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 2024  maggio 26 Domenica calendario

La sfida dei diritti Schlein alla premier “Italiani meno liberi con salari così bassi”

NAPOLI – Giorgia su Telemeloni, Elly tra i 50mila della piazza di Napoli. Le leader si sfidano a distanza su diritti e libertà. Il confronto che accende la campagna elettorale per le Europee racconta due idee di Paese che non potrebbero essere più lontane una dall’altra.
La presidente del Consiglio parla davanti a una telecamera fissa, la bandiera tricolore sullo sfondo. Schlein le risponde mentre, nel centro del capoluogo campano, donne e uomini provenienti da ogni parte d’Italia manifestano in difesa della Costituzione e contro la riforma dell’autonomia differenziata, con le bandiere rosse della Cgil e i vessilli di 160 associazioni del coordinamento nazionale de “La via Maestra”.
«La segretaria del Pd ha detto che in questo anno e mezzo io starei cancellando la libertà delle persone», affonda Meloni. Parla di «accusa singolare», evoca le misure di contenimento approvate durante la pandemia. E aggiunge: «Chiedo a Schlein quali sono le libertà cancellate da questo governo. Le nostre sono battaglie di libertà. Ci dica di cosa parla, ma ci dica qualcosa di concreto perché la libertà è stata sempre limitata solo dalla sinistra. Il punto è che i cittadini lo hanno capito». Quando le riportano la domanda della premier, Schlein non fa una piega. «È semplice – risponde – se hai un salario da fame e non puoi pagare l’affitto, non sei pienamente libero, mentre il governo Meloni blocca la proposta sul salario minimo su cui raccogliamo firme in tutta Italia e cancella i fondi per l’affitto da 330 milioni». E non solo: «Se ti ammali di tumore e non riesci a prenotare le visite successive con la sanità pubblica non sei libero o lo sei se faticosamente trovi 500 euro. Io mi preoccupo di quelliche 500 euro non provano neanche a cercarli. Queste sono le libertà compresse dalle scelte dissennate del governo», sottolinea la segretaria del Pd.
«Noi siamo contrari al redditometro tanto caro alla sinistra», rivendica la premier nei suoi “appunti di Giorgia”. E difende l’accordocon l’Albania sui migranti: «Con buona pace della sinistra nostrana e dei suoi tentativi di far fallire qualsiasi risposta sul fronte dell’immigrazione illegale, l’Italia sull’immigrazione sta facendo scuola».
Nella piazza di Napoli invece si parla della Costituzione e della riforma del regionalismo. «Non si èmai vista una sedicente patriota spaccare in due l’Italia – afferma Schlein – siamo qui per dire un no secco all’autonomia differenziata di Calderoli e di Giorgia Meloni. La fanno senza risorse, perché a loro interessa restringere le diseguaglianze territoriali che il Sud ha pagato in questi anni. Noi invece crediamo che non ci sia riscatto per l’Italia senza riscatto del Sud. Ci battiamo per il pieno diritto all’accesso alla sanità pubblica, alla scuola, a un lavoro dignitoso, al trasporto pubblico locale. Tutte cose che questa autonomia differenziata minerebbe alla radice, sarebbe il colpo di grazia sulla sanità che il governo si già tagliando. Non esistono cittadini di serie A e B». Schlein ascolta operai e cassintegrati, espone lo striscione “Giustizia per Mario Paciolla” con i genitori del cooperante italiano morto in circostanze misteriose in Colombia. Abbraccia il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che dal palco invita a «unire il Paese non dividerlo, che è già fin troppo diviso. Governare vuol dire mediare, non vuol dire comandare». Siamo anche nella terra dove i Campi Flegrei tremano per il bradisismo e la segretaria dem affonda: «Ho trovato molto gravi e inopportune le parole del ministro della Protezione civile Musumeci che ha voluto colpevolizzare i cittadini e le cittadine che abitano nei Campi Flegrei, come se fosse stata una loro scelta consapevole quella di collocarsi in un’area a rischio. Mi aspetto da un governo serio che metta in campo tutte le risorse per aiutare quei territori». L’editorialista di Repubblica, Massimo Giannini, riprende le parole di Liliana Segre: «Non posso e non voglio tacere». E avverte: «Nulla di ciò che stanno facendo ci darà più libertà. Nulla amplierà i nostri diritti». La piazza intona Bella Ciao. Schlein rassicura un operaio: «Non vi mollo». No, qui non è Telemeloni.