Corriere della Sera, 28 maggio 2024
Sulle Paralimpiadi
Tre mesi. Poi Parigi sarà il luogo dove il sogno diventerà realtà per chi crede a una società migliore attraverso lo sport e ciò che vi sta intorno. Quelli come Andrew Parsons, brasiliano, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale, l’organizzazione che gestisce lo sport paralimpico, dal 2017. Una delle persone che stanno cambiando il mondo per tutti coloro che vivono in una condizione di disabilità: «La Paralimpiade francese sarà la più bella di sempre e mostrerà che si può e si deve costruire una società senza discriminazioni».
Stephen Hawking alla Cerimonia di apertura della Paralimpiade di Londra disse: «Lo sport paralimpico cambierà la nostra percezione del mondo». I Giochi tornano in Europa dal 2012. Che miglioramenti ci sono stati?
«È progredito molto il modo in cui la gente coglie il movimento paralimpico. Sono meno ottimista sulla considerazione delle persone con disabilità in generale. Credo siano state lasciate indietro in discussioni o forum internazionali dedicati al futuro del nostro Pianeta».
È una tendenza sui temi delle discriminazione?
«Altri movimenti, come quello per l’uguaglianza di genere, l’orientamento sessuale, l’etnia hanno fatto buoni progressi e ne siamo felici. Chi ha disabilità deve ancora essere incluso pienamente nelle riflessioni sul futuro».
Quanto sarà utile la visibilità della Paralimpiade?
«Moltissimo. A settembre si discuterà alle Nazioni Unite il documento Pax for the Future, sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Questi giochi, non riguardano solo i 4100 atleti, ma 1,2 miliardi di persone al mondo».
Che obiettivi avete?
«Vogliamo fare un passo avanti rispetto alle edizioni precedenti. A Tokyo il pubblico potenziale era di 4,1 miliardi di persone. Vogliamo superare questo numero. Gli spettatori previsti negli stadi, molti già esauriti e con biglietti in vendita, sono 2,8 milioni. I diritti di trasmissione sono stati acquistati da 164 Paesi, 10 in più di Tokyo».
La Rai dedicherà Rai2 alla Paralimpiade. E in passato tutti i media hanno dimostrato interesse al tema.
Pax for the future
«Questi Giochi non riguardano solo i 4100 atleti ma 1,2 miliardi
di persone al mondo»
«Credo che molto probabilmente l’Italia sia uno dei Paesi che sta crescendo di più. Non solo riguardo i risultati e le medaglie, ma anche atleti, strutture. È cresciuta l’importanza dello sport paralimpico nella società. Poi, avete un’altra responsabilità».
Quale?
«Raccontare bene Parigi per preparare la strada a Milano Cortina 2026. Un evento che ha giustamente la grande ambizione di poter cambiare la società, che è poi l’obiettivo del movimento paralimpico. Vedere Simone Barlam che nuota fa dire: Wow, ecco un campione. Avete una superstar come Bebe Vio, impressionante come le persone si siano strette a lei».
Quanto è importante avere un presidente come Luca Pancalli nel board di Ipc?
«Fondamentale. Luca è un ex atleta, io non lo sono. Siamo diversi, veniamo da generazioni diverse. Ma vediamo lo sport paralimpico attraverso le stesse lenti. La bellezza del movimento paralimpico: la diversità fa crescere. È un ottimo amico e lo ammiro molto per ciò che sta facendo non solo in Italia, ma a livello internazionale».
È un periodo complicato, con conflitti e crisi globali: Ucraina, Palestina, guerre locali in ogni continente. Quale impatto possono avere queste crisi sui Giochi?
«Vogliamo che Parigi sia ricordata come un’incredibile serie di competizioni di grandi atleti e atlete da tutto il mondo. Queste situazioni toccano in particolare le persone più fragili e più discriminate. Ecco perché il movimento paralimpico è ancora più esposto. Anche nei discorsi delle scorse cerimonie ho usato spesso la parola “pace”. Lo sport aiuta a cercare di raggiungerla».
Che messaggi arriveranno da Parigi?
«Universalità e diversità: la Paralimpiade mostra che si può crescere sui diritti di chi ha disabilità in tutti i Paesi del mondo. Fondamentale. Solo così potremo realizzare la nostra missione: creare un mondo più inclusivo attraverso lo sport. Torniamo alle parole di Hawking: vogliamo trasformare il mondo».