il Fatto Quotidiano, 28 maggio 2024
Terme Diocleziano a Bulgari Il Cda: “Non sapevamo nulla”
È iniziato lunedì scorso lo sfarzoso showroom Bulgari alle Terme di Diocleziano, a due passi dalla stazione Termini, e continuerà fino a giovedì. Ieri sera si è tenuta l’ultima delle sei cene esclusive per gli ospiti della maison. Ma sui social del Museo Nazionale Romano, di cui fa parte anche la sede delle Terme, ancora nessuna comunicazione al riguardo. Come il Fatto aveva raccontato il 19 maggio, la notizia era stata diffusa solo agli ospiti della maison oggi di proprietà francese: il 10 maggio il Museo aveva comunicato i 15 giorni di chiusura, ma non il motivo della stessa.
Era così privata, la notizia, che anche i membri del comitato tecnico scientifico e del Cda del Museo non sapevano nulla dell’operazione avallata dalla direzione: la concessione di tutte le terme imperiali. Tutto in base alle norme con cui nel 2014 l’allora ministro Dario Franceschini dotava alcuni musei, come il Museo Nazionale Romano, di autonomia speciale. Gli organi possono, ma non devono essere consultati dal direttore su questioni organizzative di questo genere. Insomma, che Bulgari stesse organizzando uno showroom di 10 giorni nel “loro” museo, lo hanno appreso dal Fatto.
Sempre su invito, ma con battage pubblicitario, è stata invece la cerimonia per i 140 anni della maison, con sfilata, balletti e cena di gala, tenuta martedì scorso. Ospiti da Anne Hathaway a Carla Bruni, un concerto di Elisa, il gioiello più costoso dell’azienda indossato dall’attrice indiana Pryanka Chopra. Doveva tenersi al Vittoriano, ma il ministero della Difesa ha detto di no, data la presenza del Milite ignoto. E così piano B alle Terme di Diocleziano, tre giorni prima, chiudendo alle 17 le poche sale rimaste aperte del museo. Tra gli ospiti italiani che hanno rivendicato la loro presenza alla serata, anche l’assessore al Turismo del Comune di Roma, Alessandro Onorato: “grazie per aver scelto Roma” ha scritto sui suoi social. Ma non aveva idea che il sito fosse chiuso ai turisti per due settimane, ammette contattato a riguardo, e apprendendo la notizia rimane perplesso.
Insomma da lunedì scorso, in diurna, auto di lusso portano gli ospiti fino all’entrata delle antiche aule, dove per l’occasione sono state allestite sale in cui condurre le trattative. Guardie, armate e non, a tutti i lati dell’area, a creare un ambiente opportuno per offerte anche a sette zeri, come ci hanno tenuto a far sapere i Tg Rai nei giorni scorsi, per nulla turbati all’idea che trattative di questo genere si tengano in museo statale chiuso. Nei pochi spazi residui aperti al pubblico invece – le sezioni museali moderne – i visitatori costretti alla visita in questi giorni (perché hanno comprato il biglietto cumulativo di tutte e 4 le sedi, che continua a costare 12 euro, anche in anticipo) passeggiano perplessi: gli ingressi sono circa un quinto del normale in questi giorni, nonostante lo sconto di 2 euro sul prezzo.
Che ci sarà un prima e un dopo questo showroom, per quanto riguarda l’affitto di musei italiani ad aziende private, pare essere indubbio. Il settore si è diviso come non succedeva forse dalla cena di Ferrari nel 2013 sul Ponte Vecchio a Firenze: stavolta la chiusura è di 15 giorni, le cene sono sei, e c’è una fiera in corso. Nei video circolati si notano ospiti appoggiarsi alle statue. L’associazione di settore Mi Riconosci ha fatto notare che i ricchi ospiti “possono ammirare i gioielli chiusi in vetrine collocate tra statue antiche che al contrario non hanno alcuna protezione”.
Non è semplice quantificare le eventuali perdite per l’istituto per la prolungata chiusura “parziale”, al netto di eventuali danni che saranno ripagati dagli organizzatori: Bulgari ha pagato 1 milione e 100 mila euro, altri 400 mila dovrebbero arrivare da una sponsorizzazione triennale che prevede altre mostre e eventi (senza chiusure, si spera). E le Terme di Diocleziano contano poco più di 500 ingressi nel giorno medio, 2 mila circa l’intero Museo Nazionale Romano. Che dice che quei soldi saranno usati per “manutenzioni straordinarie indispensabili”: l’impianto di condizionamento è fuori uso da tempo, le biglietterie sono state sostituite da totem informatici, nella sede di Palazzo Massimo c’è un piano chiuso per motivi tecnici da anni, il “Museo dell’Arte Salvata”, inaugurato nell’Aula ottagona nel 2022, ha chiuso poco dopo. Ma il Museo Nazionale può contare su 71 milioni del Pnrr per progetti in tutte e 4 le sedi: i cantieri, che dovrebbero finire entro il 2026, sono partiti in una sola, la Crypta Balbi, chiusa da inizio 2023 per consentire i lavori, che sono però iniziati pochi mesi fa. I progetti esecutivi ancora latitano. Ma c’è tempo per i brindisi su invito.