il Giornale, 28 maggio 2024
Ascesa e follia di Syd Barrett il genio che creò i Pink Floyd
Ci sono artisti la cui assenza è stata persino più significativa della presenza. Ad esempio Syd Barrett, uno dei talenti istintivi che sostanzialmente aiutò il rock a diventare progressive e anche glam, un inglese atipico che suonava voce, chitarra e cervello e si inventò i Pink Floyd nel 1965 prima di dissolversi nella schizofrenia e nelle conseguenze dell’abuso di acidi e farmaci come il Mandrax che aveva effetti simili alla morfina se assunto con l’alcol. Questa è la storia che stasera su Rai5 racconta il docufilm Syd Barrett: Have you got it yet in onda alle 23. Diretto da Roddy Bogawa e Storm Thorgerson – autore tra l’altro delle copertine di The dark side of the moon e Wish you were here – è un documentario che mette a fuoco molte parti della storia di Syd Barrett che sono sempre state sfocate dalla leggenda. Ci sono interviste agli altri membri sopravvissuti dei Pink Floyd (David Gilmour, Nick Mason e Roger Waters), alla sorella di Barrett e ai vecchi manager della band, oltre che a Pete Townshend degli Who, Graham Coxon dei Blur e altri. Syd Barrett era nato a Cambridge nel 1946 ed è morto sempre lì, a casa della madre, nel 2006.
Fu il primo motore dei Pink Floyd iniziando prima a recitare un ruolo, quello della rockstar, ma facendo di tutto per viverlo fino in fondo. Già a quattordici anni si avvicinò alla cannabis e allo speed per poi passare all’Lsd e probabilmente all’eroina. «Chi le ha suggerito il nome Pink Floyd?» gli chiese un giornalista? «Gli alieni». Prima di essere affiancato e poi sostituito da David Gilmour, Syd Barrett scrisse pezzi come See Emily play che accesero i riflettori sul gruppo e l’ammirazione della critica. Poi, alla fine del 1967 tornò nella casa natale. Si ripresentò a Abbey Road nello studio dei Pink Floyd sette anni dopo, non aveva neanche trent’anni eppure era «obeso, calvo e senza sopracciglia». Ascoltò Shine on you crazy diamond, che era dedicata a lui, e poi non si fece vedere mai più. È morto nel 2006, aveva un tumore al pancreas ma non era più vivo da quando, nella meravigliosa e feroce Swingin’ London, si era sciolto il cervello in cambio di un’utopia.