Corriere della Sera, 26 maggio 2024
Signorini domani davanti ai pm
Genova Lui si è messo a disposizione e gli inquirenti hanno detto venga. E così Paolo Emilio Signorini, l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova accusato di tangenti nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto sistema Toti, sarà interrogato domani. Secondo l’accusa è il grande corrotto di questa storia di mazzette. Denaro, viaggi, soggiorni a Montecarlo, regali tipo borse di Chanel e bracciali Cartier, pure fiches per il casinò, in cambio di corsie preferenziali ad alcuni imprenditori del porto e alle loro pratiche. Come quella relativa al rinnovo della concessione trentennale per il Terminal Rinfuse al leader dei terminalisti Aldo Spinelli o come l’aumento tariffario a favore di Mauro Vianello detto la «volpe del porto» che si occupa di sicurezza e vigilanza. Signorini, che si era avvalso della facoltà di non rispondere davanti alla gip, è l’unico indagato a essere finito in carcere. Sessant’anni, genovese, è oggi ad di Iren, la multiutility dell’energia che dopo l’arresto gli ha revocato deleghe e poteri. Si trova nel carcere di Marassi, dove sta preparando l’interrogatorio. «Più di tanto non potrà entrare nel merito delle accuse. Le carte sono tante e tali che gli è stato difficile studiarle tutte», spiega l’avvocato Enrico Scopesi che lo difende. In ogni caso chiederà un’attenuazione della misura: «Domiciliari».
Le risposte rilette
Nel frattempo l’accusa sta mettendo a fuoco alcune risposte dell’interrogatorio del governatore Giovanni Toti, anche lui indagato per corruzione: finanziamenti ai suoi Comitati elettorali da parte dei privati, Spinelli su tutti, in cambio di favori amministrativi. Per tentare di provare il nesso fra pagamenti degli imprenditori e atti della Regione i pm hanno contestato a Toti un particolare aspetto della pratica «rinnovo Terminal Rinfuse». «Per quale motivo lei si lamenta con Spinelli di “non aver visto nulla per le elezioni di Savona”? Le aveva promesso un finanziamento?», chiedono i pm. «Mi aveva fatto la promessa, il finanziamento non era arrivato e mi lamentavo, anche un po’ ironicamente, con lui…». Siamo alla fine di ottobre del 2021. Spinelli ha appena incontrato nel suo yacht l’ex ministro pd Claudio Burlando e una delegazione del Pd ligure. Cosa che non ha entusiasmato Toti. «Perché il 3 novembre chiede a Signorini di rallentare la trattazione della pratica?», domandano i pm sospettando la ripicca del governatore nei confronti di Spinelli. «Non è vero che ho chiesto di rallentare la pratica per il mancato finanziamento – risponde Toti —. La mia intenzione era di dare tempo a tutti i soggetti coinvolti di elaborare un testo finale della delibera di proroga». I pm insistono: «Perché il 13 novembre dà un’intervista in cui indica come termine logico della proroga gli 8 anni (e non 30, ndr)?... Perché afferma che non c’è fretta per quella pratica?». Toti: «Secondo me in 8 anni si sarebbe trovata una sistemazione compiuta… non c’era fretta perché la pratica era avviata nella direzione giusta». «A chi fa rifermento quando dice che alcuni terminalisti hanno comportamenti esuberanti e pretese eccessive?». «Non ricordo».
Il timore sul gip
Altro nodo della vicenda sono gli arresti domiciliari del governatore. «Dopo l’interrogatorio chiederemo la revoca al gip», aveva preannunciato l’avvocato Stefano Savi, suo difensore. Il faccia a faccia è di giovedì scorso ma al momento non è stata depositata ancora alcuna richiesta. Per quale ragione? «Non passerà molto tempo prima di decidere cosa fare», ha aggiunto ieri il legale. Come dire, ci stiamo pensando. La frenata potrebbe essere dovuta al timore che la gip alzi un disco rosso, supportato dal parere negativo dei pm. Bocciatura che potrebbe avere delle ripercussioni politiche anche in vista delle Europee di giugno. Agli occhi dei magistrati l’interrogatorio non avrebbe infatti cambiato le esigenze cautelari. Toti, in sostanza, ha detto: riconosco i finanziamenti ma per me questi non sono reati. E quindi, se respinge ogni accusa e se non intervengono le dimissioni, sembrerebbe difficile una decisione favorevole da parte della gip, la stessa che l’ha arrestato. La Liguria rimane con il fiato sospeso.