Corriere della Sera, 26 maggio 2024
Tutte le «verità» di Presta
DOGLIANI «Sono venuto in pace». Sorride sornione prima di mettersi comodo al Festival della Tv di Dogliani. Lucio Presta è uno degli ospiti più attesi della giornata. E non delude. Perché parla poco, ma quando parla... Amadeus? «Lo stimo tantissimo, ma ha fatto una cosa che non si fa nemmeno se una persona ti ha fatto veramente del male. Presentando la trasmissione di Capodanno in Calabria ha detto una frase che non potevo accettare: Presta sa quello che ha fatto. Parole che mi hanno ferito, perché ne andava della mia onorabilità. Per questo ho deciso di raccontare pubblicamente certi suoi comportamenti. E non ho letto nessuna correzione a quello che ho detto». Il riferimento è all’intervista al Giornale in cui spiegava i motivi della lite con Amadeus. Del resto lo riconosce, «noi calabresi abbiamo due difetti: siamo testardi e permalosi».
Un’ora – intervistato da Elvira Serra del Corriere – in cui Presta parla di tutto. Anche della rivalità con Beppe Caschetto, l’altro numero uno dei manager della tv: «Lui è più potente di me», fa il modesto ma non ci crede. «È più potente lui perché è di sinistra, io invece ho fatto incazzare la destra, il centro e la sinistra. Ma in realtà siamo amici, siamo più in confidenza di quanto si pensi». Una cosa gliela rinfaccia: «Quando i miei artisti hanno fatto il Festival di Sanremo hanno sempre chiamato i suoi. Mentre il contrario non è mai successo».
Parla anche di Barbara D’Urso e sottolinea che la sua è una storia «molto complicata», superlativo assoluto che ripete tre volte senza tuttavia svelare il retroscena. Però promette: «Tra pochissimo tempo tornerà il suo momento». Con il sorriso e il gusto della battuta il «permaloso» Presta non dimentica Antonio Campo Dall’Orto: «Il peggior dg della storia della Rai. Lui sta alla tv come io all’astrofisica nucleare». Punge Stefano De Martino, suo ex assistito: «Chi tradisce una volta, poi tradisce sempre». Caschetto è avvisato. Del resto uno dei pilastri della sua filosofia di vita glielo ha insegnato Andreotti: «Se aiuti qualcuno, avrai 100 incazzati e un ingrato».
Una giornata ricchissima di incontri iniziata con Aldo Cazzullo che ha intervistato Jérôme Fenoglio, direttore di Le Monde («la parola chiave del nostro successo è qualità, anche sul web niente gattini») e proseguita con Cristina Parodi («io perfettina? lo rivendico, preferisco così piuttosto che essere approssimativa»).
Si parla di elezioni (italiane e americane) nel panel moderato da Annalisa Bruchi con Barbara Stefanelli (Corriere), Sechi (Libero), Fittipaldi (Domani), Francesco Cancellato (Fanpage), Stefania Aloia (Secolo XIX) e Andrea Malaguti (La Stampa). Cambia il registro con Paola Perego che ripercorre la sua carriera. Gli inizi come valletta muta e poi parlante, «le accuse di sessismo ingiuste e ingenerose» (quando – toh chi si rivede – Campo Dall’Orto le chiuse il programma), i 30 anni di attacchi di panico, i programmi del cuore (c’è anche La Talpa). Non manca una battuta sul marito, Lucio Presta (rieccolo): «La vera diva della famiglia è lui».