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 2024  maggio 26 Domenica calendario

A Staryi Saltiv, circa 14 chilometri dietro la linea del fronte, in queste ore risuonano i boati dei combattimenti

A Staryi Saltiv, circa 14 chilometri dietro la linea del fronte, in queste ore risuonano i boati dei combattimenti. La cittadina di Vovchansk è in fiamme mentre i pullman cercano di portare in salvo gli sfollati verso Kharkiv.
«Tutto questo non sarebbe successo se il Congresso avesse sbloccato prima gli aiuti e se gli americani ci consentissero di usare le loro armi per colpire dietro le linee nemiche», spiega al Corriere una fonte militare ucraina di alto grado che chiede di rimanere anonima perché non è autorizzata a parlare.
Negli ultimi due mesi, la Russia ha ammassato truppe sul suo lato del confine nella regione di Belgorod, mentre le squadre di ricognizione ucraine stavano a guardare. «Secondo le regole d’ingaggio non possiamo usare gli Himars o gli Mlrs», spiega ancora la fonte. E il motivo è noto. A Washington, fin qui, hanno deciso di vietare all’alleato ucraino l’utilizzo di armi su territorio russo per contenere l’escalation. «Si tratta però di regole d’ingaggio che gli americani impongono a noi ma che loro non impiegherebbero mai se dovessero difendere il proprio territorio», conclude la fonte.
A guardare la gittata delle armi c’è da credere che gli ucraini non esagerino quando parlano di «doppio standard». Mosca ha rivendicato oltre 260 chilometri quadrati di territorio in 13 giorni – più di quanto l’Ucraina sia riuscita a recuperare durante la controffensiva estiva dello scorso anno. Una nuova offensiva che si potrebbe fermare se l’amministrazione Biden cambiasse le regole d’ingaggio. Tanto che a Washington – scrive il New York Times — ci stanno pensando sul serio e il segretario della Nato Jens Stoltenberg, in un’intervista all’Economist, dichiara come i Paesi della Nato debbano considerare di revocare il divieto sull’utilizzo delle loro armi in territorio russo per permettere agli ucraini di difendersi.

Gli Himars e i M270 permettono di sparare contro l’artiglieria russa da una distanza di sicurezza e servirebbero anche a coprire le squadre ucraine incaricate di scavare le fortificazioni. Se poi sono armati con gli Atacms ancora meglio dal punto di vista degli ucraini. Del resto, non sarebbe la prima volta che durante questa guerra una linea rossa diventa prima rosa e poi bianca. È successo per la Crimea. Nel 2023, il consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan ha dato via libera all’uso delle armi Usa per gli attacchi sulla penisola annessa illegalmente dal presidente russo Vladimir Putin nel 2014. Da allora, le forze ucraine hanno lanciato di tutto, dai missili da crociera anglo-francesi agli Atacms, colpi che hanno messo in seria difficoltà Mosca nel Mar Nero.
A Washington, almeno a parole si cerca di buttare acqua sul fuoco perché all’orizzonte si pone un’altra questione. Se gli F-16, equipaggiati con missili aria-aria occidentali a lungo raggio, una volta schierati nei cieli dovessero ingaggiare gli aerei russi prima che attraversino lo spazio aereo ucraino, allora parlare di linee rosse e bianche sarebbe decisamente riduttivo. Non a caso lunedì il segretario alla Difesa Lloyd Austin a un giornalista che gli chiedeva se i sistemi di difesa aerea statunitensi fossero utilizzati per abbattere i bombardieri russi che miravano a Kharkiv dallo spazio aereo russo, ha risposto: «Le dinamiche aeree sono un po’ diverse». Vago, ma Austin non può dire che uccidere piloti russi in volo in Russia irriterebbe Putin molto di più di quanto farebbero attacchi su soldati di artiglieria russi sul loro territorio. Tanto più se lo si fa e lo si dice. Perché né a Mosca né a Washington si può ammetterlo apertamente ma un fante vale meno – economicamente parlando – di un pilota.
Così, mentre gli americani discutono se trasformare un no in un «ni» e poi in un sì, i russi avanzano. Certo, alle elezioni statunitensi non manca molto dunque difficile che Putin dia l’ordine di sfondare. Ma se, come previsto, la Russia aprirà un nuovo asse sul confine con la regione ucraina di Sumy, altri ucraini moriranno. Sangue che rende più forte lo zar.