Corriere della Sera, 25 maggio 2024
Televisori e decoder
Oltre che alla mitologica e stereotipata casalinga di Voghera qualcuno pensi anche al pensionato di Alberobello o di Villapizzone. Il rischio è che fra alcuni mesi il suo televisore diventi un soprammobile, muto e inutile. Colpa di una sigla difficile: Dvb-T2. Molto in sintesi, dietro all’ostico acronimo sta il concetto che il digitale terrestre cambierà ancora. La Rai farà partire le prime trasmissioni in agosto. Il sistema attuale è fondato su tecnologie degli anni Novanta e nel frattempo le cose sono cambiate. C’è bisogno di liberare un po’ di frequenze per le reti mobili e per il 5G in particolare. Qual è il problema? Che la nuova transizione si abbatterà su un numero enorme di tv non compatibili. Le stime vanno dai 10 ai 14 milioni di apparecchi. Solo quelli più recenti del dicembre 2018 sono certi di essere promossi. A Voghera e ad Alberobello si può sperare nell’italica passione per il procrastinare: Dbv-T2 doveva iniziare a dispiegarsi dal gennaio 2023 e ancora non c’è una tabella di marcia precisa. Ma il futuro prima o poi arriva. Per salvare i salotti – molti dei quali hanno dovuto rinunciare al calcio a causa di prezzi non per tutti e di recente ulteriormente saliti – servirà una campagna di comunicazione chiara e, forse, un nuovo round di bonus tv.