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 2024  maggio 28 Martedì calendario

Le «cose buone» di Silvio

Il titolo del libro è provocatorio: Silvio ha fatto anche cose buone. Già dalle prime righe accosta il Ventennio di Mussolini al Cinquantennio di Berlusconi, ricostruendo il suo mezzo secolo da protagonista prima da imprenditore e poi come politico. Tuttavia l’autore del libro, Ferruccio Pinotti, giornalista del Corriere della Sera, autore di una ventina di libri d’inchiesta nei quali ha scandagliato istituzioni, misteri e segreti d’Italia, è un segugio dei fatti, un ostinato detective della verità. Così, alla fine, scopre (e ammette) che Silvio ha fatto davvero anche delle «cose buone».
Come la legge che impose le «quote rosa» nei cda e nei collegi sindacali delle aziende quotate. Scrive Pinotti: «Può considerarsi, a oggi, il cambiamento più rivoluzionario in campo di empowerment femminile ottenuto dalle donne in Italia. Grazie alla legge, la percentuale di donne nei cda di società quotate è passata da circa il 6% all’attuale percentuale che sfiora il 36%, insidiando il 40% norvegese».
Non è l’unico risultato positivo che si può riconoscere all’ex premier, padre di Fininvest e di Forza Italia. Pinotti ricorda la riforma sull’affido condiviso e le iniziative sulla sanità, gli accordi con Gheddafi e il controllo dell’immigrazione, il tentativo (quasi riuscito) di avvicinare Putin alla Nato e i trionfi sportivi del suo Milan.
Il Cavaliere
Fu davvero un self made man? È stato un buon cattolico? Ha agito da liberale?
Un elogio di Berlusconi? Tutt’altro. Semmai una ricognizione puntuale, un racconto a tratti sorprendente su un uomo che ha cambiato la società e la politica italiana, a quasi un anno dalla sua scomparsa (12 giugno 2023).
Silvio ha fatto anche cose buone (Ponte alle Grazie) è un’inchiesta di 400 pagine dove il punto di partenza è il mito, anzi i miti di Berlusconi messi alla prova attraverso sentenze, documenti, interviste. Tredici capitoli, tredici definizioni da verificare. È stato davvero un self-made-man? Era un buon cattolico? È vero che ha varato una durissima legislazione antimafia? È stato il campione della destra laica, moderna e liberale? Pinotti scandaglia ogni aspetto di una personalista complessa e debordante. Mostra le falle della narrazione che lo vuole come l’imprenditore che si è fatto da solo, e sul conflitto degli interessi denuncia come sia stato un nodo mai risolto fino in fondo. Ne ricorda le intuizioni ma anche le gaffe internazionali, gli scandali e i successi. Soprattutto, il libro mette un primo prezioso mattone per costruire l’immagine di un leader che vada oltre la cronaca, per iniziare a leggere con distacco storico la figura di un uomo che, al di là degli schieramenti, ha segnato l’ultimo secolo. «Un gigante – scrive Pinotti – un demiurgo dal quale è impossibile prescindere».