Corriere della Sera, 28 maggio 2024
Sul salone di Francoforte
Una piazza dove darsi appuntamento, prendere un caffè o un gelato, rilassarsi, chiacchierare, fermarsi a leggere un libro in una bella giornata o assistere a un evento, ascoltare uno scrittore che parla di un romanzo (o di un altro scrittore), fare amicizia, innamorarsi. Una piazza italiana. Simile al centro storico di un vecchio borgo, non troppo grande. Urbanistica e arte, svago e impegno civile, tempo libero e spirito di comunità. Così si presenterà il padiglione dell’Italia Paese ospite d’onore alla prossima Buchmesse di Francoforte: una «cornice fluida» pronta ad accogliere la vita della Fiera in programma dal 16 al 20 ottobre. O, come spiega Stefano Boeri che l’ha progettata su incarico del commissario straordinario Mauro Mazza, lo spazio canonico dell’incontro, dell’imprevedibilità quotidiana. Principio generatore delle nostre città. E, dunque, della nostra storia. Colonne (una trentina, quasi tutte diverse per forma e stile), portici, gradinate che diventano «una sorta di seduta informale su cui distribuirsi in maniera libera e spontanea». Per affondare le «Radici nel futuro», come recita lo slogan della partecipazione italiana alla 76ª Frankfurter Buchmesse, lo studio Stefano Boeri Interiors ha immaginato uno spazio «aperto, generoso», nel quale sia possibile assistere agli incontri ufficiali della rassegna (c’è anche un maxischermo su cui saranno proiettati i film dei registi italiani che hanno raccontato le piazze, da Federico Fellini a Matteo Garrone) e godersi una pausa immaginando di stare al tavolino di un bar, semplicemente guardandosi intorno. Sottolinea il commissario straordinario Mazza: «Questa grande piazza italiana rappresenta molto di noi: storia e carattere, portici e colonne, bellezze e incontri, meraviglie e sorprese in ogni angolo. Ha l’impronta della nostra identità ma un respiro internazionale, come l’architetto che l’ha realizzata». L’ambiente è caldo, con i toni del granito, della pietra (Boeri si è ispirato a Badalucco, Imperia, paese dei nonni paterni). Completamente diversi, con altri colori e altre funzioni, gli spazi affacciati sull’area centrale, progettati per aiutare il visitatore a orientarsi e addentrarsi nel nostro patrimonio culturale.
La piazza e una corolla di stanze. In tutto 2.300 metri quadrati di padiglione nato da un’idea condivisa con lo storico dell’arte Giovanni Agosti. Ecco lo sviluppo degli spazi perimetrali: due sale adiacenti esporranno Sotto un cielo antico, mostra curata dal ministero della Cultura in cui saranno esposte «le più importanti opere di arte antica che appartengono ai nostri musei nazionali». Proseguendo, una stanza è dedicata al Principe di Niccolò Machiavelli, mentre quella successiva racconterà Aldo Manuzio, tra i più grandi editori di tutti i tempi e precursore dei libri tascabili.
E visto che parliamo di Stefano Boeri, non potevano mancare piante e foglie: con un «preponderante» elemento vegetativo, la sala botanica «Library of 600 books» raccoglierà seicento volumi tradotti dal tedesco all’italiano che, come vuole la tradizione, al termine della manifestazione saranno donati al Paese ospite d’onore (dunque all’Italia, che li destinerà a un progetto di beneficenza). Seguendo la planimetria del Padiglione Italia, si trova «GO!25», area che intende celebrare l’appuntamento di Nova Gorica e Gorizia Capitale europea della cultura 2025. C’è poi il Caffè Letterario, piccolo auditorium destinato a conferenze e incontri (con gelateria). Per finire, «Reading in the dark» accoglierà un’installazione audio al buio, concepita sia per sensibilizzare i visitatori verso i temi della lettura per i non vedenti e quelli dell’accessibilità per tutti, sia per avvicinare il pubblico all’esperienza degli audiolibri.
Questa mattina alla Literaturhaus di Francoforte (appuntamento alle 11) sarà presentato il programma della partecipazione italiana alla Fiera tedesca, con l’annuncio degli autori invitati, il palinsesto delle attività editoriali e le tappe più importanti della rassegna. Parteciperanno il direttore della Buchmesse Juergen Boos, l’ambasciatore d’Italia in Germania Armando Varricchio, il commissario straordinario Mazza, il presidente degli editori (Aie) Innocenzo Cipolletta. Ci sarà anche Boeri, che mostrerà il «concept» del Padiglione Italia, con la piazza «espressione della nostra cultura». «Un luogo speciale – sottolinea l’architetto – in cui ritrovarsi, attraversare un mercato, assistere a un concerto, partecipare a un comizio. Dove non fare niente e vedere gli altri passare. E giocare a pallone». Soprattutto – aggiunge – simbolo eterno di libertà: «Da Tienanmen a Tahrir in Egitto, le piazze sono il luogo in cui si rivendicano i diritti».