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 2024  maggio 28 Martedì calendario

Per la piccola Corea del Sud crescita boom


Il primo trimestre del 2024 è stato per l’economia sudcoreana non solo positivo ma superiore alle aspettative e con le prospettive di una ulteriore crescita trainata dalle esportazioni. Un balzo dell’11% dell’export rispetto a dodici mesi prima è stato centrale nell’incremento del Pil al 3,4%, superiore dell’1,3% all’ultimo trimestre del 2023 (quando era stato solo dello 0,6 per cento sul trimestre precedente) oltre quindi la previsione dell’1% stimato ufficialmente. Per la Bank of Korea si tratta della crescita più elevata dall’inizio del 2021 e sembra giustificato l’ottimismo della banca centrale nel considerare possibile un incremento della ricchezza prodotta quest’anno oltre il 2,1% preventivato dopo il +1,4% del 2023. Infatti, se le esportazioni hanno superato le aspettative, anche l’edilizia – incentivata dai programmi governativi per le infrastrutture – e i consumi interni danno segni di espansione. L’inflazione al contrario dovrebbe, secondo stime indipendenti, scendere al due per cento entro giugno per poi attestarsi attorno a 1,5-1,7 per cento nel 2025.
Certamente i dubbi che si possa ripetere la performance di gennaio-marzo non mancano, come pure le iniziative per coglierne le potenzialità. Nei giorni scorsi il governo ha annunciato un pacchetto di 19 miliardi di dollari a favore dei produttori di chip e semiconduttori per sostenere un settore essenziale, sia per alimentare la richiesta interna di componenti ad alta tecnologia, sia per valorizzare e incrementare ulteriormente un export verso gli Stati Uniti, soprattutto, che sta segnando incrementi record.
La concorrenza che il Paese deve affrontare è tra le più agguerrite: Repubblica popolare cinese, Giappone, Taiwan, in avvicinamento anche l’India... ma la piccola Corea del Sud, quarta potenza economica dell’Asia e 14ma al mondo, mostra sempre meno soggezione e sempre più aspetti competitivi. Non si arresta ma anzi cresce il valore di esportazioni di eccellenza come circuiti integrati, prodotti per la comunicazione e l’intrattenimento, cosmetici e non si “sgonfia”, anzi, la crescita del brand K-pop (Korean Pop) che ha conquistato l’Asia con musica, cinema, serie tv, moda e design “made in Korea” e va diffondendosi in Occidente fatturando miliardi di dollari all’anno. Una proiezione del Paese nel mondo all’incrocio tra identità e business, ma la società civile chiede oggi alla leadership del Paese di affrontare radicalmente situazioni che non possono più essere ignorate. A partire dalla povertà in cui vive il 30 per cento degli anziani. In una nazione che registra il più rapido invecchiamento della popolazione al mondo, un quarto dei settantenni è impiegato per necessità una qualche attività lavorativa. Necessità che si incrociano con le crescenti difficoltà dei giovani con elevati (e costosissimi) livelli di studio a trovare un impiego adeguato e remunerativo mentre le dinamiche aziendali restano oppressive quando non punitive per molti lavoratori. Come per l’erosione del “peso” dei grandi conglomerati produttivi-finanziari che ha messo alla prova le ultime amministrazioni, si registra l’opportunità di una maggiore delocalizzazione rispetto alla capitale. La concentrazione della ricchezza a Seul vede un calo dovuto probabilmente alla scarsa performance della Borsa valori e alle difficoltà del mercato immobiliare, tuttavia, a dicembre 2023 Seoul ospitava oltre 80mila individui la cui disponibilità era superiore al milione di dollari. I dati di un rapporto sulle città più ricche al mondo inseriscono la capitale sudcoreana al 19mo posto fra le prime venti, ma mostrano anche il suo sorpasso per numero di miliardari sulla rivale più diretta, la giapponese Tokyo: 24 contro 14. Ancora, il rapporto indica che se Tokyo ha oltre il triplo dei milionari il loro numero è sceso del cinque per cento nell’ultimo decennio, mentre quello di Seul è salito del 28%.