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 2024  maggio 25 Sabato calendario

Intervista a Timmermans



Perché avete deciso di lanciare l’appello di Parigi?
«Le elezioni del 9 giugno hanno un’importanza storica, perché per la prima volta il centrodestra è tentato dal cambiare direzione e allearsi con l’estrema destra. Noi socialisti dobbiamo evitarlo, perché altrimenti la costruzione europea verrà distrutta». Frans Timmermans, 63 anni, ex vicepresidente della Commissione europea artefice del Green deal e oggi leader del partito laburista olandese, è tra i primi firmatari dell’appello che vuole rilanciare «una diga robusta contro l’estrema destra».
Lo incontriamo a Parigi, nei quartier generale del capolista socialista Raphaël Glucksmann, che ha promosso l’appello firmato in Italia dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, e in Europa, tra gli altri, dal candidato socialista alla presidenza della Commissione, il tedesco Nicolas Schmit.
La diga sta dando segni molto visibili di cedimento. In un dibattito a Bruxelles, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha aperto a una «collaborazione con il partito di Giorgia Meloni», che fa parte del gruppo dei conservatori (Ecr) con gli spagnoli di Vox, i polacchi del PiS, i democratici svedesi e i francesi di Zemmour. Nei Paesi Bassi di Timmermans, i liberali alleati dei macronisti nel gruppo Renew hanno stretto un accordo di governo con l’estrema destra di Geert Wilders.
Pensa che i macronisti di Renew potrebbero collaborare con alcuni conservatori del gruppo Ecr, come propone von der Leyen?
«Questo per Macron mi pare impossibile. Il capo della lista di Renew in Olanda ripete mai e poi mai. Dice “in Europa non lo faremo mai, ma in Olanda dobbiamo farlo”. È strano, no?».
La presidente von der Leyen ha cambiato idea?
«Fino a qualche tempo fa era chiarissima, ha sempre ripetuto “mai con l’estrema destra”. Ma adesso comincia a fare distinzioni, con certi partiti per lei è impossibile lavorare, altri del gruppo Ecr, invece, li considera interlocutori».
In particolare la premier italiana, Giorgia Meloni.
Lo strappo con l’Afd
Cercano rispettabilità e non la puoi ottenere se sei associato all’Afd o al fascismo, ma resta la timidezza a prendere le distanze dal passato
«Quando ero alla commissione con von der Leyen (fino all’agosto 2023, ndr), lei era categorica, ha sempre escluso un’alleanza con l’estrema destra. Ha cominciato a cambiare dal momento in cui Giorgia Meloni è arrivata al potere in Italia. Adesso, a quanto pare, ha un legame molto chiaro con la signora Meloni. Se questa è la direzione dei Popolari europei... Abbiamo visto che cosa è successo a Forza Italia, che è quasi sparita proprio a causa di questa alleanza».
Anche l’estrema destra però si sta muovendo, per esempio Marine Le Pen e Matteo Salvini hanno preso le distanze dall’Afd tedesca dopo le frasi sulle SS.
«È una manovra classica, l’abbiamo visto già con Giorgia Meloni, che vuole soprattutto essere rispettata. È una preoccupazione tipica di tutti i partiti che hanno cercato di traghettarsi dal post-fascismo alle posizioni attuali. Cercano prima di tutto la rispettabilità, e questa non la puoi ottenere se sei associato all’Afd o al fascismo. Allo stesso tempo però, lo vediamo con il 25 aprile in Italia, c’è sempre una timidezza, un imbarazzo a prendere le distanze dal passato».
Il vostro appello di leader del socialismo europeo si rivolge soprattutto ai vostri alleati dell’altra grande famiglia politica, i popolari, che sono tentati dall’unione delle destre. Tra i popolari, c’è chi invece condivide le vostre preoccupazioni?
«Sì, i polacchi. Che messaggio sarebbe, per loro, lavorare in Europa assieme a quelli che sono loro oppositori in patria? Si sono battuti come pazzi per togliere il potere al Pis. E adesso si ritrovano con le aperture dei popolari europei ai loro avversari... Il leader del Ppe, Manfred Weber, in Germania è contrario ma poi non chiude la porta a una forma di collaborazione con Meloni. Non sono chiari, hanno un discorso differente a seconda del Paese. È dunque per questo che noi domandiamo chiarezza».
Qual è il suo pronostico per il voto del 9 giugno?
«Sono abbastanza ottimista. Il Ppe probabilmente resterà il primo partito, noi socialisti saremo secondi. La grande questione sarà Renew, se sarà il terzo o il quarto partito».
La vostra iniziativa vuole ristabilire un «cordone sanitario» contro l’estrema destra ma Marine Le Pen, contro l’Afd accusato da Weber di essere un partito neonazista, usa a sua volta la stessa espressione del «cordone sanitario». Che cosa ne pensa?
«Non sapevo che Marine Le Pen avesse il senso dell’umorismo... È bizzarro, appena qualcuno mostra la sua vera natura viene punito. Noi di sinistra ci facciamo sempre attaccare quando facciamo dei parallelismi con gli anni Trenta, anche se sono evidenti. Per esempio, la teoria della Grande sostituzione, adottata da non pochi partiti di estrema destra in Europa, ha un’origine nazista. Quando lo diciamo si arrabbiano molto perché, tranne l’Afd che se ne infischia, non vogliono essere considerati eredi degli anni Trenta. Questo spiega le parole della signora Le Pen. Ma da un punto di vista ideologico le origini non possono essere negate».