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 2024  maggio 26 Domenica calendario

Il Big Mac inguaia Biden La crescita dell’economia oscurata dal caro fast food


NEW YORK – Il Big Mac potrebbe diventare un elemento chiave delle prossime presidenziali americane. E così il bacon, le patatine fritte e le alette di pollo con salsa messicana. La classe operaia è sempre più insoddisfatta della politica economica del presidente Joe Biden e uno dei motivi è l’impennata dei prezzi degli “happy meal”, le offerte fast food che negli Usa fanno spesso da colazione, pranzo e cena. Secondo il Consumer Price Index, mentre la spesa media per mangiare a casa è cresciuta, tra il dicembre 2022 e il dicembre 2023, dell’1,3 per cento, quella per il fast food è salita del 5,2.
McDonald’s, il tempio americano del cibo a buon mercato, è stato criticato per i suoi prezzi. In alcuni store il Big Mac menu costa 18 dollari, prezzo esagerato per chi era abituato a fare il pieno con pochi bigliettoni verdi. Ma anche altre catene, come Kfc, Taco Bell e Pizza Hut hanno alzato i prezzi. E lo stesso vale per i franchising di cibo messicano. Negli ultimi 5 anni gli incrementi complessivi sono stati quasi del 28 per cento, ben sopra l’inflazione. Non è un dettaglio, nella corsa alla Casa Bianca.
Due elementi incidono sul voto degli americani più della politica estera, che nell’80 per cento del Paese, quella rurale, interessa zero: quanto costa il pieno di gasolio e quanto un box con panino, patatine e soda. Se un hamburger carne, formaggio e cipolla è rincarato del 31 per cento, mentre la paga oraria si aggira sul 25 per cento, per i Democratici è un problema. Secondo un sondaggio realizzato dal Guardian,quasi tre americani su cinque credono, sbagliando, che gli Usa siano in recessione. Il 49 per cento è convinto che la disoccupazione sia al suo massimo negli ultimi cinquant’anni mentre è sotto al 4 per cento, il più basso in mezzo secolo. La stessa percentuale è convinta che l’indice azionario S&P500 di Wall Street sia in calo da un anno, mentre è cresciuto del 24 per cento nel 2023 ed è in crescita del 12 per cento quest’anno. Il generale pessimismo americano èun cortocircuito che colpisce un Paese a due velocità: i ricchi guadagnano sempre di più, la classe media e quella che sta sotto ha sempre più problemi nel quotidiano. Sette americani su dieci, in un altro sondaggio, hanno confessato di aver problemi con il costo della vita. Scoprire che un prodotto acquistato al fast food è passato da uno a cinque dollari mette la depressione e colpisce più dei rincari registrati nei negozi di vestiti e profumi.
Biden rischia di giocarsi il voto di quella fetta di elettorato che lo ha portato alla Casa Bianca nel 2020. Allora, secondo Axios, conquistò il 55 per cento dei voti tra le persone con reddito inferiore a 50mila dollari l’anno, contro il 44 che aveva scelto Trump, e il 57 per cento tra quelli che guadagnavano tra i 50 e i 99mila. Al tycoon era andato il 42 per cento. Ma adesso i più poveri sembrano rivolgersi proprio a Trump. I social sono inondati di messaggi in cui la gente dichiara che “quattro anni fa si stava meglio”. Non a caso il tycoon nei comizi usa il prezzo dell’hotdog per indicare il fallimento della politica economica del suo avversario. Da settimane la campagna di Biden sta consultando esperti di comunicazione per capire come far arrivare agli americani il messaggio che l’economia, in realtà, non è mai stata così bene. Ma l’inflazione resta un problema, la Federal Reserve non è intenzionata ad abbassare il costo del denaro. E basta fare una sosta al fast food e quella sensazione di Eldorado evapora con l’odore di fritto che arriva dalle cucine.