Avvenire, 26 maggio 2024
Olimpiadi, i conti non tornano mai A Parigi però non li hanno fatti male
Care Olimpiadi, anzi carissime. Il budget iniziale era di 6,8 miliardi di euro: ne sono stati spesi già 8,8 e si viaggia verso i 10. Parigi però, a due mesi esatti dal via, prende la calcolatrice e scopre che la sua potrebbe essere una delle edizioni dei Giochi meno costose degli ultimi 36 anni. Il condizionale è d’obbligo comunque, perché per conoscere il saldo finale dell’evento occorrerà attendere il rapporto della Corte dei conti, atteso non prima dell’autunno 2025.
Secondo una nota pubblicata dalla società di consulenza Asterès, il costo definitivo dovrebbe sfiorare i 12 miliardi di euro, per il 96% finanziati da fondi privati se si considerano solo le spese dell’organizzazione degli eventi sportivi. Altro discorso se il calcolo comprende anche il prezzo delle infrastrutture, e quello previsto per la sicurezza di atleti e spettatori: in questo caso i finanziamenti pubblici corrispondono al 42% del budget di spesa complessivo.
Parigi comunque può considerare abbastanza “sostenibili” le sue Olimpiadi, e il merito va soprattutto alla circostanza che il 95% degli impianti che le ospiteranno erano preesistenti, o si tratta di strutture temporanee dal costo contenuto. E questo influirà anche nel bilancio dell’impatto ambientale di una manifestazione che si appresta ad accogliere 15 milioni di spettatori. C’è poi la questione prezzi degli affitti e degli immobili in vendita. Parigi è già oggi una delle città da questo punto di vista tra le più care al mondo, e rischia di diventare inavvicinabile durante i Giochi. Sulle piattaforme di locazione turistica i costi per una stanza nell’estate 2024 sono raddoppiati o triplicati rispetto al normale, partendo da una spesa media attuale di 200 euro a notte.
Costerà molto – e non solo in tema di timore per possibili attentati – la scelta di organizzare la cerimonia di inaugurazione per la prima volta nella storia fuori da uno stadio, lungo la Senna, con 10mila atleti che sfileranno lungo 6 chilometri di fiume a bordo di 160 chiatte. Il 26 luglio sono previsti 320mila spettatori che necessiteranno 30mila uomini delle forze dell’ordine, 18mila militari e circa 20mila agenti di sicurezza privata. Grandeur francese a parte, i Giochi costano una fortuna, ovunque e da sempre. Andando a ritroso, 12 miliardi di euro quelli di Tokyo – quasi il doppio della stima iniziale – colpiti dall’aggravio del loro rinvio di un anno e delle spese sanitarie per il Covid. Quasi 14 miliardi il costo di Rio 2018 (con uno sforamento superiore al 350% rispetto alle previsioni). Tra i 12 e il 15 miliardi quelli di Londra 2012. Forse addirittura 45 miliardi (la Cina, si sa, non è mai molto trasparente) quelli di Pechino 2008; circa 13 quelli di Atene 2004. E il conto aumenta inesorabilmente di edizione in edizione, anche se le cifre per dimostrarlo non sono tutte disponibili e soprattutto comparabili.
Secondo l’Oxford Olympics Study, nel periodo 1964-2018 i costi (espressi in dollari) delle Olimpiadi sono lievitati da 1,2 miliardi – la media delle edizioni di Tokyo, Città del Messico e Monaco – a 7,2 miliardi, la media di Pechino-Londra-Rio. Storicamente, comunque i bilanci finali hanno sempre sforato ampiamente le previsioni iniziali, in media del 172%, e molte voci spesso non sono comprese nei consuntivi finali.
Le ragioni sono essenzialmente due: una cognitiva, cioè l’eccesso di ottimismo riguardo all’esito dei progetti. E una politica, quella che spinge a minimizzare i dati perché minori sono le stime iniziali sui Giochi e maggiore è il consenso popolare per organizzarli. Questi elementi spiegano anche lo sforamento di Parigi rispetto al bilancio preventivo fatto nel 2017, in parte imputabile anche al ruolo svolto dall’inflazione in questi ultimi sette anni. Un calcolo provvisorio invece prevede, secondo alcuni analisti, un impatto trascurabile delle Olimpiadi sulla crescita della Francia. Stimato complessivamente in uno 0,4% e spalmato su più anni, l’aumento del Pil non dovrebbe condizionare la traiettoria della crescita del Paese.