene corretta e riscritta, specie dopo il confronto di due sere fa tra il Guardasigilli Carlo Nordio, il sottosegretario Alfredo Mantovano e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Prima del Cdm, i due esponenti del governo si vedono col viceministro FI Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario FdI Andrea Delmastro e i presidenti delle commissioni Giustizia (Ciro Maschio di FdI e la leghista Giulia Bongiorno). Il testo finale sancisce la separazione delle carriere dei pm e dei giudici modificando l’articolo 104 della Costituzione prevedendo due Consigli superiori della magistratura diversi (uno “requirente” e uno “giudicante”), presieduti entrambi dal Capo dello Stato.
I componenti saranno eletti con il sorteggio e qui si arriva al primo tema controverso. Nella prima versione, il sorteggio era previsto solo per i togati, con i laici scelti su indicazione politica. Il confronto col Quirinale impone una sterzata: il sorteggio vale per tutti, ma resta la “manina” dei partiti sui laici. Questi rimangono un terzo in ciascun Csm e vengono sì “estratti a sorte”, ma “da un elenco di professori ordinari di università in materia giuridiche e avvocati dopo 15 anni di esercizio, che il Parlamento in seduta comune compila mediante elezione”. I togati saranno invece scelti con sorteggio secco, si vedrà con quale criterio. I capi di Corte saranno sempre membri di diritto, il presidente della Cassazione nel Csm dei giudici e il Pg in quello dei pm. Prevista anche la nomina di due vicepresidenti, scelti “fra i componenti sorteggiati dall’elenco compilato dal Parlamento”. Nomina politica, di fatto. Tutti i membri durano 4 anni e non si può essere sorteggiati per la consiliatura successiva.
Poi si arriva all’Alta Corte disciplinare, che prenderà il posto della sezione disciplinare del Csm per i processi ai magistrati. Sarà composta da 15 giudici, di cui 9 togati e 6 laici. Tra questi, tre saranno di nomina del Capo dello Stato tra professori e avvocati con almeno 20 anni di esperienze e altri tre “estratti a sorte” ma sempre alla maniera dei laici dei Csm, quindi con la scrematura politica. Per quanto riguarda i 9 togati, saranno scelti tra 6 giudici e 3 pm estratti a sorte e che devono avere un’esperienza in Cassazione. Il presidente sarà eletto tra i giudici nominati dal presidente della Repubblica e quelli sorteggiati dall’elenco del Parlamento. Il giudice disciplinare d’Appello è sempre l’Alta Corte, non più le sezioni unite civili della Cassazione: anche questa parte entra ed esce dalle bozze. Niente da fare, invece, per Nordio e la discrezionalità dell’azione penale.
Con l’ok del Cdm la destra si esalta. Meloni parla di “una misura epocale e coraggiosa” contro le “forze della conservazione” e quando l’Anm sottolinea “una volontà punitiva” e il rischio di “controllo del governo sui magistrati”, la premier nega: “Di cosa dovrei vendicarmi coi magistrati? Non sono nemici”. Fedele Confalonieri si lascia scappare un “era ora”, FI festeggia con vecchi video di B. sui social. Secondo Nordio la riforma “rende omaggio a Giuliano Vassalli e Giovanni Falcone” e l’Anm si deve fermare di fronte “alla sacra volontà popolare”. L’iter in Parlamento però non sarà facile. Lo sa anche Mantovano: “I tempi non saranno rapidissimi, anche se l’auspicio è che non saranno dilazionati. Ma non è scontato che si arrivi al referendum”.